Dinamiche di contesto e caratteristiche generali della Legge di Emendamento della Costituzione della Russia del 14 marzo 2020

AutoreAngela Di Gregorio
CaricaProfessore ordinario di Diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Milano
Pagine141-178
ISSN: 2612-6672
2 • 1 • 2020
A. Di Gregorio
Dinamiche di contesto
e caratteristiche generali della Legge di
Emendamento della Costituzione della
Russia del 14 marzo 2020
https://riviste.unimi.it/index.php/NAD/index
Dinamiche di contesto e caratteristiche generali della
Legge di Emendamento della Costituzione della Russia
del 14 marzo 2020
Angela Di Gregorio*
Abstract
The essay offers a general overview of the Law on the Amendment of the Russian
Constitution, which was signed by the President on 14 March 2020 and will be
submitted to popular ratification on the 1st of July. The article aims to highlight the
shortcomings both in terms of the procedure followed, which was unusual, and of the
Law’s contents, which reinforce Presidential competences and role. This is
particularly significant as, as a general rule, the power distribution does not change
when specific elements − already present in the legislation and in the institutional
practice − are introduced at a constitutional level.
Keywords: Russia Constitution Putin Law on Amendment presidentialism
procedure.
SOMMARIO: 1. Il contesto e la procedura. 1.1 Lo “strappo” costituzionale e il
procedimento ad hoc. 2. Il contenuto e la ratio del progetto presentato alla Duma
il 20 gennaio 2020. 2.1 Il contenuto del primo progetto. 3. Gli emendamenti
proposti da deputati, esperti e camera sociale in vista della seconda lettura. 4. Gli
emendamenti presentati da Putin il 4 marzo. 5. Il testo approvato in seconda e
terza lettura: le ulteriori integrazioni al testo presidenziale e l’emendamento sui
mandati presidenziali. 6. L’intervento della Corte costituzionale. 7. La riforma
disvelata: tra stabilizzazione del modello di potere esistente e integrazione di
contenuti identitari e culturali. 7.1 Le motivazioni ufficiali della riforma nel
messaggio presidenziale. 7.2 La forma del potere e l’identità della Russia come
sintesi matura del ventennio putiniano.
* Professore o rdinario di Diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Milano. Il sa ggio è
stato sottoposto a doppio referaggio cieco.
Nuovi Autoritarismi e Democrazie:
Diritto, Istituzioni, Società
n. 1/ 2020 ISSN 2612-6672 | 141
1. Il contesto e la procedura
Il progetto di riforma della Costituzione russa presentato alla Duma di Stato il
20 gennaio 2019 Progetto di Legge della FdR di Emendamento alla
Costituzione della FdR», n. 885294-7) ha completato velocemente il suo iter
procedurale con la firma presidenziale il 14 marzo, essendo destinato ad essere
sottoposto ad una inedita consultazione popolare “panrussa” il 22 aprile, data poi
rinviata per l’emergenza Coronavirus al primo luglio. Secondo gli annunci dei
media, tale riforma avrebbe dovuto risolvere il problema della “transizione del
potere” del 2024, ossia della cessazione delle funzioni di Presidente di Putin
(avendo egli sempre rifiutato di accogliere richieste di eliminazione del limite dei
mandati presidenziali) e della sua permanenza in altre vesti ai vertici dello Stato.
Il colpo di scena finale, in sede di approvazione del progetto in seconda lettura
alla Duma il 10 marzo, col passaggio di un emendamento presentato dall’ex
astronauta Valentina Tereškova teso ad azzerare dopo l’entrata in vigore della
riforma i mandati ricoperti dal Presidente in carica, ha posto fine alle speculazioni.
Putin ha graziosamente accettato la possibilità di ricandidarsi per eventuali altri
due mandati, a condizione che la Corte costituzionale, coinvolta nella
salvaguardia della formale legittimità costituzionale, desse il suo assenso. Se dal
punto di vista formale l’intero procedimento di riforma appare come minimo una
rottura della Costituzione vigente, dal punto di vista sostanziale vi è la
costituzionalizzazione della prassi progressivamente instauratasi nel ventennio
putiniano.
Il testo costituzionale riformato interviene su punti cruciali, relativi a
competenze e rapporti reciproci dei principali organi costituzionali (Presidente,
premier, Governo, camere), al sistema in senso lato dei contropoteri (giudici,
procuratori, poteri regionali e locali), ad elementi identitari (lingua, cultura,
religione, ruolo storico del paese erede dell’URSS, famiglia, infanzia), sovranitari
(rapporto con organizzazioni e diritto internazionale, requisiti per chi detiene
cariche pubbliche, divieto di alienazione di parti del territorio) e sociali (salario
minimo, indicizzazione pensioni, volontariato, etc.). L’intero processo di riforma
si è svolto in una atmosfera che dall’esterno appare surreale, con i vari
comprimari (parlamentari, “esperti”, poteri locali, cittadini e associazioni)
deferenti nei confronti del capo che benevolmente accoglieva proposte di
emendamento al progetto in direzione ancor più accentratrice.
La Legge di Emendamento non interviene certamente all’improvviso essendo
state preconizzate varie ipotesi di riforma costituzionale nei mesi precedenti.
Anzi, fin dall’elezione presidenziale del 2018 vi sono state speculazioni sulla
successione di Putin al termine del suo quarto mandato non consecutivo. Da
questo punto di vista diversi scenari erano stati ipotizzati, tra i quali due
risultavano i più accreditati: l’eliminazione del limite dei mandati presidenziali
(scenario tipico delle Repubbliche sovietiche dell’Asia centrale ma anche della
Bielorussia) oppure una traslazione dei poteri verso il primo ministro e il Governo
(in modo da consentire a Putin di transitare in tale carica), come auspicato dallo

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