COMUNICATO - Linee guida recanti: Primi indirizzi per i controlli antimafia di cui all'articolo 2-bis, comma 5, del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6. (Delibera CCASGO 15 dicembre 2014). (14A10134)

  1. Ambito di applicazione e metodologia di lavoro. Le presenti Linee Guida sono volte a definire le procedure di monitoraggio e controllo antimafia relative agli interventi di riqualificazione ambientale sul territorio delle Regione Campania di cui all'art. 2-bis, comma 5, del D.L. 1° dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6. Il documento fornisce, altresi', indicazioni per l'esercizio delle funzioni demandate, dal comma 1 dello stesso art. 2-bis, al Prefetto di Napoli, in qualita' di Prefetto del Capoluogo di Regione, finalizzate a garantire il coordinamento e l'unita' di azione delle iniziative di prevenzione delle infiltrazioni criminali, con riguardo agli affidamenti e sub affidamenti, nonche' all'erogazione di provvidenze pubbliche collegate alle predette attivita' di monitoraggio e bonifica. In premessa si ritiene opportuno, per una migliore e piu' intelligente comprensione dei contenuti e della metodologia di lavoro seguita dal Comitato, fornire un sintetico quadro sui punti qualificanti il presente atto di indirizzo, che si troveranno ampiamente sviluppati nei singoli paragrafi. Innanzitutto, va evidenziato come la tipologia di interventi in esame presenti peculiarita' che la rendono difficilmente assimilabile a precedenti esperienze, per la presenza di una serie di fattori di complessita'. Il primo di tali fattori attiene alle note condizioni di criticita' del contesto ambientale in cui si andra' a collocare il piano di risanamento previsto dal decreto-legge n. 136/2013, contesto notoriamente segnato dall'endemica e diffusa presenza di una consolidata e organizzata rete criminale di stampo mafioso. Il secondo fattore di vulnerabilita' e' connesso alla tipologia degli interventi che si andranno a realizzare - legata alla gestione dell'intero ciclo dei rifiuti - e, di conseguenza, alla categoria degli operatori economici che parteciperanno alle operazioni di bonifica. Si tratta di un segmento di mercato in cui si riscontrano frequentemente fenomeni di illegalita', in molti casi riconducibili al crimine organizzato. A questo riguardo, appaiono significativi i risultati di un'analisi dei dati giudiziari sviluppata di recente dalla Direzione Nazionale Antimafia. Essa dimostra come tra la consumazione dei reati in materia ambientale e la criminalita' organizzata di tipo mafioso esista un'interazione, alcune volte manifesta, ed altre dissimulata. E cio' in quanto la consumazione di quei reati, soprattutto quando siano di ampia diffusivita' e rilevanza, comporta la utilizzazione del territorio in maniera illecita, circostanza che, specialmente in determinate aree del Paese, puo' essere garantita solo da quel tipo di organizzazioni. A tale riguardo bastera' riferirsi alle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia appartenenti proprio al mondo imprenditoriale della raccolta e gestione dei rifiuti: da esse risulta evidentissimo il grande interesse che, soprattutto il clan dei casalesi, ha riposto in tale business. Allo stesso modo puo' considerarsi un dato ormai giudiziariamente acquisito la circostanza che l'ingerenza delle mafie nell'illecito smaltimento dei rifiuti si avvalga del condizionamento delle Amministrazioni locali, che assicurano alle ditte contigue ai clan gli appalti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti, la cui esecuzione avviene con modalita' illecite, cosi' da ottimizzare i guadagni a scapito della tutela del territorio e della salute pubblica. Tale connivenza con soggetti inseriti negli apparati politico-amministrativi locali risulta cosi' imprescindibile e funzionale agli interessi criminali. Tale ingerenza criminale nel settore dei rifiuti assume particolare significato in occasione dell'esecuzione di importanti interventi pubblici, aventi un vasto impatto sia dal punto di vista economico che territoriale e, quindi, sociale. In presenza di tali evenienze, l'attivita' di prevenzione svolge un ruolo fondamentale, potendosi incidere su tali fenomeni in maniera piu' marcata di quanto possano farlo gli stessi procedimenti penali. La analisi effettuata dalla Direzione Nazionale Antimafia in questo specifico settore, evidenzia come sia apparso sempre imprescindibile, per gli intermediari che operano con modalita' illecite nel ciclo dei rifiuti, ricorrere a quel tipo di contatti. In proposito la casistica investigativa e processuale di cui la DNA dispone non lascia adito a dubbi. Peraltro, la presenza della delinquenza mafiosa in questo settore e' stata registrata ai diversi livelli della filiera delle imprese, declinando la propria dimensione speculativa su tutto il processo produttivo, a monte e a valle del ciclo del rifiuto, attraverso modelli organizzativi e gestionali semplici o a impronta piu' specialistica (si va, in sostanza, dalla gestione della discarica per inerti a quella di stoccaggio di rifiuti tossici e nocivi o di inertizzazione e riutilizzo degli stessi). La fondata preoccupazione e', quindi, quella di evitare che l'iniziativa di recupero del territorio, oggetto del citato decreto-legge, si trasformi in una ulteriore occasione di guadagno per gli stessi autori del disastro ambientale che si e' prodotto in quella regione. Un ulteriore fattore di complessita' e' legato alla frammentazione, in termini logistici, delle attivita' «di cantiere» che verranno avviate ma anche alla necessita' che l'attivita' di monitoraggio e vigilanza, a fini antimafia, insista su una porzione di territorio particolarmente ampia e solo in parte coincidente con i singoli siti da bonificare. L'ultimo fattore da tenere in considerazione, quale corollario dei precedenti, attiene alla pluralita' dei soggetti (si pensi solo al numero dei comuni su cui insistono i siti e dei proprietari degli stessi) che, a vario titolo, saranno coinvolti nel processo di risanamento di quelle aree e che richiedera' un intenso sforzo in termini di coordinamento anche al fine di mantenere un costante e omogeneo livello di attenzione nelle azioni di controllo di rispettiva competenza. L'impianto delle cennate Linee-guida, pertanto, ha dovuto tener conto della specificita' del quadro delineato provando a disegnare un modello operativo «su misura». Se non si ricorre a misure specifiche, che tengano conto del contesto territoriale, del radicamento dei clan camorristici, degli interessi economici in gioco e del grado di infiltrazione di alcune delle imprese operanti nel settore, si rischia concretamente di affidare le operazioni di bonifica proprio a coloro che hanno avvelenato il territorio campano. In questo senso, il presente atto di indirizzo si muove nell'ottica di potenziare al massimo i presidi da attivare nella fase antecedente all'esecuzione degli interventi nella consapevolezza che l'affidamento di appalti ed altri subcontratti a soggetti contigui ad ambienti criminali potrebbe non solo costituire un vulnus per la trasparenza e la liberta' del mercato legale ma anche compromettere ulteriormente il primario diritto alla salute della popolazione di quei territori. Di particolare utilita' a tal fine si sono rilevati: da un lato, l'accresciuta conoscenza, da parte delle Forze di polizia e della Autorita' giudiziaria, dei meccanismi di penetrazione mafiosa nel «business» ambientale e, dall'altro, le potenzialita' offerte da talune disposizioni contenute nella normativa di settore (si fa riferimento, in particolare, all'art. 29 del decreto-legge n. 90/2014 in tema di white list, ma anche alla regolamentazione che disciplina l'attivita' di gestione ambientale e del ciclo dei rifiuti). Una particolare attenzione, dunque, e' stata rivolta allo strumento dello screening preventivo sugli operatori economici da parte della Prefettura, con il supporto degli organi info investigativi e la collaborazione offerta dall'Autorita' giudiziaria, cosi' come allo strumento delle «White List», opportunamente calibrato sulla specificita' del rischio criminale, che dovrebbe costituire il meccanismo di elezione per la scelta dell'operatore economico. Sul punto, vale la pena di precisare che l'impianto delle presenti linee guida, anche con specifico riferimento al tema delle white list e' stato condiviso dall'Avvocatura generale dello Stato cui e' stato trasmesso il testo per un parere preventivo. Va infine sottolineato che analoga considerazione e' stata riservata alla fase dei controlli sulla esecuzione degli interventi che potra' giovarsi non solo del qualificato contributo di componenti specialistiche delle Forze di polizia ma anche delle forme di collaborazione istituzionale con l'Autorita' giudiziaria gia' positivamente sperimentate in precedenti esperienze. 2. Quadro di situazione degli interventi avviati e da avviare. In preparazione del presente atto di indirizzo, sono stati avviati contatti con l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e il Comando Generale del Corpo Forestale dello Stato, per acquisire un quadro informativo circa lo stato delle iniziative avviate. Inoltre, rappresentanti del Comitato hanno partecipato ad incontri presso la Direzione Nazionale Antimafia, ed alla quale sono intervenuti il Procuratore Nazionale Antimafia ed i suoi Sostituti, nonche' i Procuratori Distrettuali e Circondariali dei territori campani maggiormente interessati dai fenomeni di sversamenti e smaltimenti abusivi in aree agricole. In tali incontri sono stati acquisiti, alla luce di quanto finora accertato in sede giudiziaria, spunti di riflessione sulle possibili criticita' e quindi sulle misure di rafforzamento dell'azione di prevenzione attraverso forme di collaborazione con l'Autorita' Giudiziaria. Il quadro di situazione emerso puo' essere sintetizzato come segue. Il D.L. n. 136/2013 articola il processo di risanamento delle aree in discorso in due fasi: a) la prima fase consiste nella mappatura dei terreni a rischio. Tale attivita' viene realizzata attraverso indagini tecniche effettuate da soggetti pubblici specificamente incaricati (Consiglio per...

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