Informática e critica testuale Questioni e prospettive emerse dal Colloquio di Parigi del 1978

AutoreIlio Calabresi
Pagine275-300

    Nell articolo sono analizzati gli atti del primo Colloquio internazionale organizzato a Parigi dal CNRS sul uso dell elaboratore nella critica testuale; La pratique des ordinateurs dans la eri tique des iexies (Paris 29 31 mars 1978) Paris Éditions du Centre National de la Recherehe Scientifique 1979, pp 290 («Colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique» n 579)


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II «colloquio» del 1978, i cui atti sono stati pubblicati in volume dal l'ente promotore - il CNRS -, ebbe per oggetto un campo d'applica zione dell elaboratore e delle sue tecniche di cui questa rivista non ha avuto occasione di occuparsi mai, se non erro: la critica testuale La eri tica testuale {critique textuelle) o critica del testo o ecdotica {ecdotique) «è l'insieme dei mezzi per ricercare e ricostruire il testo originale, cioè per approntarne l'edizione critica»1, ossia essa ha per «scopo fondamentale /+++/2 la pubblicazione dei testi antichi e moderni secondo criteri rigo resamente scientifici»3 Chi vuole pubblicare criticamente (1 editore) un determinato testo incontra meno problemi da risolvere se esso è traman dato da un solo manoscritto o libro a stampa (testimone), specialmente se questo non è una copia ma l'originale mentre ne incontra molti e difficili se i testimoni sono diversi, perché essi, salvo nel caso di facsimili o di fotografie dell'originale, non riprodurranno mai il modello in modo uguale e perfetto cioè presenteranno un certo numero di parianti che non sempre sono da considerare semplici «errori» e comunque devono essere studiate con metodo e in modo da ricostruire o cercar di rico struire la dipendenza di uno o più testimoni da un altro (dall archetipo o da altri), cioè di costruire lo stemma dei codici Questo lavoro da com piere sulla tradizione di un testo (l'insieme dei suoi testimoni) è detto re censio (recensione)

Se si pensa che certe opere (si tratti di testi biblici e religiosi in genere, oppure di poemi epici o altri libri di successo, o anche di manuali didattici) possono avere centinaia di testimoni, si comprende come ben presto anche i filologi abbiano cominciato a far ricorso alle tecniche elettroniche per ilPage 276 lavoro preparatorio dell edizione critica e talvolta per attuare l'edizione stessa L elaboratore dava la speranza di poter dominare e di poter organiz zare e analizzare meglio della mente umana l'ingente quantità di varianti e di altri dati forniti da una tradizione testuale piuttosto ricca

Nel mese di marzo del 1978 si sono appunto riuniti a Parigi i filologi che potevano comunicare e confrontare i piimi risultati concreti ottenuti in un decennio di sperimentazione, cioè nei dieci anni trascorsi da quando un pioniere in questo campo, il benedettino dom Jacques Froger aveva pub blicato La criiique des iextes et son automatisation (Paris 1968) 4

E il primo contributo al Colloque è, negli atti (pp 13 22), quello di dom Froger, La méihode de Dom Quentin la méthode des distances et le prò blème de la contatnination che apre anche il gruppo di contributi intitolato dagli editori Questions préliminaires

La comunicazione è da segnalare per il sostanziale realismo sulle possibilità dell elaboratore in sé: prima di ricorrervi bisogna scegliere il metodo più adatto allo scopo (perché come tutte le macchine, è uno strumento al ser vizio dell intelligenza umana non un sostituto di essa) Lo studioso che n è autore, insomma conferma l'impostazione data dieci anni prima (nel! opera citata) ai problemi connessi con l'« automatisation » del lavoro filologico (fin allora fatto «à la main») Tale impostazione consisteva soprattutto in un ri pensamento e aggiornamento, in base alle ricerche più recenti del Froger e di altri, della teoria della critica testuale, con la chiara distinzione di ciò che i filologi avevano fin allora ottenuto, in fatto di perfezionamento del metodo e di risultati, applicando la propria logica professionale, e di ciò che si sa rebbe potuto ottenere, sul piano teorico e su quello dell uso pratico del l'elaboratore elettronico, applicando la teoria matematica degl insiemi5.

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Quest applicazione e l'uso dell elaboratore non avrebbero condotto all «automatizzazione» in senso stretto di tutte le operazioni previste dal «programma», ma solo di quelle che, pur compiute dall'uomo, sono «mec camelie» (come gli estratti, i conteggi, le trascrizioni, la confezione e la classificazione delle schede e simili), anche se già allora il progresso delle lettronica faceva intravedere più numerose e più grandi possibilità 6 Dieci anni (e, ora, dodici) non sono bastati a tutte queste possibilità per divenire realtà segno che i problemi teorici, tecnico pratici ed economici da risol vere sono più grossi e numerosi di quanto sembrasse nel 1968

È evidente, fra l'altro, che il maggiore approfondimento dell esame critico a cui lo studioso sottopone il metodo di dom Quentin in questo contributo, rispetto ali opera del 1968 7 consiste, sì in un perfezionamento della teoria del Froger, ma senza che sia detto in qual modo esso sia dovuto ai dieci anni in più di esperienza acquistata con l'elaboratore

II Froger propone una correzione del metodo di dom Quentin 8 che, per ricostruire il concatenamento genealogico dei testimoni (manoscritti) di un testo nonostante la contaminazione, ricorreva a un confronto a tre sulla base dei luoghi concordanti (cioè fra due manoscritti egli cercava col calcolo di tali concordanze, un terzo, da ritenere l'intermediare, quello inter medio, fra i due) II Froger dimostra che, se si analizza meglio il metodo Quentin, esso suggerisce una soluzione migliore del problema: è molto più produttivo e semplice tener conto non dei luoghi concordanti (accords), ma di quelli discordanti (désaccords différences), calcolando così le «distanze» fi a i manoscritti (o i gruppi di manoscritti), le cui cifre corrispondenti ba stano di per sé a rivelare i testimoni intermedi e i concatenamenti Solo nel caso di forte contaminazione dei manoscritti (o di un certo numero) non servono né il vecchio metodo quentiniano né il metodo deEe distanze, al meno ai fini della ricerca dei rapporti genealogici; ma in tal caso si può tentare di stabilire in che misura i manoscritti si avvicinino o si aEontanino gli uni dagli altri Applicando questo tentativo ai circa 400 manoscritti usati per l'edizione critica del Graàuel Romain dai benedettini di Solesmes e ri portando i dati su una carta dell Europa occidentale, il grafico che ne ri sulta mostra che i manoscritti si raggnippano o si allontanano gli uni dagliPage 278 altri secondo le aiee e ninnali: (irta, piovine e nazioni, lingue (mencie gli Ordini, religiosi tentializzaii diurno luogo a grupm eli manoselitti o con scarsa relazione con la geografìa)

Jean Duplacy, nel secondo contributo, Préalables philologiques à la classifica tion automatique des états d'un texte (pp 23 33), insiste sull importanza della corretta preparazione dei dati da fornire ali elaboratore per ricerche sui testimoni di un testo (egli preferisce parlare di états d un texte stati di un testo e ne spiega il motivo a p 24 n 0 2): données prétaxìnomiques (dati pretassonomici) II Duplacy è un filologo neotestamentario e il grande numero dei testimoni del Nuovo Testamento aggrava i problemi di scelta degli «stati» di un testo (pp 25 26), delle parti del testo da collazionare (pp 26 27) e delle varianti da eliminare o conservare (pp 28 29) In questi tre capitoli affronta tutte le questioni che la necessità di normalizzare e di limitarsi a una campionatura statistica pone ali editore di testi Nel quarto (pp 29 31) il D si occupa di lieux variants variantes principales variantes relatives tentando e proponendo una terminologia più rigorosa sulla base di nuove definizioni; cosa evidentemente di grande importanza teorica e pra tica «in un settore in cui la filologia alla scuola della matematica è invitata ad applicare un maggior rigore e più obiettività nell'analisi di alcuni dei suoi problemi» (p 31)

Edward A Heinemann, in hangage métrique la variante et la chanson d,e geste (pp 35 43) presenta la problematica particolare di questo genere (o sottogenere se si preferisce) letterario francese Le costrizioni metriche della chanson de geste (1 autore si occupa soprattutto della Chanson de Ro land) hanno un peso singolare nella tradizione manoscritta delle opere di tal genere più di quelle d ogni altro, perché, per es , « la cesura e la fine del verso rappresentano quasi sempre una pausa sintattica importante, come la fine d una proposizione /+ + +/ 9» Questo fatto rende i versi e gli emistichi più indipendenti, cioè più soggetti a ripetizioni con variazioni e sostituzioni di parole e di frasi, cioè a una specie di contrappunto verbale II linguaggio metrico così, contribuisce fortemente alla proliferazione delle varianti nella trasmissione del testo S impone «lo studio degli elementi che entrano nella generazione delle varianti» e delle specie di varianti, formandone un repertorio con l'elaboratore, per cogliere soprattutto «sul vivo» latto dell inno vazione, che fa parte della natura della chanson de geste

Cesare Segre, nel quarto contributo, Les transcriptions en tant que diasystè mes (pp 45 49) insiste sulla complessità del processo di trascrizione: in esso vengono a contatto il sistema attuato da quella speciale struttura linguistica che è l'«immagine del testo» e il sistema linguistico dei copista il molto raro che il copista possa mantenere intatto il sistema del testo: più spesso, specie se la lingua o il dialetto di chi trascrive sono diversi da quelli del testo, il suo sistema in qualche modo si sovrappone a quello del testo ePage 279 reagisce con esso, ossia ogni trascrizione costituisce come una «creolizza zione » del testo medesimo (1 autore con questo termine allude espressa mente aUa formazione composita e compromissoria delle lingue «creole») Ogni trascrizione, ogni manoscritto dunque, rappresenta un diasistenta La ricostituzione di...

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