Conclusioni

AutoreAldo Bulgarelli; Alarico Mariani Marini; Guido Alpa
Occupazione dell'autoreConsigliere Nazionale Forense/Consigliere Nazionale Forense/Professore ordinario di Diritto civile. Università di Roma "La Sapienza"
Pagine131-140

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Aldo Bulgarelli

Volevo solo brevemente richiamarmi a quello che è stato detto questa mattina, anche dal Presidente Alpa, e ricordare l’importanza della formazione per gli avvocati, importanza che, credo siamo tutti d’accordo, è basilare per la nostra professione.

Sintetizzando direi fondamentalmente per tre motivi: uno interno alla professione, uno generale e un altro come strumento di difesa nei confronti dell’esterno.

Interno alla professione perché è un dovere deontologico, come è stato ripetuto un po’ da tutti relativamente ai rispettivi paesi, dato che è un dovere deontologico essere aggiornati, quindi non solo avviarsi alla professione conoscendo la materia, ma anche proseguirla ed esercitarla negli anni seguendo l’evoluzione legislativa, dottrinale e giurisprudenziale del diritto.

Ma, oltre ad essere un dovere deontologico, la formazione continua è anche un dovere morale perché se noi difendiamo dei clienti dobbiamo farlo al meglio, e quindi, anche a prescindere dall’esistenza di un dovere deontologico, è un’esigenza che tutti noi dobbiamo sentire, quella di essere preparati al meglio possibile per difendere gli interessi dei nostri assistiti.

Infine è anche un nostro interesse economico, perché è chiaro che l’avvocato preparato “vende” meglio il suo prodotto, il suo servizio, rispetto a un avvocato non preparato: quindi in un certo senso, da un lato, è anche uno strumento di marketing quello di essere preparati, essere aggiornati, seguire l’evoluzione del diritto; dall’altro, la qualità dell’opera prestata è uno dei parametri sui quali va commisurato il livello del compenso: ergo essere continuamente aggiornati “rende” anche in termini economici.

In Italia, come è stato detto da Alarico Mariani Marini molto bene stamattina, abbiamo introdotto abbastanza recentemente la formazione continua e abbiamo avuto una reazione molto positiva da parte degli Ordini e da parte dei colleghi, con rarissime eccezioni che si sono tradotte anche in azioni giudiziarie nei confronti del CNF, il quale ha introdotto il regolamento sulla formazione continua.

Le opposizioni che sono state formulate sono di carattere soprattutto formale, in ordine all’esistenza di un potere regolamentare in materia in capo al CNF, e anche sostanziale, nel senso che molti colleghi si sono sentiti offesi perché, dal loro punto di vista, la formazione continua spontanea da loro seguita sarebbe più che adeguata.

Sotto il profilo formale in realtà la Cassazione, anche recentemente, ha ricordato che quando una norma è contenuta nel codice deontologico e il CNF prende provvedimenti su questo campo, quello che fa il CNF ha valore di legge primaria.

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Quindi a nostro avviso il dovere deontologico per gli avvocati di essere aggiornati, che era già compreso prima nel codice deontologico forense, e che non era stato né contestato né tantomeno impugnato mai da alcuno, imponeva al CNF di assumere questa iniziativa, che mira, da un lato, a rendere effettivo e concreto l’obbligo deontologico della formazione continua, dando ad esso una regola ed un’unità di misura; dall’altro, tende ad uniformare l’adeguamento professionale per gli avvocati su tutto il territorio nazionale.

Dal punto di vista sostanziale vediamo il successo che la formazione continua organizzata riscuote in tutto il paese.

Infine l’esistenza, come abbiamo visto anche oggi, in tutta Europa della formazione continua imponeva anche in Italia di introdurre questa misura.

Il secondo motivo di importanza della formazione è l’interesse generale, l’interesse del consumatore, come piace definirlo a Bruxelles.

L’Unione Europea ha questo “peccato originale”: di essere di origine mercantilistica; è nata infatti per sopperire alle esigenze del mercato.

Pensate che fino ad ora, fino al Trattato di Lisbona, la cooperazione giudiziaria in materia civile era stata introdotta, e giustificata a livello del Trattato istitutivo di Roma, perché ed in quanto favoriva il mercato interno, quindi era nell’interesse del mercato.

In realtà noi sappiamo che non c’è solo il consumatore.

Noi sappiamo, e lo dice anche la Corte di Giustizia, che la nostra professione ha questo peculiarissimo carattere: di essere certo soggetta alla legge sulla concorrenza (nell’interesse del mercato), ma di essere esercitata, anche e soprattutto, nell’interesse generale.

Questo interesse generale fa da contraltare e da contrappeso potentissimo alle norme sulla concorrenza, per cui persino le norme sulla concorrenza, che sono forse le norme più importanti, o almeno considerate tali a livello di Unione Europea, cedono il passo quando l’interesse generale è tale da imporre delle limitazioni.

Questo si è visto nella sentenza Wouters per prima, e poi in tutta una serie di altre sentenze della Corte di Giustizia.

Voi sapete che le sentenze della Corte di Giustizia formano parte integrante del diritto europeo, che è fatto dai regolamenti, dalle direttive, dalle decisioni ma anche dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia.

E la giurisprudenza della Corte di Giustizia è chiarissima in questo senso.

Da ultimo, la formazione continua è anche, a mio avviso, uno strumento di difesa della professione verso l’esterno.

Dico questo perché subiamo come professione forense diversi attacchi, a livello europeo e a livello nazionale, soprattutto per quanto riguarda l’attività stragiudiziale.

Per il giudiziale abbiamo quasi ovunque un monopolio di difesa, salvo che in Finlandia, se non vado errato, dove chiunque può andare a difendere in qualunque grado di giudizio: per esempio, una lavandaia o un signore che abitualmente vende la frutta e la verdura possono andare a difendere in Cassazione per se stessi o per altri: però, a quanto mi si dice, le lavandaie ed i verdurai in Fin-Page 133landia hanno il buon senso di non farlo, per cui in realtà è una possibilità astratta che esiste in quel paese e dove comunque gli avvocati identificano una professione riconosciuta e valida anche perché hanno una formazione continua.

Quindi, per...

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