Il potere di controllo datoriale sulla prestazione di lavoro subordinato e sull'organizzazione del lavoro

AutoreUmberto Carabelli
Pagine79-83
Il potere di controllo datoriale sulla prestazione di
lavoro subordinato e sull’organizzazione del lavoro
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1. Nelle prime pagine di un impegnativo saggio scritto nel 1975 – intitolato
I controlli dell’imprenditore ed il contratto di lavoro (Cacucci, Bari, ed. provv.)
– Bruno Veneziani, introducendo la ricerca che si accingeva a sviluppare, segna-
lava come il tema dell’esercizio del controllo datoriale sull’adempimento del
lavoratore subordinato sia destinato a proiettare la sua luce su alcuni dei proli
più qualicanti del diritto del lavoro. Più specicamente, egli osservava come
«da un canto, l’analisi della struttura e dell’agere del controllante nel rapporto di
scambio lavoro-retribuzione invest[a] la problematica della individuazione della
autonomia e della subordinazione e dei reciproci conni, quello dei rapporti con
il potere direttivo a cui viene, di solito, ricondotto funzionalmente o struttural-
mente il controllo, e quello della validità ed estensione dei criteri della diligen-
za e della collaborazione quali tratti distintivi e peculiari della obbligazione di
lavorare». E come, «dall’altro canto, il rilievo assunto dalla implicazione della
persona del debitore di lavoro nella organizzazione dei mezzi e dei beni destinati
al perseguimento della utilità del creditore evoc[hi], nel momento del dispie-
garsi del controllo sulla persona sica del primo oltre che sulla sua dimensione
morale, la problematica […] sulla tutela della personalità quale bene unitario e
sulla sufcienza della buona fede e correttezza nel rapporto di lavoro a fornire
gli adeguati strumenti di protezione» (pp. 10-1).
Ad un’analisi retrospettiva condotta da uno studioso odierno, le due affer-
mazioni, quantunque rivelino intatta la loro connessione logica – poiché, come
preciserò tra breve, il potere di controllo non ha certo perduto la sua potenziale
incidenza su entrambi i piani individuati da Veneziani -, richiedono alcuni par-
ziali ritocchi. Ciò anzitutto alla luce sia dell’evoluzione dei sistemi di produzio-
ne causata dall’introduzione delle nuove tecnologie (Information and Commu-
nication Technologies) e dei nuovi modelli organizzativi (in particolare la lean
production, con i connessi proli del just in time), sia del conseguenziale rilievo
assunto dal prolo delle competenze professionali dei lavoratori addetti ai pro-
cessi (con l’ormai universalmente riconosciuto passaggio dal sapere e saper fare
al saper come fare e al saper come far fare). E poi anche per effetto del crescente
rilievo che – ancora una volta in ragione della diffusione delle nuove tecnologie
e dei rischi indotti dalla loro applicazione nei luoghi di e sul lavoro – ha assunto

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