Riflessioni estemporanee su alcuni recenti aspetti del modello italiano della responsabilità civile

AutoreG. Gussoni
Pagine957-959

Page 957

Circa 5 anni fa uno studioso di chiara fama ha effettuato un brillante quanto paradossale esame di diversi sistemi di responsabilità civile (quello americano, quello inglese, quello francese, quello italiano), confrontandoli con i sistemi di vita di celebri personaggi del mondo dei fumetti e dei cartoni animati 1.

Premessa del suo excursus è stata la definizione di «sistema di responsabilità civile», inteso come «diritto vivente» o law in action, cioè come regole di giudizio praticate dalla giurisprudenza nell'utilizzare lo strumento della responsabilità civile a fini risarcitori.

Fatta questa premessa, lo studioso ha ritenuto di individuare sconvolgenti affinità tra il sistema di vita di Willie Coyote e il sistema italiano di responsabilità civile.

Ha rilevato lo studioso come Willie Coyote tenti di realizzare lo scopo di prendere Beep Beep costruendo marchingegni assurdi, che finiscono per dimostrarsi inadeguati.

L'inizio del fumetto, la scena iniziale ricorrente - come ha ben descritto lo studioso - è la seguente.

Willie Coyote cammina lentamente, visto di spalle, con le mani dietro la schiena. Improvvisamente si ferma, alza il braccio destro e compare la lampadina della sua ennesima idea... Coyote, perché si ritiene geniale, disdegna soluzioni facili: anziché freddare semplicemente lo spregevole Beep Beep con un colpo diretto e secco di arma da fuoco, escogita le più complesse astruserie (la carambola di proiettili, i pianoforti sospesi, i pattini a razzo) od ordigni chiaramente sovrabbondanti (l'intera cassetta di bombe, il cannone, il macigno gigantesco) ... Coyote ha inoltre un'altra specialità: quella di creare finzioni che poi si trasformano in realtà: il tunnel dipinto su un telo dal quale esce un vero camion che lo travolge; dieci metri di finte rotaie sulle quali, improvvisamente, compare un treno che lo fa letteralmente a pezzi... egli torna sempre alla carica spinto da una coazione a ripetere ormai cronicizzata e irrecuperabile. Nulla impara dal passato...

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Dopo questa descrizione, ex abrupto e sorprendendo il lettore, lo studioso è passato al dunque: «Stiamo parlando - è chiaro - del modello italiano della responsabilità civile, il quale appare improntato ad un generale masochismo, che sommerge l'intelligenza (o la genialità) diffusa». Ha poi fatto degli esempi, l'ultimo dei quali è il seguente: «... l'essenza dello spirito di Willie Coyote è racchiusa nella vicenda del risarcimento del danno non patrimoniale: anziché operare la strada diretta dell'abrogazione dell'art. 2059 c.c., vi è una quarantennale coazione ad aggirare la normativa at traverso espedienti sempre "geniali" (il danno "estetico", il danno "alla vita di relazione", il danno "biologico" e, da ultimo, il danno "esistenziale") dei quali la sintesi suprema è racchiusa nell'accertamento incidentale del reato da parte del giudice civile in forza del combinato disposto degli artt. 185 e 198 c.p. e 2059 c.c., giungendo ad accertare "il reato che esisterebbe se non avesse cessato di esistere" come settant'anni lapidariamente seppelliva la questione Piero Calamandrei: proprio come nel cartone animato, da un finto tunnel esce un camion vero».

Questo accostamento tra sistema di vita di un personaggio dei fumetti e dei cartoni animati e sistema di responsabilità civile in Italia è stato volutamente provocatorio (per indurre a qualche proficua meditazione sul concetto di razionalità del diritto) e non ha tenuto conto delle ragioni profonde che spiegano la tormentata evoluzione giurisprudenziale in Italia nello specifico...

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