Corte Di Cassazione Penale Sez. Un., 21 Settembre 2016, N. 39131 (C.C. 24 Novembre 2015)

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Arch. nuova proc. pen. 6/2016
Contrasti
CORTE DI CASSAZIONE PENALE
SEZ. UN., 21 SETTEMBRE 2016, N. 39131
(C.C. 24 NOVEMBRE 2015)
PRES. SANTACROCE – EST. DAVIGO – P.M. VIOLA (CONF.) – RIC. P.G. IN PROC.
VENTRICE
Indagini preliminari y Arresto in f‌lagranza e fer-
mo y Stato di f‌lagranza y Informazioni assunte da
parte della vittima o di terzi nella immediatezza
del fatto y Ammissibilità y Esclusione.
. Non può procedersi all’arresto in f‌lagranza sulla base di
informazioni della vittima o di terzi fornite nella imme-
diatezza del fatto. (Mass. Redaz.) (c.p.p., art. 382) (1)
(1) Questa pronuncia dipana un contrasto che essenzialmente si
basa sul riconoscimento o meno della condizione di “quasi f‌lagranza”
nella commissione del reato qualora l’inseguimento dell’indagato da
parte della p.g. sia stato iniziato e proseguito, sfociando nell’arre-
sto, non già su iniziativa della stessa e quindi per diretta percezione
dei fatti, ma per effetto di informazioni fornite dai terzi. Secondo un
primo orientamento in questa ipotesi non potrebbe riconoscersi la
quasi f‌lagranza per mancanza dell’inequivoco collegamento tra fatto
e reato: in tal senso si vedano Cass. pen., sez. III, 17 agosto 2015, n.
34899, in Ius&Lex dvd n. 2/2016, ed. La Tribuna; Cass. pen., sez. I,
16 ottobre 2014, n. 43394, in questa Rivista 2015, 42; Cass. pen., sez.
IV, 5 aprile 2013, n. 15912, ivi 2014, 399; Cass. pen., sez. I, 17 marzo
1997, in Ius&Lex dvd n. 2/2016, ed. La Tribuna. In senso difforme si
pone un altro orientamento, più risalente, ma ribadito recentemente,
che riconosce l’ipotesi della “quasi f‌lagranza” e della f‌lagranza, per il
caso che la p.g., assunte le informazioni dalla persona offesa o dai
testimoni presenti al fatto, intervenga e, senza alcuna interruzione
dell’attività investigativa, addivenga all’arresto dell’indagato. Si ve-
dano in tal senso Cass. pen., sez. III, 27 maggio 2015, n. 22136, in
Ius&Lex dvd n. 2/2016, ed. La Tribuna; Cass. pen., sez. II, 16 dicem-
bre 2010, n. 44369, ibidem; Cass. pen., sez. IV, 12 settembre 2006, n.
29980, in Riv. pen. 2007, 528.
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
1. I Carabinieri della stazione di Caulonia Marina, il 21
giugno 2014, in via Allaro della frazione Focà di quel co-
mune, trassero in arresto Carmelo Ventrice nella ritenuta
«quasi f‌lagranza» del delitto di lesione personale aggrava-
ta (dall’uso di un coltello), commesso in danno di Rocco
Belcastro, rappresentando quanto segue nel relativo pro-
cesso verbale.
1.1. Su disposizione impartita dalla centrale operativa
del comando della compagnia (in seguito alla telefonata
colla quale la moglie del Belcastro, Caterina Siciliano,
aveva denunziato il reato), una pattuglia dei militari si
era recata presso la tabaccheria gestita dal f‌iglio della vit-
tima, sita nella ridetta via Allaro, constatando la presenza
all’interno del locale dello stesso Belcastro, ferito superf‌i-
cialmente al cuoio capelluto, al lobo dell’orecchio sinistro
e al braccio sinistro.
La vittima aveva dichiarato che era stata accoltellata
da tal Carmelo, soprannominato lo Zingaro. E di tanto i
componenti della pattuglia avevano prontamente infor-
mato il maresciallo comandante della stazione.
1.2. In precedenza Belcastro, mentre si dirigeva in bi-
cicletta alla volta del proprio terreno, era stato raggiunto,
lungo via Aguglia, da Ventrice; costui aveva reiterato le
rimostranze, espresse quella stessa mattinata, per la man-
cata restituzione di una bilancia; e, nonostante Belcastro
avesse rinnovato l’assicurazione che avrebbe restituito l’u-
tensile, Ventrice dapprima gli aveva sferrato alcuni calci
alle gambe; quindi aveva prelevato dalla cassetta porta
oggetti della propria bicicletta un coltello e aveva colpito
più volte l’interlocutore, ferendolo.
La vittima si era sottratta alle ulteriori coltellate, fug-
gendo e riparando in cerca di aiuto presso il campo del suo
vicino, Giuseppe De Vito, il quale lo aveva prontamente
soccorso.
Era sopraggiunto Ventrice, brandendo l’arma e profe-
rendo minacce di morte. Ma De Vito, intimando pressan-
temente a Ventrice di desistere, aveva posto termine alla
aggressione; aveva, quindi, accompagnato Belcastro in via
Allaro, presso la tabaccheria del f‌iglio.
Dal locale la Siciliano aveva, poi, chiamato i Carabinieri.
1.3. Il maresciallo comandante della stazione, sulla
base delle indicazioni onomastiche del feritore trasmesse-
gli dai componenti della pattuglia (in seguito alle dichia-
razioni rese loro dalla vittima), pervenne subito alla iden-
tif‌icazione di Ventrice, persona a lui nota per pregressa
conoscenza; si recò, quindi, anche egli presso la frazione
Focà e ivi, avendo avvistato Ventrice nelle adiacenze della
tabaccheria Belcastro, lo arrestò.
In concomitanza dell’arresto i Carabinieri procedet-
tero a perquisizione personale, veicolare e domiciliare a
carico dell’arrestato allo scopo di sequestrare il coltello e
cose pertinenti al reato.
Tutte e tre le perquisizioni diedero esito negativo.
2. ll Giudice per le indagini preliminari del Tribunale
di Locri, all’esito dell’interrogatorio dell’arrestato, senti-
to il difensore, ha deliberato di non convalidare l’arresto,
rigettando la richiesta in tal senso formulata dal Pubblico
Ministero.
Pur riconoscendo il concorso di gravi indizi di reità, in
ordine al delitto di lesione personale pluriaggravata, ai
sensi degli artt. 582, 585, secondo comma, n. 2, e 61, primo
comma, n. 1, c.p., e di esigenze cautelari, il giudice a quo

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