Confedilizia piacenza osservazioni a piano di classifica del consorzio di bonifica di piacenza

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6/2015 Arch. loc. e cond.
VARIE
CONFEDILIZIA PIACENZA
OSSERVAZIONI A PIANO
DI CLASSIFICA DEL CONSORZIO
DI BONIFICA DI PIACENZA
Osservazioni nell’interesse di Associazione Proprietari
Casa-Confedilizia di Piacenza, in persona del legale rap-
presentante dott. Giuseppe Mischi, con sede in Piacenza,
via Sant’Antonino n. 7
avverso
la deliberazione del Consiglio di amministrazione del
Consorzio di Bonif‌ica di Piacenza n. 9 del 10 aprile 2015
recante l’approvazione della proposta di Piano di classif‌ica
per il riparto degli oneri consortili e del testo completo del
Piano di classif‌ica con i relativi allegati tecnici e cartogra-
f‌ia del comprensorio scala 1:25.000.
Con deliberazione del Consiglio di amministrazione n.
9 del 10 aprile 2015, il Consorzio di Bonif‌ica di Piacenza
ha approvato la proposta di Piano di classif‌ica per il ri-
parto degli oneri consortili e del testo completo del Pia-
no di classif‌ica con i relativi allegati tecnici e cartograf‌ia
del comprensorio scala 1:25.000. Come precisato nelle
premesse della relazione generale di cui alla proposta ap-
provata, il Piano di classif‌ica è stato elaborato sulla base
delle Linee Guida regionali per la redazione dei piani di
classif‌ica, adottate con deliberazione della Giunta regio-
nale n. 385 del 24 marzo 2014. Tanto si precisa in quan-
to le suddette Linee Guida sono già state impugnate da
Confedilizia nazionale innanzi al TAR Emilia Romagna. Il
ricorso non è stato ancora deciso e si attende la f‌issazione
dell’udienza di discussione.
Con le presenti osservazioni procedimentali, l’Associa-
zione Proprietari Casa Confedilizia di Piacenza, intende
illustrare prof‌ili d’illegittimità che aff‌liggono anche la pro-
posta di Piano di classif‌ica adottata dal Consorzio di Boni-
f‌ica di Piacenza, invitando l’ente consortile a riesaminare
le parti contestate della proposta di Piano eliminando le
criticità attualmente rilevate nel testo.
Premessa
Il Piano si basa su una serie di dati e informazioni non
sempre (o quasi mai) evidenziate e riportate, cosicché
sebbene si riesca - spesso a fatica - a ricostruire il percorso
logico, non è mai possibile ricostruire il percorso seguito
dal punto di vista quantitativo. In buona sostanza non è
possibile riscontrare dal punto di vista numerico le affer-
mazioni contenute. Assunto di base fondante del Piano di
classif‌ica è quello di giungere alla valutazione del benef‌i-
cio ricavato da ogni singolo immobile dalle opere e dalle
attività di bonif‌ica. A questo f‌ine diventa essenziale la cor-
retta valutazione dei singoli indici tecnici ed economici su
cui basare la valutazione del benef‌icio.
Tutto il processo pianif‌icatorio dovrebbe essere f‌inaliz-
zato a questo obiettivo e la precisione delle relative va-
lutazioni diventa elemento sostanziale. Nella costruzione
del Piano, questo assunto, pur se teoricamente declinato,
diventa man mano sempre più sfumato con il procedere
del processo pianif‌icatorio, sino a perdersi totalmente a
livello dei risultati f‌inali. La complessità del Piano trove-
rebbe giustif‌icazione nel caso portasse all’effettiva valuta-
zione del benef‌icio ritratto da ogni singolo immobile. Ma le
successive approssimazioni, semplif‌icazioni ed omissioni
adottate nel processo, sovrapponendosi, man mano allon-
tanano il risultato effettivo dall’obiettivo teorico e alla f‌ine
portano ad una def‌inizione degli indici e dei rif‌lessi che
le opere e le attività hanno su ogni singolo immobile ben
lontana dalla realtà.
Il Piano, oltre che in buona parte non verif‌icabile, porta
a risultati scollegati dall’effettivo benef‌icio ricavato dagli
immobili e quindi, nel complesso, appare immotivatamen-
te complicato, farraginoso e non trasparente. Inf‌ine, l’im-
pressione che il Piano lascia è quella di un impianto mira-
to più a distribuire la contribuenza sulla più ampia platea
di immobili possibile, in modo solo (molto) parzialmente
indipendente dall’effettivo benef‌icio che ogni singolo im-
mobile può ricavarne. Di seguito si segnalano esempi di
limiti, incongruenze, difetti.
Sulla suddivisione in zone e ambiti
Nella descrizione della “Bonif‌ica idraulica di pianura”
(pag. 42 del Piano) viene riportata l’individuazione di
“quattro zone omogenee sia sotto il prof‌ilo idrogeologi-
co, sia sotto quello idraulico-funzionale: Tidone, Trebbia,
Basso Piacentino ed Arda”. In alcuni casi, poi, dette zone
vengono ulteriormente suddivise in “ambiti omogenei”.
Gli elementi e le caratteristiche territoriali, idrogeologi-
che ed idrauliche sulla base delle quali sono state def‌inite
le quattro zone e gli ambiti omogenei, però, non vengono
esplicitate e così risulta impossibile procedere ad un ri-
scontro di questo primo processo eseguito.
Di ogni zona viene riportata una sintetica descrizione;
la descrizione è puramente qualitativa e non riporta, se
non raramente ed in questi casi sempre in modo disorga-
nico e disperso nel testo oltre che sommario e parziale, i
dati che poi vengono impiegati nei passi successivi per la
successiva classif‌icazione del territorio e la determinazio-
ne del benef‌icio. A titolo esemplif‌icativo si prende la zona
Trebbia (pagg. 46-48), ulteriormente “suddivisa in quattro
ambiti omogenei sotto il prof‌ilo idraulico-funzionale (pe-
rimetro di operatività):
Area urbana di Piacenza;
Area suburbana di Piacenza;
Area di pianura destra Trebbia;
Area di pianura sinistra Trebbia.”

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