Cultura Informatica e cultura giuridica

AutoreGiancarlo Taddei Elmi
Pagine113-124

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Alla fine degli anni '60 la tecnologia informatica stava assumendo un ruolo di prima importanza nel dominio delle scienze umane in genere e del diritto in specie.

Come ogni vera rivoluzione tecnologica, anche quella informatica, provocava un ampio dibattito sui risvolti sociali, politici e giuridici da essa prodotti

In questo contesto temporale e culturale veniva alle stampe il preveggente e pionieristico volume di Vittorio Frosini, Cibernetica, società e diritto (1968).

L'opera rappresentava una lucidissima analisi e un primo mirabile tentativo di sintesi del fenomeno 'informatica giuridica'.

Da allora il filosofo e teorico del diritto Vittorio Frosini ha continuamente ispirato ed alimentato la riflessione giuridica sull'informatica.

Nel 1988 pubblica un altro volume, simile nel titolo ma differente nel significato, Informatica, società e diritto, dove, ripercorrendo tutto il suo itinerario speculativo, organizza e consolida i risultati scientifici della sua indagine intellettuale sui temi dell'informatica giuridica e del diritto dell'informatica.

Nel solco tracciato da Vittorio Frosini, dove numerosi studiosi hanno già seminato ben più fecondamente di ine, si collocano i modesti appunti che seguono.

@1. Cultura informatica

@@1.1. Come rivoluzione culturale

L'informatica non è solo una innovazione tecnologica rivoluzionaria di vasta portata, ma è prima ancora una rivoluzione culturale dagli infiniti risvolti, è un fenomeno culturale, un atteggiamento, un approccio, un metodo, un modo di vedere, concepire e ricostruire la realtà, è padre e figlio, premessa e prospettiva, causa ed effetto di una più vasta filosofia culturale e scientifica definibile con una sola parola «moderno».Page 114

La cultura informatica è un tipico prodotto della cultura moderna iniziata dopo la cesura galileiana e trova la sua origine remota nello scientismo tecnologico.

L'informatica (giuridica) presuppone un generale orientamento verso lo scientismo tecnologico e verso le filosofie che lo sottendono o ne derivano, da Bacone, Galileo, Cartesio.

La cultura informatica trova la sua origine prossima nella triade cibernetica, elettronica e logica. (Sui rapporti tra ideologia cibernetica ed etica e sulla contrapposizione tra diritto artificiale e diritto naturale vedi Vittorio Frosini, Cibernetica, Società e Diritto, Edizioni di Comunità, Torino, 1968).

@@1.2. Come interdisciplinarità (epistemologica)

L'informatica è una disciplina che non può che essere applicata ad un altra disciplina, è strumentale per sua natura.

Le «informatiche» applicate trovano il fondamento epistemologico in modelli disciplinari moderni (pluridisciplinare e interdisciplinare) che superano i vecchi schemi «unitario» (fisica matematica da un lato e le altre discipline dall'altro) e «dualista» (scienze fisiche e naturali da una parte e scienze umane dall'altro) dominanti per molti secoli.

Le applicazioni orientate e specialistiche dell'informatica nascono alla fine degli anni 40 sulla spinta del pensiero cibernetico, del neologicismo e dello sviluppo della industria dei calcolatori (robotica, automatica, ecc).

Proliferano le ricerche e i progetti informatici in scienze naturali, medicina, economia, letteratura, linguistica, storia, storia dell'arte, archivistica, sociologia, scienze del comportamento, antropologia, psicologia e in diritto.

La caratteristica a livello epistemologico della cultura informatica è quella di essere interdisciplinare, orientata e integrata.

@@1.3. Come riduzionismo «fisicalista» e «artificialista» (metodologico, epistemologico)

Gran parte del movimento complessivo del pensiero moderno è in senso discendente, dall'alto verso il basso, dal complesso all'elementare, cioè riduzionista: nel pensiero moderno prevale la scienza caratterizzata dal riduzionismo, ossia da un atteggiamento intellettuale propenso a ritenere che la vera conoscenza consista nello spiegare un livello di realtà più alto nei termini di un livello più basso.

Si deve però distinguere «riduzione» da «riduttività».Page 115

La riduzione (riduzionismo) è un atteggiamento teoretico, conoscitivo, metodologico, epistemologico, in una parola scientifico, il riduttivismo è un atteggiamento più pratico, valutativo; applicati all'uomo, l'aggettivo «riduzionista» qualifica meglio una antropologia, «riduttivo» un umanesimo.

Il riduzionismo è un metodo scientifico, il riduttivismo è un approccio «politico» propenso a semplificare e a impoverire arbitrariamente la realtà dell'uomo.

Il riduzionismo come tendenza a spiegare un livello più alto in termini di un livello più basso può dirsi caratteristico di tutto il movimento della scienza moderna: scienza moderna (l'informatica ne è uno degli strumenti principi) e scienza riduzionista, modernizzazione e riduzione sono quasi sinonimi. La cultura informatica si presenta come causa ed effetto della cultura moderna riduzionista, ne è mezzo e fine al tempo stesso.

Si possono individuare molti tipi di riduzionismi o culture riduzioniste: il sociologismo come riduzione al sociale, lo strutturalismo come riduzione alle strutture o istituzioni culturali oggettive, lo psicologismo come riduzione all'inconscio; questi riduzionismi conducono tutti verso un livello «umano», ci muoviamo sempre all'interno di scienze sociali o umane che usano metodi sociali, storici, non formali.

L'informatica si richiama, in senso lato a un riduzionismo che possiamo definire «fisicalismo». La riduzione in questo caso è di tutto l'umano al non umano secondo una linea discendente dallo spirituale allo psichico, al cerebrale e neuronaie, al biologico, al chimico, al fisico.

Convergente con il fisicalismo, e ancora più omogeneo alla cultura informatica, specialmente come intelligenza artificiale, si presenta la riduzione «artificialista», che sulla base della logica e della matematica, sganciandosi dal riferimento biologico, tagliando il legame tra intelligenza o coscienza e vita in senso biologico, punta alla riduzione dell'intelligenza e della coscienza all'algoritmo, al programma, con eventuale sostituzione del corpo organico da parte di un corpo inorganico.

L'artificialismo si iscrive nell'orizzonte del fisicalismo e può esserne considerato una sottospecie. Mentre il fisicalismo in senso stretto tende a interpretare il corpo vivente come una macchina, l'artificialismo tende a sostituirlo, o a riprodurne le funzioni, con macchine ispirate a criteri costruttivi diversi: macchine in cui l'elemento logico (software) prevale nettamente sull'elemento materiale (hardware).

Le ricerche in intelligenza artificiale...

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