Comunicare in Internet e con Internet. Dal testo all'ipertesto

AutoreMaria Concetta De Vivo
Pagine125-152

Page 125

@1. L'importanza della «trasmissione» del dato informativo

Nella1 comunicazione sono numerose le problematiche che devono trovare soluzione per un corretto utilizzo degli strumenti tecnologici impiegati.

Pertanto organizzare e trasmettere informazione implica una oculata scelta della tecnologia migliore per la veicolazione dei dati; una conoscenza di base della tecnologia utilizzata, così da poterne ottenere il migliore risultato finale e la predisposizione delle informazioni che devono essere «trattate» dal nuovo strumento tecnologico. Per nuovo strumento tecnologico sì intende la multimedialità in genere, il computer in particolare ed Internet in speciel modo. Con la multimedialità si è realizzato quello che per secoli è stare il segno degli antichi aedi greci, cioè combinare la parola con le immagini e i suoni. Se è vero che la comunicazione si basa sulla rappresentazione convenzionale del mondo che ci circonda, ovvero su un complesso sistema di concatenamenti fra segni, è altrettanto vero che il segreto della sua ottimizzazione è rendere tale combinazione (fra immagini-parole-Page 126e-suoni) il più possibile corrispondente alla realtà, in ciò è parso vincente l'utilizzo dello «strumento multimediale».

@@1.1. Concetto di multimedialità

Spesso si identifica (semplificando e creando confusione) la «multimedialità» del comunicato (o meglio del messaggio)2 con la tecnologia che supporta il testo. Si tende, cioè, a identificare la multimedialità con la tecnologia utilizzata per la veicolazione del dato informativo, riducendola alla meccanica combinazione delle varie componenti hardware aggiunte al computer (lettore di CD Rom, casse acustiche per l'audio e così via); oppure si tende a semplificare il concetto di «multimedialità» estendendola a tutte quelle forme di comunicazione in cui sono contemporaneamente impegnati più sensi umani, equivocando su un concetto diverso che è quello della « multisensorialità».

Se da un lato si può dubitare che esistano e siano mai esistiti, sin dall'antichità, documenti «unimediali»3, la definizione più esatta di «multimedialità» è-data dalla semiotica, che identifica il fenomeno nella «compresenza strutturata di più codici»4. In un testo5 multimediale c'è, infatti, il contemporaneo intervento di codici musicali, linguistici, iconici simbolici ecc, ma anche questa espressione non rende l'idea esatta di «multimedialità» se si pensa che esistono altri prodotti multimediali, quali il cinema ed il fu-Page 127metto, avvezzi da sempre alla combinazione (anche qui) di diversi codici di base. Questi «multimedia» riescono sì, a legare suono-immagini-e-testi, ma lo fanno le maniera «tradizionale» cioè seguendo uno schema fondamentalmente «lineare», rigido e deterministico, che li differenzia dalla vera ipermedialità. in essi, i messaggi veicolati non possono essere fruiti autonomamente o separatamente, ed il lettore non può intervenire fattivamente nei percorsi di lettura, che pertanto restano standard e predeterminati. Nell'ambito dei multimedia deve farsi un'ulteriore distinzione fra quelli che permettono di interagire e quelli c.d. «stupidi» (come ad es. la tv tradizionale) il cui intento è semplicemente di proporre le parole, le immagini e i suoni. Il pericolo che deriva dalla televisione è proprio la passività dell'utente finale, che si sente bersagliato dalle informazioni, libero solo di agire (e non interagire) attraverso il telecomando. Sarebbe interessante aprire in questo contesto una parentesi sulla maggiore pericolosità della TV rispetto al fenomeno tanto demonizzato di internet, ma si rischierebbe un discorso troppo articolato e specifico. Una considerazione per tutte: grazie all'interattività che la multimedialità permette (e di cui Internet è il fenomeno più eclatante) niente di ciò che transita in Internet è imposto all'utente finale. Anzi, è proprio il navigante che impone i propri gusti e le proprie esigenze alla Rete, Può farsi un interessante confronto fra computer e tv6, evidenziando la maggiore duttilità del medium-computer che rispetto alla tv risulta un mezzo immaturo, senza una propria fisionomia e che comprende in sé funzioni mutuate da altri media: la scrittura e l'alfabeto dalla macchina da scrivere; l'audio dalla radio; il video dalla tv; la memoria; l'ipertestualità e così via, ma è proprio questa «immaturità» dì fondo che rivela la sua carta vincente perché lo pone nei confronti della comunicazione come un vero e proprio ipermedia ed in quanto tale una sorta di sintesi e superamento di quello che storicamente la comunicazione ha prodotto sino ad oggi. Attraverso l'utilizzo del mouse e della tastiera si è imparato ad agire sulla elaborazione delle immagini (e dei dati informativi in genere) ribellandosi così ad un tipo di società dominata dalle immagini (il video della tv). Il computer ha ristabilito l'equilibrio fra «la mentalità alfabetica e quella video», creando il libro elettronico. In realtà ciò che ha innescato è molto più innovativo perché finirà col coinvolgere il concetto stesso di medium e delle sue funzioni. Per ora si sta assistendo alla c.d. «numerizzazione» dell'informazione, un fenomeno che ha portat alla convergenza delle telecomunicazioni con l'informatica, ma il future vedrà una radicale evoluzione della comunicazione. Si sta assistendo oggi al tentativo di una configura-Page 128zione tecnica e di una regolamentasione che adegui Internet ad uno dei due modelli di comunicazione già esistenti: quello delle telecomunicazioni o quello informatico; molto probabilmente li risultare finale non sarà l'eliminazione dell'uno o dell'uno o bensì la loro ibridazione con la creazione di un tertium genus che ottimizzi i precedenti media.

E grazie alla muitimedialità che si è ottenuto la combinazione tra la parola, «il più antico strumento di comunicazione», e la tecnologia informatica, «una delie scienze più moderne del nostro secolo». Con la tecnologi-cizzazione delia parola (dapprima aurale, poi chirografica, in seguito a stampa ed infine elettronica, o meglio elettronificata-ipertestualizzata-e-multimediale) si è passaci da un tipo di rappresentazione del pensiero umano sequenziale (legato cioè al processo cognitivo lineare tipico del testo a stampa) ad un tipo di pensiero non sequenziale, basato su un «sistema ad intreccio» che crea e trasmette le idee. E questo il procedimento più vicino ai naturale processo cognitivo umano, in cui il pensiero raramente procede per linearità e molto più spesso per intersezioni, salti e collegamenti. Il mezzo ipertestuale e multimediale appare, di conseguenza, lo strumento più consono a riprodurre e a veicolare il pensiero umano. Nell'immediato futuro si prospettano, inoltre, altri interessanti sviluppi, come ad esempio la possibilità di inserire nella comunicazione multimediale anche componenti olfattive e tattili, così che la virtualità reale si confonderà sempre più con una realtà virtuale.

In pratica la tecnologia informatica si propone, oggi, come il migliore strumento nel campo della didattica e della ricerca, soprattutto nel mondo universitario. Questo perchè la natura informatica di fondo su cui la multimedialità poggia, permette di utilizzare el computer come un «meta-ambiente», ovvero una sorta di cornice tecnologica in cui le altre tecnologie si integrano e per cui i vari media possono essere gestiti all'interno di un unico ambiente-medium (il computer). Tutto ciò è possibile grazie al fatto che la lingua utilizzata dal computer è una sorta di «esperanto tenologico» che gli permette di tradurre qualunque tipo di testo (scritto, verbale, grafico o animato) in sequenze di 0 ed 17.

@@1.2. La veicolazione e i media

Qualsiasi concetto si riduce al nulla se non viene veicolato nella giusta maniera e la veicolazione dell'informazione ha enorme importanza nellaPage 129 società umana che basa la sua stessa struttura sulla potenza della comunicazione8. Perciò è necessario comprendere quanto sia importante l'impostazione dei documento che si vuole «pubblicare (on line)», sia che si parli di grafica sia, che si parli di caratteri. L'aspetto accattivante di una pagina, in Rete come sulla carta, può dipendere dal carattere tipografico usato, ma sul Web occorre considerare una ulteriore serie di piccole differenze che fanno la sostanza, come ad esempio: la risoluzione di un monitor, che può essere d'ostacolo per una buona leggibilità del testo scrìtto, oppure una schermata piena di pesanti blocchi di testo o, al contrario, un eccesso di immagini che rallentano il caricamento della pagina stessa, rendendo difficoltosa la sua consultazione. Sarebbe, inoltre auspicabile un'impostazione grafica differente per contenuti, se, ad esempio, il sito Web è di tipo commerciale dovrà differire nello stile da quelli dedicati alla cultura, o all'intrattenimento ovvero alla formazione. Durante la composizione di un testo telematico è bene conoscere le basi dell'Html; di quel linguaggio, cioè, che permette di «editare» un testo in una pagina Web. L'accatiemmellista, come viene definito, è in grado di costruire un testo più o meno gradevole attraverso dei codici-base che sono «dietro» il documento che compare sulla videata (in ne file-documento che si chiama appunto document source o sorgente). Ma il linguaggio è fondamentalmente troppo semplicistico, non nella sua applicazione pratica, quanto nei risultati che riescono ad apportare solo poche varianti ai parametri ed ai valori attribuibili ai font9 del testo, A tutt'oggi molti sono i programmi che permettono di creare degli ipertesti senza dover scrivere una sola riga in html, perchè il file viene salvato direttamente in forma html (o htm). Tuttavia il fascino di scrivere direttamente i tag10 dell'html non si esaurisce nel raffinato piacere di creare direttamente un testo multimediale ma permette di acquisire una padronanza degli stessi programmi editor Html e quindi un loro corretto e proficuo utilizzo.

Un altro problema della comunicazione è quella della sua...

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