Il colpo di frusta fra verità; e speculazione: alcune considerazioni di natura giuridica

AutoreAldo Fittante
Pagine547-550

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@1. La liquidazione del danno alla salute di lieve entità: brevi considerazioni di ordine generale

- Se la liquidazione del danno biologico costituisce - nell'ambito della casistica liquidatoria del danno derivante da sinistro stradale - la componente di maggiore rilevanza statistica, altrettanto degno di nota è il dato relativo alle lesioni personali cosiddette «micropermanenti». Secondo una recente indagine condotta dall'ANIA, infatti, il 90% dei danni alla persona complessivamente liquidati nel territorio italiano consistono proprio in lesioni di lieve entità 1.

A fronte di queste cifre, per le compagnie assicuratrici si pone con urgenza la questione dell'individuazione di criteri di ottimizzazione della gestione dell'attività di liquidazione del danno alla salute di lieve entità derivante da sinistri stradali. L'onere finanziario complessivo al quale ogni anno il settore assicurativo deve far fronte per il ristoro delle lesioni personali derivanti da sinistri r.c. auto è infatti estremamente gravoso con conseguenti quanto inevitabili ripercussioni sui premi assicurativi 2. Pertanto la razionalizzazione del sistema di liquidazione del danno biologico - con particolare riferimento ai microtraumi - è di primaria importanza anche per i consumatori sui quali finiscono per gravare, in ultima analisi, gli squilibri del sistema

Il ragguardevole dato numerico sopra indicato impone dunque, da un lato, approfondite verifiche circa l'esistenza di eventuali fenomeni distorsivi e speculativi a monte delle richieste risarcitorie avanzate e, dall'altro, l'individuazione di criteri per accertare la compatibilità delle lesioni lamentate con la dinamica del sinistro stradale da cui presumibilmente derivano, per giungere ad un'equa valutazione della effettiva consistenza dei medesimi.

@2. Il caso particolare del «colpo di frusta»: osservazioni medico-legali e qualche dato statistico

- Nell'ambito delle lesioni personali di lieve entità rivestono un ruolo di particolare importanza, per frequenza di accadimento, i traumi minori al collo ai quali normalmente ci si riferisce con il termine «colpo di frusta».

In realtà tale espressione verbale indica, più propriamente, quel meccanismo potenzialmente lesivo - consistente in un'accelerazione-decelerazione con trasferimento di energia al collo - normalmente associato, con riguardo all'infortunsitica stradale, a collisioni posteriori (e, sebbene in misura minore, anche laterali) fra autoveicoli.

Gli studi medico-legali in materia hanno chiarito come dal meccanismo di lesione sopradescritto possa derivare un ampio spettro di conseguenze che vanno dalla mancanza di lesione alcuna ad un grave danno alla colonna vertebrale ed al midollo spinale (in casi estremi le lesioni possono essere talmente gravi da risultare incompatibili con la vita).

Tuttavia proprio perché la nozione di «colpo di frusta» indica un automatismo lesivo e non una diagnosi clinica essa da sola non può costituire condizione necessaria e sufficiente ad ammettere od escludere il nesso causale fra un determinato evento ed uno specifico quadro patologico. Pertanto, una valutazione medico legale a posteriori delle conseguenze di un sinistro stradale deve basarsi sul maggior numero possibile di informazioni quantitative e qualitative dell'evento (ricostruzioni cinematiche, rilevamento delle deformazioni subite dai veicoli a causa della collisione ecc.) al fine di poter determinare con esattezza il parametro della «efficienza lesiva» dell'evento medesimo.

Proprio in relazione all'accertamento del nesso causale di cui sopra, ci pare interessante soffermare l'attenzione sui risultati di una serie di test sperimentali effettuati al fine di individuare la correlazione fra l'entità delle sollecitazioni subite e le lesioni riportate al collo nonché determinare la soglia minima perché si possa parlare di trauma (per quanto lieve) al rachide cervicale 3. Tali test hanno consentito di verificare come la distorsione cervicale, conseguente ad un impatto che porta il capo all'indietro fino a superare il proprio angolo fisiologico di escursione, non possa certo determinarsi a seguito di urti a bassa velocità. In sostanza, le verifiche sperimentali condotte dal CESTAR 4 hanno consentito di stabilire che i soggetti esposti a bassi livelli di sollecitazione non hanno presentato correlate manifestazioni patologiche neanche quando si trattava di soggetti non più giovanissimi (età compresa fra i 45 e 56 anni) o addirittura affetti da precedenti patologie artrosiche.

Le risultanze degli studi sopra indicati consentono pertanto di ritenere chiariti i seguenti punti ovvero: a) che non ogni tipo di incidente stradale è in grado di produrre traumi al collo e b) che comunque ad ogni trauma del collo non conseguono necessariamente postumi invalidanti di natura permanente.

A fronte di questo dato medico-legale, il giurista deve però fare i conti con risultanze statistiche francamente sconcertanti secondo le quali in Italia, ogni anno, il 73% delle lesioni micropermanenti risarcite dalle compagnie di assicurazioni riguarda proprio distorsioni al rachide cervicale e, nell'83% dei casi, si tratta di lesioni con una invalidità biologica permanente individuata in ben 2.5 punti 5.

La realtà dei fatti sembrerebbe dunque capovolgere i due punti chiariti dai crash test poco sopra menzionati dimostrando invero che in Italia: a) la...

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