Il condominio e le sue questioni bagatellari

AutoreLuigi Tiscornia
Pagine431-432

Page 431

Quando, nel 1942, il legislatore ha ritenuto di riservare un qualche spazio, nel suo nuovo codice, al condominio, buona parte delle case italiane era in affitto e quelle che non lo erano risultavano, particolarmente se agricole, monofamiliari.

Non che le case in condominio non vi fossero, ma si trattava di una minoranza, che non necessitava – questa, almeno è da pensarsi, sia stata l’opinione di chi si occupava della materia – di normativa molto dettagliata.

Di fronte a questo sono solo le disposizioni vincolistiche del dopoguerra che hanno provocato una affluenza massiccia e continua alla proprietà di un appartamento, seppure collocato insieme a tanti altri, di tal ché fra quella che è la situazione odierna, quale snodatasi nel tempo, e lo spazio riservato dal Codice del condominio si è così formato un solco veramente poco funzionale.

Tanto che vi è chi, condividendo questa convinzione, ha fortunatamente promosso iniziative presso gli organi di Stato competenti, al punto che quanto prima saranno note – tutto la lascia pensare – importanti novità nella materia.

Per intanto si deve constatare una serie di conseguenze, perché i pochi articoli dedicati alla materia non possono trattarla, nonostante il passare degli anni, in modo completo, con conseguente manipolazione, solo interpretativa, quale meglio vista, delle singole norme.

In realtà queste ultime – laddove sono importanti – sono state via via oggetto di disamina e di disciplina giurisprudenziale da un lato, nonché di accertamenti e discussioni da parte della dottrina, dall’altro: di tal che – è doveroso darne atto – le grosse questioni sono praticamente oggi dotate di una loro disciplina, che pur senza elevarsi al rango di normativa, è tuttavia tale da consentire una certa sicurezza nelle situazioni di dubbio.

Ne rimangono di conseguenza escluse solo le questioni che sono definite con una espressione che – per essere adottata con insistenza anche dalla Suprema Corte – è oggi di moda e che si condensa nella parola «bagatellare».

È il caso di prendere in esame alcuni di questi piccoli interrogativi:

1) Art. 1136 «delle deliberazioni dell’Assemblea si redige processo verbale»; stabilito il quale principio, rimane da vedersi se abbia una qualche ragione colui che dichiara che, ove non venga firmato, il verbale non ha valore di sorta. Mentre deve essere firmato: firmato, si dice da una parte, da tutti i presenti, solo dal segretario, si dice dall’altra, dal segretario e dal...

Per continuare a leggere

RICHIEDI UNA PROVA

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT