Dal documento all'iperdocumento. Un sistema ipertestuale per il diritto

AutoreRosa Maria Di Giorgi/Roberta Nannucci
Pagine195-226

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    I paragrafi 1-5 e 9 sono da attribuire a R. M. Di Giorgi, i paragrafi 6-8 a R. Nannucci. L'elaborazione grafica delle figure è stata effettuata con il sistema Flow-charting II da Simona Binazzi

@1. Premessa

Nelle opere a stampa le informazioni appaiono organizzate in modo sequenziale, in capitoli o paragrafi, con indici di varia tipologia che consentono un reperimento più immediato. Accanto a questo, tuttavia, può individuarsi un altro sistema, costituito da riferimenti incrociati che guidano il lettore da una sezione all'altra dell'opera, una struttura logica fra documenti, una sorta di rete di connessione di metalivello che ogni lettore percorre secondo le proprie esigenze, seguendo particolari e del tutto personali associazioni di pensiero, derivanti dal proprio livello di conoscenza della materia.

In che misura questa modalità di ricerca può essere riprodotta in un sistema informativo di tipo elettronico? E possibile riuscire ad organizzare l'informazione di una base di dati in modo da consentire un approccio non sequenziale e nemmeno rigidamente semantico (parole significative, thesauri, codici di classificazione), ma piuttosto di tipo associa-tivo?

In alcuni campi disciplinari la possibilità di muoversi con una certa libertà da riferimento a riferimento assume particolare rilevanza perché la ricercaPage 196 soddisfi le reali esigenze dell'utente. Nella ricerca documentaria in materia giuridica, ad esempio, si pongono alcuni problemi che i sistemi tradizionali di information retrieval non riescono a risolvere: si pensi ai riferimenti tra norme, a quelli tra documenti giurisprudenziali e norme, o ancora a quelli fra dottrina giuridica, giurisprudenza e norme.

I sistemi di tipo ipertestuale per le loro caratteristiche, sembrano poter essere di supporto a tali esigenze informative. In questo lavoro si descrivono i principi che stanno alla base della tecnologia hypertext, indicandone le peculiarità rispetto ai sistemi tradizionali di information retrieval; si evidenziano quindi le esigenze informative degli operatori del diritto, per giungere infine all'analisi e alla descrizione del sistema ipertestuale Hyperlaw, sviluppato presso l'Istituto per la documentazione giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze in collaborazione con il Dipartimento di Elettronica ed Informatica dell'Università degli Studi di Padova.

@2. Oltre l'information retrieval

Per introdursi nel concetto di ipertesto può essere utile operare qualche confronto con le tecniche di information retrieval, cosi da giungere alla definizione per differenza.

Nella base informativa dei sistemi di information retrieval i documenti, oltre che un testo, hanno un profilo. Per profilo si intende comunemente una serie di dati che descrivono il documento (autore/i, titolo, riferimenti bibliografici, parole chiave, codice di classificazione) e che sono chiavi di accesso al documento stesso. Il processo di reperimento dell'informazione avviene per selezioni successive fino alla specificità ricercata, sulla base di condizioni progressivamente restrittive.

Le strategie di ricerca sono varie, in quanto possono basarsi su un approccio più specificamente semantico al documento oppure utilizzare dati di tipo più «esterno», quali la tipologia documentaria, l'anno di pubblicazione, l'autore, ecc, con l'impiego comunque di operatori logici e funzioni particolari che consentono di selezionare, in fasi successive, insiemi di documenti di dimensioni progressivamente più limitate, fino a giungere ad un sottoinsieme che soddisfi la domanda.

Il presupposto da cui muove questo processo è che l'utente della banca dati sappia già, con un discreto livello di precisione, il tipo di informazione che vuole reperire. Gli aggiustamenti in fase di selezione avvengono infatti sulla base del numero di documenti reperiti, non certo sul loro contenuto, per cui non si assiste ad alcun sostanziale arricchimento relativamente all'orientamento della ricerca.

L'approccio all'informazione utilizzando i sistemi ipertestuali è di tutt'altra natura. Il documento e/o le sue parti diventano elementi costitutivi di una rete connessa secondo legami associativi (links). I nodi di questa rete posso-Page 197no essere paragrafi, parole, l'intero documento, una figura, insomma una qualsiasi parte di documento che sia significativa.

Alla base dei sistemi ipertestuali, in modo del tutto trasparente all'utente, ci sono dei grafi che collegano le parti rilevanti di ogni documento ad altri documenti o a particolari elementi significativi all'interno dello stesso documento. Partendo da un punto qualsiasi della base informativa e seguendo i legami definiti, si compie un percorso (navigazione) che implica l'acquisizione di nuova conoscenza: succede abbastanza comunemente che l'utente veri-fichi, tra un nodo e un altro, la presenza di legami che, in prima istanza, presumibilmente, non aveva considerato.

Un'altra caratteristica interessante dell'ipertesto è che l'informazione non è solo nel testo del documento, ma anche nella rete dei legami. La rete allora non viene a configurarsi soltanto come struttura logica di supporto (ad esempio l'insieme delle chiavi d'accesso in un sistema di infortnation retrieval, invisibile all'utente), ma qualcosa di visibile, un percorso concettuale che arricchisce la consultazione e conferisce un vero e proprio valore aggiunto all'informazione.

E qui che si innesta il concetto di iperdocumento, una sorta di entità variabile che prende forma in rapporto al soggetto che compie il percorso di ricerca. L'iperdocumento è un'entità che, prima della ricerca, non esiste, in quanto un nodo può essere richiamato dai punti più diversi della base di dati ed essere elemento costitutivo di una serie di reti associative.

L'utente crea un contesto entro cui la propria ricerca si muove, ossia una particolare navigazione che consente un'assunzione progressiva di conoscenza. Durante il percorso, infatti, tra i nodi della base informativa si manifestano legami presumibilmente del tutto sconosciuti all'utente. Viene cosi a determinarsi una situazione molto interessante che conduce ad acquisizione di conoscenza nel corso di ricerche indirizzate ad altri fini.

Questa caratteristica è propria dell'ipertesto, ma non è necessariamente un vantaggio, in quanto l'attivazione di nuovi legami in direzioni non espressamente richieste può causare un disorientamento che risulta essere di disturbo alla ricerca stessa. Nell'implementazione di molti dei sistemi ipertestuali si cerca di dare soluzione a questi problemi attraverso una mappa, ossia una visualizzazione del percorso effettuato da nodo a nodo con l'esplicitazione dei links attivati.

@3. Hypertext e Hypermedia

L'idea di organizzare e reperire l'informazione utilizzando logiche di tipo as-sociativo è di Vannevar Bush che nel 1945, in un articolo sull'«Atlantic Monthly», parlò di una macchina in grado di collegare, attraverso legami associativi, le informazioni.

La considerevole mole di documentazione scientifica che veniva prodotta giàPage 198 in modo esponenziale nella società dell'epoca, cominciava a configurarsi come un insieme difficilmente dominabile senza supporti adatti. L'«esplosione informativa» determinatasi richiedeva strumenti di particolare natura che consentissero di gestire la documentazione e di organizzarla secondo particolari strutture logiche (v. fig. 1).

[GRAFICA NON È INCLUSA]

Fig. 1. Schema di associazione concettuale Fonte: Hall, Papadopoulos (1990)

Nel 1960 Douglas C. Englebart e Theodor H. Nelson cominciarono a impostare e implementare sistemi informatici che rispondessero a quelle caratteristiche, già indicate da Bush, di legami associativi fra documenti.

Attualmente si parla di «ipertesto» per riferirsi quasi esclusivamente a sistemi elettronici che si basano su particolari software.

Negli anni '60, il mondo dell'informatica non colse il significato innovativo di quelle intuizioni, il fatto, cioè che, utilizzando i computen, si potesse distorcere la natura dell'informazione, in quanto essa veniva organizzata in modo rigidamente gerarchico. Nelson e Englebart avevano in mente, invece, un sistema in cui le informazioni fossero indipendenti l'una dall'altra, ma tenute virtualmente insieme dal significato che attribuiva loro chi le rendeva accessibili.

Queste teorie hanno trovato applicazione nella tecnologia hypertext. Il documento ipertestuale consiste di una serie di entità (nodi) connessi da legami (links). I nodi sono utilizzati per rappresentare le informazioni, mentre le associazioni concettuali sono rappresentate dai links.Page 199

L'interfaccia per l'utente consente di muoversi all'interno della base di dati seguendo la rete delle associazioni.

Quando la base di dati è costituita da documenti di tipologia varia (grafici, suoni, animazioni) si parla di sistemi ipermediali, E facile intuire che in questo caso sono necessari notevoli spazi di memoria. Solo sistemi che utilizzano la memorizzazione ottica, i CD/ROM, sono, pertanto, in grado di mettere a disposizione la memoria sufficiente per gestire grandi basi di dati di tipo iper-mediale. Si comprendono con maggiore chiarezza, allora, i motivi di una diffusione dei sistemi ipertestuali singolarmente tardiva, ove se ne consideri l'efficacia e la versatilità. Al momento delle prime intuizioni, infatti, la tecnologia di supporto necessaria per un'ampia diffusione non era ancora disponibile.

[GRAFICA NON È INCLUSA]

Fig. 2. Architettura di un sistema ipertestuale Fonte: Hall, Papadopoulos (1990)

@4. I Sistemi ipertestuali

L'interazione con un sistema ipertestuale avviene attraverso un dispositivo di puntamento (mouse) che consente all'utente di scegliere uno dei links aPage 200 partire da un nodo. I links vengono attivati selezionando parole del testo che risultano evidenziate sul video o da icone gestite autonomamente.

L'organizzazione per finestre sembra essere quella più adatta per un'interfaccia funzionale alla ricerca.

Sebbene tutti i...

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