Contributo ad una storia della libertà d'informazione: le origini di Internet (1969-1999)

AutoreCostanzo P.
Pagine691-710
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Pasquale Costanzo
CONTRIBUTO AD UNA STORIA DELLA LIBERTÀ DINFORMAZIONE:
LE ORIGINI DI INTERNET (1969-1999)
«Non cè nessun motivo che una persona abbia un computer in casa»
Ken Olsen, Presidente della Digital Equipment Corporation, nel 1977
SOMMARIO: I. Dai caratteri mobili alla televisione digitale: una storia infinita …. - II. Lavvento delle nuo-
ve tecnologie. - III. La numerizzazione delle informazioni. - IV. La genesi americana di Internet. - V.
Linternazionalizzazione di Internet e lo sviluppo delle reti in Italia. - VI. La nascita del diritto della
Rete.
I. Dai caratteri mobili alla televisione digitale: una storia infinita …
È una constatazione abbastanza ovvia che lo sviluppo dellinformazione e della
cultura in genere e corrispondentemente levoluzione e il progresso della stessa so-
cietà risultino da sempre decisivamente influenzati e condizionati dalle tecniche lega-
te alla materializzazione, alla diffusione e alla fruizione della conoscenza1.
In tal senso, del resto, nessuno dubita che un essenziale snodo verso la moderni-
sia stato costituito dallinvenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo,
allorché, tra il 1452 ed il 1456, Johannes Gutenberg se ne servì per la sua famosa Bib-
bia a 42 linee2. Furono però successivamente necessari più di tre secoli perché il 12
luglio 1793 lingegnere francese Claude Chappe riuscisse, per così dire, ad emancipare
un messaggio dalla necessità della sua lettura ravvicinata, grazie a dei rela is meccanici
distanziati tra loro di una dozzina di chilometri e posti ad unaltezza tale da poter essere
avvistati da lontano3.
Il vero salto di qualità fu tuttavia realizzato solo nel 1837, allorché Samuel Morse,
giovandosi degli studi già condotti sullelettromagnetismo da Andrè Mariè Ampère, fu
in grado di trasmettere, attraverso fili conduttori e utilizzando un codice composto da
un insieme di punti e di linee separati da spazi, dati informativi in formato elettrico4. La
1 La celebre Encyclopédie edita da Denis Diderot e da Jean Le Rond D’Alambert tra il 1751 e il 1765
può essere davvero considerata il segno tangibile di una tale p osizione, originatasi non a caso nell’alveo
dell’Illuminismo, caratterizzatosi anche, com’è noto, per lo sviluppo impetuoso della stampa di ogni genere,
alimentato a sua volta dal desiderio di conoscenza di un pubblico sempre più vasto e aperto ad idee anticon-
formiste.
2 In realtà, può dirsi che Gutenberg, con la stampa, inventò anche un vero processo industriale basato
sui caratteri mobili modellati con metallo idoneo ad essere rifuso, ottenuti come un calco su una matrice, su
un particolare processo di composizione e sulla “macchina da stampa” quale poteva, in quel frangente, esse-
re considerato il torchio; sul tema in generale, cfr. A. PIERRE - F. TERROU, Histoire de la presse, Paris,
PUF, 1996. In merito, comunque, è d’obbligo il rinvio a H. M. MCLUHAN, La gala ssia Gutenberg, Nascita
dell’uomo tipografico (trad. it.), Roma, 1976.
3 Può essere interessante ricordare come l’attenzione istituzionale per una simile invenzione fu testi-
moniata dal finanziamento accordato a Chappe, da parte della Convenzione rivoluzionaria, a valere sui
“fondi liberi di guerra”, e dalla sua nomina a “ingénieur télégrap he” con decreto della stessa Convenzione
del 26 luglio 1793. In proposito, cfr. H. GACHOT, Le télégr aphe optique de Claude Chappe Stra sbourg-
Metz-Paris et ses embranchements, Saverne, Imprimerie et édition savernoises, 1967.
4 Cfr., in proposito, J.W. CAREY, Technology and ideology: the case of the Telegraph, nella raccolta
di saggi dello stesso J.W. CAREY, Co mmunication as culture: Essays on Media and society, Winchester,
1989.
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semplicità ed insieme genialità del sistema ne decretò un rapido successo in tutto il
mondo, a cominciare dallormai leggendaria linea telegrafica Washington - Baltimora
nel 18445, men tre nel 1858, con la posa del primo cavo sottomarino, Europa e Sta ti
Uniti poterono per la prima volta comunicare nellarco di appena qualche frazione di
secondo6.
Da allora, alle scoperte e alle invenzioni nel campo comunicativo, è stata impressa
una forte e progressiva accelerazione. Dopo solo pochi anni infatti, nel 1878, Alexan-
der Graham Bell allestì, beninteso, sulla scorta dei lavori di Antonio Meucci, il primo
impianto telefonico nella città di New Haven nello Stato americano del Connecticut7,
mentre la prima, sia pur rudimentale, sperimentazione della radio, data al settembre
1895, quando Guglielmo Marconi riuscì a trasmettere un segnale (i tre punti della lette-
ra S in codice Morse) mediante un oscillatore asimmetrico con lausilio in trasmis-
sione e ricezione di un filo dantenna, grazie soltanto alle onde elettromagnetiche attra-
verso letere8.
Otto anni più tardi, nel settembre del 1903, lo stesso Marconi, a bordo della nave
Lucania, sullonda del successo avuto lanno precedente in merito alla possibilità della
trasmissione bidirezionale tra le due sponde dellAtlantico, introduceva, con la pubbli-
cazione regolare di giornali a bordo durante la navigazione oceanica, il primo servizio
stampa tra lEuropa e lAmerica9.
La prima televisione, di tipo ancora elettromeccanico, denominata significativa-
mente Radiovision, veniva realizzata non molto tempo dopo dallingegnere scozzese
John Logie Baird (la data fatidica fu il 27 gennaio nel 1926)10, utilizzando il sistema
escogitato dallo scienziato Paul Nipkow11, e già lanno successivo la BBC, avvalendosi
di tale strumentazione, era in grado di trasmettere immagini formate da 30 linee cia-
scuna fino a 20 chilometri di distanza. La stessa BBC adotterà però nel 1936 il più a-
vanzato sistema completamente elettronico della Marconi-EMI, mentre, nello stesso
anno, si riuscirà in Germania, sia pure attraverso un complicato sistema misto tra pelli-
cola e scansione elettronica, a ritrasmettere le immagini delle Olimpiadi di Berlino12.
Dopo la pausa dovuta al secondo conflitto mondiale, arrivò il momento della spe-
rimentazione della televisione a colori, che ebbe il suo esordio ufficiale negli Stati Uni-
ti nel 195313, dandosi così avvio ad una fase completamente nuova nella storia del
5 Il primo messaggio, telegrafato dalla Supreme Court Room in Campidoglio a Washington, fu, com’è
noto, il seguente:“What hath God wrought”.
6 Cfr., in proposito, B. WINSTON, Media Technology and Society. A History from the Telegraph to the
Internet, London, 1998.
7 Su questo mezzo comunicativo, cfr., da ultimo, D. BORRELLI, Il telefono, Napoli, 2000. Sulla figura
del suo inventore, cfr. F. CAPELVENERE, Meucci: l’uomo che ha inventato il telefono, Firenze, 2003.
8 La bibliografia su Marconi e le sue invenzioni è pressoché sterminata: sullo scienziato, cfr., comunque,
AA.VV., Guglielmo Marconi. Genio, storia e modernità, a cura di G. FALCIASECCA - B. VALOTTI, Milano, 2003;
sull’invenzione, cfr. D. DOGLIO e G. RICHERI, La radio. Origini, storia, modelli, Milano, 1980.
9 La pubblicazione del “Cunard Bullettin”, così si chiamava il giornale in questione, avvenne con la
collaborazione del marchese Luigi Solari, Tenente di Vascello ed ingegnere, che, in veste di delegato del
Governo italiano, ne farà circolare copia durante la Conferenza Radiotelegrafica Internazionale di Berlino
dello stesso anno, suscitando grande impressione.
10 Cfr. P. ALBERT - A. TUDSQ, Storia della ra dio e della televisione (trad. di Paola Paggi), Bari, 1983.
11 Sulla figura di Nipkow e sulla sua attività durante il III Reich, cfr. Nipkow, Paul J ulius Gottlieb, a
cura di B. ROLLKA - V. SPIESS - B. THRIENE, in Berliner Biographischer Lexikon, ad vocem, Berlin, 1993.
12 Si deve sempre alla BBC, nel maggio del 1938, il primo evento in diretta TV della storia: l’incoro-
nazione di re Giorgio VI.
13 Funzionante secondo lo standard NTSC, acronimo di National Television Systems Committee (iro-
nicamente ribattezzato dai suoi detrattori Never Twice the Same Color, ossia mai due volte lo stesso colore!)
che si diffonderà anche in Giappone, Canada e in parte dell’America Latina. Com’è noto, il sistema sarà
successivamente adottato e perfezionato in Europa nel 1962 (sistema PAL, acronimo di Phase Alternate
Line), ad eccezione della Francia, la quale, nel 1961, sotto l’impulso dello scienziato Henri de France, aveva

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