Diritti e nuove tecnologie nella società dell'informazione

AutoreAntonio Cammelli
CaricaDirigente di ricerca presso l'ITTIG del CNR.
Pagine35-43

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@1. Premessa: I Diritti Fondamentali Oggi

Secondo una nota tesi di Norberto Bobbio1, nonostante incertezze e passi indietro, la dottrina dei diritti dell'uomo ha compiuto un cammino progressivo in cui sono da apprezzarsi anche le tante conquiste, pressoché irreversibili, al punto da poter parlare di una vera e propria "età dei diritti". Comunque, rispetto a quegli anni, lo scenario internazionale appare oggi radicalmente trasformato, a tal punto da mettere, forse, in discussione la possibilità stessa di parlare della nostra come di un'età dei diritti. Lo scenario internazionale, i grandi fenomeni recessivi che la globalizzazione economica accentua, i conflitti armati del pianeta, la comparsa di nuove forme di violenza organizzata non riconducibile all'idea tradizionale di guerra tra Stati sovrani, una crisi profonda dell'ordinamento giuridico internazionale, una rinascita dell'uso strumentale della religione per legittimare il ricorso alla violenza, hanno riportato alla luce idee che sembravano definitivamente sepolte, come lo scontro tra civiltà, le guerre di religione e via dicendo. Da questo punto di vista dobbiamo registrare un arretramento e non un avanzamento nella storia della dottrina dei diritti umani, il cui futuro appare oggi incerto e pieno di ostacoli. Tornano alla mente le torture di Abu Ghraib, Guantanamo, la logica "umanitaria" della guerra in Iraq. L'affermazione dei diritti dell'uomo, che ha pesato nella cultura giuridica e filosofica dell'Europa moderna, si coniuga oggi ad una "retorica della libertà" che tanto spazio ha nel linguaggio politico contemporaneo e che può costituire una nuova e pericolosa forma di legittimazione della violenza. In nome dell'Occidente si è avviato un meccanismo di grave delegittimazione dei suoi principi e dell'idea moderna di diritto2. La volontà di difendere il "mondo libero" rendendolo meno Page 36 libero, scambiando cioè libertà con sicurezza, instaurando (o cercando di instaurare) la democrazia con l'occupazione militare, l'autonomia con l'eteronomia, tollerando perfino arresti arbitrari e torture e negando le garanzie processuali minime su cui si fonda lo Stato di diritto - come è avvenuto con l'Executive order emanato dall'amministrazione Bush dopo gli attentati delle Torri Gemelle del 2001 - non sono altro che aspetti di un processo di continua erosione e svuotamento della moderna civiltà dei diritti3.

Eppure, come vedremo successivamente, si assiste nella comunità mondiale, a livello nazionale come sovranazionale ad un proliferare di testi, costituzionali per lo più, che puntualmente insistono sui diritti fondamentali, e che avviano anche una discorso importante sugli strumenti di tutela per evitare che lo scarto tra diritti riconosciuti e diritti effettivamente esercitati rimanga considerevole. Molti sarebbero gli spunti di discussione quali ad esempio la destinazione dei diritti fondamentali o alla persona o al cittadino, riaprendo un dibattito antico, che risale al diritto romano fino alla Rivoluzione francese che mantenne la distinzione tra homme e citoyen, che ancora oggi divide in due gruppi i diritti fondamentali. Si tratta oggi di sanare questa dicotomia azzerando il divario che esiste tra i diritti del cittadino e quelli della persona4. I diritti fondamentali, soggettivi che spettano a 'tutti" gli esseri umani in quanto dotati dello status di persone vanno cioè svincolati dalla cittadinanza, come forma di appartenenza ad una comunità nazionale e statuale. Ciò significa riconoscerne il carattere sovrastatale e quindi i diritti della persona vanno tutelati non solo all'interno degli Stati ma anche fuori nel contesto globalizzato cui accennavamo.

Fenomeni di carattere sovranazionale come la globalizzazione e l'integrazione europea hanno spostato fuori dai confini nazionali numerose funzioni che in passato erano di competenza esclusiva dello Stato sovrano ma, sia a livello nazionale che sovrastatale, per il cittadino comune incombe sempre il diritto-dovere di esercitare i propri diritti e, in questo caso specifico, selezionare, per poter meglio recepire e comprendere, tutta l'informazione giuridica che lo vede Page 37 destinatario al fine di recuperare la conoscenza ed il possesso pieno della medesima. In sostanza: la società dell'informazione, così come è configurata attualmente, pone da subito un problema di accesso all'informazione che resta solo il presupposto, necessario ma non sufficiente, per la comprensione e, di conseguenza per una effettiva conoscenza. In questo quadro possiamo apprezzare il ruolo decisivo che possono svolgere i moderni strumenti informatici e telematici di aiuto al cittadino nella "comprensione" dell'informazione giuridica acquisita, specialmente oggi dove con la rete telematica mondiale l'informazione giuridica risulta sovrabbondante, ricca a tal punto da diventare caotica.

Il ruolo della moderna tecnologia, anche e soprattutto nel campo dei diritti fondamentali, resta quello di avviare una precisa integrazione tra la cultura giuridica esterna, propria del cittadino normale, comune e la cultura giuridica interna propria degli operatori classici del diritto. L'obiettivo era e resta assai ambizioso: restituire al cittadino la consapevolezza del suo ruolo primario anche nel divenire del diritto, incentivando la sua partecipazione decisionale a partire dalla Pubblica Amministrazione locale fino a quella centrale, acquisendo una dignità ben più alta di quella spesso citata di "destinatario" di norme ed informazioni giuridiche. Questo spiega, sul piano informatico e telematico, il sorgere di iniziative...

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