Corte di cassazione civile sez. VI, ord. 13 novembre 2014, n. 24187

Pagine359-360
359
giur
Arch. giur. circ. e sin. strad. 4/2015
LEGITTIMITÀ
personalmente sul proprio veicolo (come infatti è avve-
nuto): donde la logica conclusione che egli stesso, diret-
tamente o ricorrendo all’opera altrui, fosse stato l’autore
della contraffazione.
Non vale obiettare che l’imputazione si riferisse soltanto
all’uso del documento contraffatto. In realtà, sebbene la de-
scrizione del fatto ponesse in particolare rilievo le modalità
di utilizzo del pass, il reato contestato era precisamente
quello previsto e punito dagli artt. 482 e 477 c.p.: il che si-
gnif‌ica che l’accusa riguardava precisamente l’aver contraf-
fatto un’autorizzazione amministrativa, facendone poi uso.
2. Al rigetto del ricorso consegue la condanna del ricor-
rente al pagamento delle spese processuali. (Omissis)
corte di cassazione civile
sez. vi, ord. 13 novembre 2014, n. 24187
pres. finocchiaro – est. ambrosio – ric. panella (avv. alfonsi) c.
unipol assicurazioni s.p.a. ed altri (avv. venta)
Assicurazione obbligatoria y Risarcimento danni
y Azione diretta nei confronti dell’assicuratore y E
del proprietario del veicolo y Dichiarazioni confes-
sorie del conducente non proprietario y Libero ap-
prezzamento del giudice y Nei confronti del condu-
cente conf‌idente medesimo y Valore di piena prova.
. In tema di risarcimento del danno derivante dalla
circolazione dei veicoli a motore, la confessione prove-
niente da un soggetto litisconsorte facoltativo, qual è il
conducente danneggiante non proprietario del veicolo,
rispetto all’assicuratore ed al proprietario dello stesso,
è liberamente apprezzabile dal giudice nei riguardi di
costoro in applicazione dell’art. 2733, terzo comma, c.c.,
mentre ha valore di piena prova nei confronti del mede-
simo conf‌idente, come previsto dall’art. 2733, secondo
comma, c.c. (c.c., art. 2054; c.c., art. 2733; c.p.c., art.
103; d.l.vo 7 settembre 2005, n. 209, art. 144) (1)
(1) In senso conforme si veda Cass. civ. 7 maggio 2007, n. 10304,
in questa Rivista 2008, 168. Utili ragguagli, nel caso in cui l’autore
del danno sia il proprietario del veicolo, sono offerti da Cass. civ. 13
febbraio 2013, n. 3567, ivi 2013, 632. Sul tema, per quanto riguarda
il valore probatorio della confessione resa dal danneggiante, si veda
Cass. civ. 29 marzo 2000, n. 3785, ivi 2001, 394.
svolgimento del processo e motivi della decisione
È stata depositata in cancelleria la seguente relazione:
«1. Con sentenza in data 20 giuno 2012 il Tribunale
di L’Aquila decidendo sull’appello proposto da Cristian
Panella nei confronti di Antonio Paiola, di Aquilav 2 s.n.c.
e dell’Aurora Assicurazioni (già Winterthur Assicurazio-
ni s.p.a. e poi Unipol Assicurazioni) - ha confermato la
sentenza n. 518/2007 del Giudice di pace di L’Aquila di
rigetto della domanda di risarcimento danni da incidente
stradale, ritenendo che le dichiarazioni confessorie rese
dal convenuto contumace Antonio Paiola (conducente
dell’automezzo antagonista rispetto a quello del Panella)
dovessero essere liberamente apprezzate in applicazione
dell’art. 2733 c.c. in tema di confessione resa solo da alcu-
ni litisconsorti.
In particolare la Corte territoriale ha ritenuto che le
dichiarazioni dell’interrogando, valutate unitamente alle
altre risultanze probatorie, non consentissero di ritenere
acquisita la prova dell’effettivo accadimento dei fatti espo-
sti a fondamento della domanda.
2. Avverso detta decisione ha proposto ricorso per cas-
sazione Cristian Panella formulando due motivi.
La Unipolsai Assicurazioni s.p.a. (nuova denominazio-
ne di Fondiaria SAI incorporante per fusione di Unipol As-
sicurazioni) ha resistito con controricorso.
Nessuna attività difensiva è stata, invece, svolta da
parte degli altri due intimati.
3. Il ricorso può essere trattato in camera di consi-
glio, in applicazione degli artt. 376, 380 bis e 375 c.p.c., in
quanto il primo motivo appare destinato ad essere accolto
nei soli riguardi di Antonio Paiola, assorbito l’altro motivo,
apparendo, invece, nei confronti delle altre parti manife-
stamente infondato.
4. Con i motivi di ricorso si denuncia: I) ai sensi del-
l’art. 360 n. 3 c.p.c. violazione o falsa applicazione degli
artt. 2697 e 2733 c.c.; II) ai sensi dell’art. 360 n. 5 c.p.c.
omessa, insuff‌iciente o contraddittoria motivazione circa
un fatto controverso e decisivo per il giudizio.
4.1. Relativamente al primo motivo va premesso che
è incontroverso che il veicolo asseritamente antagonista
del Panella era di proprietà della Aquilav 2 di Paiola A. &
c., mentre le dichiarazioni confessorie della cui valenza si
controverte sono state rese dal conducente Antonio Paiola
(cfr. in particolare pag. 6 del ricorso, laddove si riporta la
risposta al primo capitolo di interrogatorio indirizzato al
Paiola Antonio, quale conducente del furgone Nissan «di
proprietà della S.n.c. Aquilav di Paiola Alberino & c.»).
Orbene il conducente del veicolo assicurato non è liti-
sconsorte necessario della c.ia di assicurazioni e/o del pro-
prietario-assicurato. Infatti, il litisconsorzio necessario, di
cui all’art. 144 D.L.vo n. 209 del 2005 (Codice delle assicu-
razioni) sussiste solo tra il responsabile (il proprietario
del veicolo) e l’assicuratore, mentre non sussiste, a norma
dell’art. 2054, comma 3, c.c. tra il conducente e tale as-
sicuratore, ovvero tra il primo ed il proprietario, in tal
caso derivando soltanto un’ipotesi di obbligazione solidale
e quindi di litisconsorzio facoltativo. Ciò comporta che nei
confronti dell’assicuratore e del proprietario del veicolo
le affermazioni confessorie rese dal conducente vanno
liberamente apprezzate dal giudice di merito, come è
avvenuto nella fattispecie, mentre esse fanno piena prova
a norma degli artt. 2733-2755 c.c. nei confronti del condu-
cente conf‌itente (Cass. 7 maggio 2007, n. 10304).
Invero - tenuto conto che secondo la consolidata giuri-
sprudenza di questa Corte, conforme all’indirizzo segnato
dalle Sezioni Unite con sentenza 5 maggio 2006 n. 10311,
in ipotesi di litisconsorzio necessario, la confessione resa
da uno dei litisconsorti è liberamente apprezzata dal Giu-
dice in relazione a tutti i litisconsorti e, quindi, anche nei
confronti del conf‌itente ai sensi dell’art. 2733 comma 3
c.c. a fortiori deve ritenersi che la confessione proveniente

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT