Criminalità organizzata transnazionale, globalizzazione e ruolo di cooperazione internazionale

AutoreVincenzo Musacchio
Pagine4-5
769
Rivista penale 9/2018
Dottrina
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
TRANSNAZIONALE,
GLOBALIZZAZIONE
E RUOLO DI COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE (*)
di Vincenzo Musacchio
Il concetto di criminalità organizzata transnazionale
non è facilmente determinabile poiché non esiste nessuna
def‌inizione né in diritto penale tantomeno in criminolo-
gia. Le organizzazioni criminali transnazionali, inoltre,
differiscono sostanzialmente l’una dall’altra per struttura
organizzativa, tipi di attività, dimensione ed estensione
territoriale.
Nonostante questa carenza sul concetto di criminali-
tà organizzata transnazionale, diversi elementi peculiari
sono evidenti nelle maf‌ie di tutto il mondo. In primis, tali
organizzazioni criminali commettono reati utilizzando la
violenza laddove non riescono a imporsi mediante l’uso di
strumenti corruttivi. I gruppi criminali, inoltre, operano
sempre sotto la direzione di leader (boss o capi maf‌ia) e
sebbene siano ben organizzati, la loro struttura è parzial-
mente permanente e muta soprattutto quando il gruppo
opera fuori dal proprio territorio di pertinenza.
La criminalità organizzata transnazionale agisce attra-
verso una rete di gruppi omogenei collegati tra loro in pie-
no regime di solidarietà, complicità e ferreo ordine gerar-
chico. Le associazioni criminali transnazionali sono attive
in una molteplicità di campi che vanno dalle frodi banca-
rie, alla criminalità informatica, dal traff‌ico di droga, mer-
ci o persone, f‌ino all’accaparramento di fondi statali. Al
f‌ine di raggiungere i loro obiettivi e proteggere gli incom-
mensurabili interessi economici, tali organizzazioni sono
disposte a usare qualsiasi strumento, violento o meno, pur
di incrementare i loro interessi economico-commerciali
sparsi in tutto il globo. Come non è arduo comprendere, le
loro pratiche criminali non sono mai limitate ai soli conf‌i-
ni nazionali. Nella Convenzione contro la criminalità orga-
nizzata transnazionale (CATOC), le Nazioni Unite hanno
stabilito che il reato (l’offesa) è di natura transnazionale:
(a) se è commesso in più di uno Stato; (b) se è commesso
in uno Stato ma parte della sua preparazione, pianif‌icazio-
ne, direzione, o il controllo ha luogo in un altro Stato; (c)
se è commesso in uno Stato ma coinvolge un gruppo crimi-
nale organizzato che s’impegna in attività criminali in più
di uno Stato; (d) se è commesso in uno Stato ma produce
effetti sostanziali in un altro Stato. In un precedente docu-
mento, le Nazioni Unite elencarono anche diverse catego-
rie di reati rientranti nel concetto di criminalità organiz-
zata transnazionale: riciclaggio di denaro sporco, attività
terroristiche, furto di arte e di oggetti di valore artistico,
furto di proprietà intellettuale, traff‌ico illecito di armi,
dirottamento aereo, pirateria marina, frode assicurativa,
crimini informatici, reati ambientali, traff‌ico di persone,
commercio di parti del corpo umano, traff‌ico di droga,
bancarotta fraudolenta, inf‌iltrazione maf‌iosa in affari le-
gali, corruzione di funzionari pubblici come def‌initi nella
legislazione nazionale, corruzione di funzionari di partito
ed eletti e rappresentanti come def‌initi nella legislazione
nazionale e altri reati commessi sempre da gruppi crimi-
nali organizzati. Sulla complessità della materia ci sono
stati molteplici dibattiti dottrinali che si sono concentrati
anche sulla relazione tra globalizzazione e crimine orga-
nizzato. Personalmente ritengo che, la globalizzazione sia
stata uno dei più grossi affari per le maf‌ie di tutto il mondo
poiché è stata utile soprattutto ad ampliare i propri inte-
ressi criminali a livello internazionale.
La globalizzazione ha facilitato il commercio interna-
zionale e lo scambio di merci e di conseguenza ha aumen-
tato anche la diff‌icoltà di controllo sulle attività illecite e
l’esecuzione di leggi che intendevano frenare questi feno-
meni. Il sistema f‌inanziario globalizzato e la conseguen-
te deregolamentazione hanno agevolato il riciclaggio di
denaro consentendo di nascondere i prof‌itti illeciti delle
maf‌ie mondiali. In altre parole - pur se cosciente della mia
tesi temeraria - sono convinto assertore del fatto che della
deregolamentazione f‌inanziaria benef‌iciano soprattutto le
maf‌ie perché, di fatto, si consente loro di riciclare dena-
ro attraverso il collocamento, la stratif‌icazione e la piena
integrazione nel sistema f‌inanziario legale. Il processo di
globalizzazione nel suo sviluppo ha generato vincitori e
perdenti. Il suo effetto dirompente ha, in concreto, cau-
sato maggiore disuguaglianza e povertà in tutto il mondo.
Hanno chiuso piccole imprese, aziende e molte famiglie
sono f‌inite sul lastrico. Questi effetti hanno reso più forti
le maf‌ie che in questa crisi hanno potuto offrire opportu-
nità e lavoro ponendo – per assurdo – rimedio alla distri-
buzione disuguale del reddito. Le maf‌ie mondiali hanno

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