Consultazioni pubbliche online: quadro normativo e analisi di casi

AutoreGiada Lo Cascio
CaricaL'A. è dottoressa in giurisprudenza all'Università degli Studi di Pisa
Pagine63-110
Consultazioni pubbliche online:
quadro normativo e analisi di casi
GIADA LOCA SCI O
SOMM ARI O:1. Premessa – 2. L’esperienza comunitaria: caratteristiche generali e
piattaforma utilizzata – 2.1. YourVoice: la vostra voce in Europa – 2.2. Le “nuove”
consultazioni comunitarie: il sito della Commissione – 3. Le consult azioni pubbliche in
Italia: il por tale Partecipa! – 3.1. La consult azione sul quarto rapportodi aggior namen-
to sull’attuazione della convenzione di Aahrus – 3.2. La consultazione sul Terzo Piano
d’Azione Nazionale – 3.3. La consultazione pubblica sul servizio pubblico radiofonico,
televisivo e multimediale – 3.4. La consult azione sulle riforme costituzionali – 3.5. La
Buona Scuola – 4. I portali regionali per le consult azioni online – 4.1. ioPartecipo+:
la piattaforma dell’Emilia Romagna – 4.2. PartecipaToscana: la piattaforma della
Regione – 5. L’utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei comuni: il caso di Pistoia –
6. Le consultazioni online delle autorità indipendenti: il casodell’Autorità nazionale
anticorruzione – 6.1. Consult azione sullo schemadi Linee guida recanti indicazioni
operative ai f‌ini della def‌inizione delle esclusioni e dei limiti all’accesso civico di cui
all’art. 5 co. 2 del d.lgs. 33/2013 – 6.2. Consultazione sullo schema di Linee guida
recanti indicazioni sull’attuazione dell’art. 14 del d.lgs. 33/2013 «Obblighi di pubbli-
cazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o
di governo e i titolari di incarichi dirigenziali» come modif‌icato dall’art. 13 del d.lgs.
97/2016 – 6.3. Alcune osservazioni sui contributi – 7. Conclusioni
1. PRE MES SA
Le tecnologie ICT sono oggi parte integrante dell’esistenza dei cittadini,
avendo raggiunto un livello di pervasività che f‌ino a vent’anni fa non sarebbe
stato immaginabile. Lo stato di “connessione perenne” fa sì che enormi
quantità di dati vengano riversati continuamente sulla rete, creando un bacino
di conoscenza collettiva in continuo divenire, a cui ciascuno è in grado di
attingere continuamente, così come è in grado di contribuire più o meno
consapevolmente.
L’A. è dottoressa in giurisprudenza all’Università degli Studi di Pisa. Questo scritto è
una rielaborazione della tesi discussa al termine del master di II livello “Internet EcoSystem:
Governance e diritti” dell’Università degli Studi di Pisa; la ricerca di cui si dà conto è stata
condotta durante il tirocinio svolto presso l’ITTIG-CNR.
Edizioni Scientif‌iche Italiane ISSN 0390-0975
64 Informatica e diritto /Studi e ricerche
Il continuo scambio di quest’ingente mole di dati e informazioni reperibili
online è la premessa logica di quella che viene comunemente def‌inita società del-
l’informazione e della conoscenza e della conseguente riduzione dell’asimmetria
informativa alla base del rapporto tra governanti e governati1.
L’esercizio dei diritti politici e in particolare della partecipazione democra-
tica dei cittadini all’esercizio del potere assume in quest’ottica nuove prospet-
tive
2
, perché il web 2.0 attraverso i social network ha rivoluzionato il rapporto
tra gli utenti della rete trasformandoli da meri fruitori di contenuti in soggetti
attivi nella produzione e nello scambio di informazioni con conseguenze sia
nel rapporto peer to peer, da utente a utente, sia in quello tra poteri pubblici e
privati cittadini3.
In questo contesto è andata maturando una nuova dimensione della cit-
tadinanza, connessa sia all’apertura di nuove prospettive di esercizio delle
prerogative democratiche, sia alla possibilità di sfruttare le nuove tecnologie
per usufruire dei servizi pubblici erogati attraverso di esse4.
1
T. PUCCI,Il diritto all’accesso nella societ à dell’informazione e della conoscenza. Il digital
divide, in questa Rivista, 2002, n. 2, pp. 131-132.
2
Dimostrate di recente dalle vicende di Seattle e delle c.d. primavere arabe. P. MARS OCCI ,
Cittadinanza digitale e potenziamento della partecipazione politica, in F. Marcelli, P.Mar socci,
M. Pietrangelo (a cura di), “La rete Internet come spazio di partecipazione politica, una
prospettiva giuridica”, Napoli, Editoriale Scientif‌ica, 2015, p. 45.
3
Vedi S. RODOTÀ,Il mondo nella rete. Quali i diritti, quali i vincoli, Roma-Bari, Laterza,
2014, pp. 7-8.
4
La concreta possibilità di realizzare un’eff‌icace dimensione digitale della cittadinanza è
subordinata alla preliminare valutazione delle problematiche connesse al dirittodi accesso e
al superamento del divario digitale. Si rimanda a tal proposito all’ampia letteratura esistente
sull’argomento: M. PIE TRA NGEL O,Oltre l’accesso ad Internet, tra tutele formali e interventi
sostanziali in M. Nisticò, P. Passaglia(a cura di), “Internet e Cos tituzione”, Attidel convegno
(Pisa, 21-22 novembre 2013), Torino, Giappichelli, p. 180 ss.; A. VALAS TRO,Le garanzie di
effettività del diritto di accesso ad Internet e la timidezza del legislatore italiano, in M. Pietrangelo
(a cura di) “Il diritto di accesso ad Internet. Atti della tavola rotonda svolta nell’ambito
dell’IGF Forum Italia 2010 (Roma, 30 novembre 2010)”, Napoli,Edizioni Scientif‌iche Italiane,
2011, pp. 45-58; sull’introduzione nella Carta Cos tituzionale del dirittodi accesso vedi, ex
plurimis, A. ROSSE TTI,È necessar io il diritto di accesso alla rete?, in M. Pietrangelo (a cura
di), “Il diritto di accesso ad Internet”, cit., pp. 89-97; G. AZ ZARI TI,Internet e Costituzione,
in “Costituzionalismo.it”, 2011, n. 2; G. SC ORZA ,Accedo ergo sum, in M. Pietrangelo (a cura
di), “Il diritto di accesso ad Internet”, cit., p. 131. Per una panoramica sul divario digitale a
livello nazionale e internazionale cfr. R. PISA,Il digit al divide e le iniziative per superarlo,in
F. Marcelli, P. Marsocci, M. Pietrangelo (a cura di), “op. cit.”, p. 149 ss. In particolare per
quel che concerne l’Italia e la lotta al divario di tipo infrastrutturale, vedi la Strategia italiana
per la Banda Ultralarga, pubblicata su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri il
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G. Lo Cascio /Consultazioni pubbliche online: quadro normativo e analisi di casi 65
Già nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per gli
anni 2000-2003 era stata intuita la rilevanza che l’innovazione tecnologica
avrebbe assunto tanto a livellodi per formance dellapubblica amminis trazione
5
quanto di rinnovamento e trasformazione dell’organizzazione sociale, con la
progressiva diffusione di una “cittadinanza digitale”, più partecipe e interattiva
nelle relazioni con i vari livelli di governo. Pochi anni dopo, con il d.lgs. 82
del 7 marzo 2005 meglio conosciuto come Codice dell’Amministrazione
Digitale, coerentemente con le istanze perorate dal Governo con il DPEF
2000-2003, il legislatore sanciva attraverso la norma contenuta nell’art. 9 la
“Partecipazione democratica elettronica”, ponendo a carico delle pubbliche
amministrazioni l’impegno a favorireogni forma di uso delle nuove tecnologie
per promuovere una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti
all’estero, al processo democratico e per facilitare l’esercizio dei diritti politici
e civili sia individuali che collettivi6.
Nell’atteggiamento del legislatore si ravvisa un duplice intento: da un lato
quello di promuovere l’informatizzazione della pubblica amministrazione, sia
per colmare il gap con l’Europa sia per renderla più accessibile, più trasparente,
ma anche più eff‌icace ed eff‌iciente
7
; dall’altro, quello di favorire e consentire
3 marzo 2015. Per approfondimenti in merito ai prof‌ili costituzionali della lotta al divario
digitale, vedi L. NANNI PIE RI,La dimensione costituzionale del digital divide, in M. Nisticò, P.
Passaglia (a cura di), “Internet e Costituzione”, cit., p. 189 ss.
5
MINI STERO DE L TESORO,DE L BILANC IO E DEL LA PROGRA MMAZ IONE ECO NO-
MIC A,Documento di Programmazione Economico-Finanziaria per gli anni 2000-2003, p. 68.
6
Ad oggi, il DESI (Digital Economy and Society Index), ossia «a composite index that
summarises relevant indicators on Europe’s digital performance and tracks the evolutionof
EU member states in digital competitiveness», basato sui cinque criteri della connettività
(e cioè la distribuzione e la qualità dell’infrastruttura a banda larga), del capitale umano (le
competenze digitali di base della cittadinanza), dell’utilizzo di Internet (che va dall’uso dei
più semplici software per la comunicazione ai servizi più complessi, come l’online banking),
dell’integrazione delle tecnologie digitali (la digitalizzazione delle imprese e la capacità di
queste di sfruttare tali tecnologie per obiettivi di business) e della digitalizzazione dei pubblici
servizi (ad esempio, l’e-government), colloca l’Italia al 25esimo posto in Europa, con risultati
migliori solo rispetto a Grecia, Bulgaria e Romania. Per approfondimenti vedi https://ec.
europa.eu/digital-single-market/en/desi.
7
MINI STERO PER L’INNOVAZ IONE E L E TECNOLO GIE,Linee guida per la promozione
della cittadinanza digitale: e-democracy, Formez, 2004. Vedi anche MIN ISTERO PE R LINNO-
VAZIO NE E LE TEC NOLOGI E,Linee guida del Governo per lo sviluppo della società dell’informa-
zione nella legislatura, Roma, 2002. Tali linee programmatiche giungevanoa coronamento di
un processo ben più antico, caratterizzato da svariati interventi normativi: ad esempio, il d.lgs.
n. 322 del 1989; il d.lgs.n. 39 del 1993, il d.P.R. 513 del 10 novembre 1997, successivamente
abrogato per poi conf‌luire nel d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico in materia di
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