«Riant» o «infelice»? Le condizioni economiche e sociali della terra d'Otranto durante il decennio francese
Autore | Stefano Vinci |
Pagine | 291-312 |
La contrada di Taranto è uno dei più bei siti dell’Universo.
Essa fu un tempo popolatissima, coperta tutta di villaggi, con una città celebre e
con un gran porto. Oggidì, sebbene Taranto sia una delle prime città
del Regno in popolazione, tuttalvolta è oltremodo sporca e deforme.
I Tarantini non coltivano ed hanno bisogno di operai di lontani paesi,
per far produrre qualche cosa al loro feracissimo territorio.
Taranto, 24 aprile 1791 Giuseppe Maria Galanti
SO M M A R I O : 1. Le risorse produttive della Terra d’Otranto al crepuscolo dell’antico
regime. – 2. Un aperçu de statistique per la Terra d’Otranto nei mémoires a
Giuseppe Bonaparte. – 3. Il Consiglio Generale di Terra d’Otranto: carico fi-
scale eccessivo e condizione della Provincia. – 4. Un parametro di confronto: i
dati statistici sulla Terra d’Otranto nelle relazioni di Oronzio Gabriele Costa.
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gnola, fu caratterizzata da un esteso frazionamento della proprietà
baronale, con una prevalenza di piccola e media feudalità, composta
soprattutto da famiglie della nobiltà locale. Scrive Visceglia «proprio
in Terra d’Otranto emerge con chiarezza il carattere non monolitico
differenziato e con politiche patrimoniali eterogenee» 1.
Altra peculiarità della feudalità salentina consistette nel fatto che
la rendita era costituita prevalentemente dai proventi derivanti
dall’agricoltura, piuttosto che dagli introiti dei diritti feudali in senso
1 M. A. VISCEGLIA, L’Azienda signorile in Terra d’Otranto, in AA.VV., Problemi di storia delle
campagne meridionali nell’età moderna e contemporanea, a cura di A. Massafra, Bari 1981, 43.
STEFANO VINCI
«RIANT» O «INFELICE»?
LE CONDIZIONI ECONOMICHE E SOCIALI
DELLA TERRA D’OTRANTO
DURANTE IL DECENNIO FRANCESE
292 Annali della Facoltà di Giurisprudenza di Taranto — Anno I – N. 1
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masero sempre largamente minoritari rispetto ai primi: questi consi-
stevano essenzialmente nel diritto di decima, attribuito ai baroni su
percepito in natura) e nello sfruttamento della riserva signorile. In
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verso la percezione decimale si afferma in questa regione del Mezzo-
giorno un tipo di economia feudale fondato quasi esclusivamente
sull’appropriazione del plusprodotto del lavoro contadino destinato
poi dallo stesso feudatario alla commercializzazione» 2.
Un’altra eccezione storica di questa provincia fu caratterizzata da
un sistema feudale strutturato soprattutto in funzione del mercato e, nel
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entrate baronali. Le cosiddette «possessioni olivate» erano infatti parti-
– contrariamente alla maggior parte delle altre regioni meridionali ove
le colture arbustate si accrebbero soprattutto nel XVIII secolo – ed il
loro prodotto veniva commercializzato in altissima percentuale3.
La ricchezza di questa risorsa avrebbe dovuto rendere la Terra
d’Otranto una provincia tra le più prospere del Meridione, invece una
serie concomitante di fattori storico-sociali fece si che non solo l’oli-
vicoltura non producesse benessere, ma che addirittura essa fosse la
causa principale della stagnazione economica della provincia.
Già i contemporanei avevano individuato nell’esosità dei tributi
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traregnazione formavano più del terzo del valore dell’olio), una delle
cause determinanti del mancato sviluppo economico della provin-
cia4, ove la sussistenza di alcune prestazioni proibitive feudali, quali
lo ius trappeti, consistente nell’obbligo di lavorare le olive nel trap-
2 M. A. VISCEGLIA, Rendita feudale e agricoltura in Puglia nell’età moderna, in «Società e
Storia», 1980, n. 9, 537. Sull’argomento cfr. R. PERRONE CAPANO, Natura del feudo salenti-
no: diritto di decima e usi civici, in Giur. it., 4, vol. XCII, 1940; G. ANTONUCCI, Le decime in
Terra d’Otranto, in Riv. dir. civ., 1935, n. 6.
3 VISCEGLIA, L’Azienda signorile in Terra d’Otranto, cit., 64.
4 Cfr. G. PALMIERI, Pensieri economici relativi al Regno di Napoli, Napoli 1890; G. PRESTA,
Degli ulivi, delle ulive e della maniera di cavar l’olio o si riguardi di primo scopo la massima pos-
sibile perfezione o si riguardi la massima possibile quantità del medesimo. Trattato di Giovanni
, Stamperia Reale, Napoli 1795;
C. SALERNI,
Provincie d’Otranto, Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria, ms. XXX C14.
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