Le citazioni delle fonti giuridiche nella Consolatione de peccatori

AutoreStefano Vinci
Pagine59-96
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CAPITOLO II
Le citazioni delle fonti giuridiche
nella Consolatione de peccatori
(di Stefano Vinci)
1. I criteri adottati nella ricerca
La Consolatione de peccatori di Giacomo Palladino, unica edi-
zione in volgare italiano del Liber Belial1 rinvenuta nella biblioteca
del Seminario Teologico di Padova, ha costituito il punto di rife-
rimento per lo scioglimento delle citazioni giuridiche riportate nel
testo a commento dei singoli momenti processuali passati in rasse-
gna dall’autore. Si è trattato di un lavoro non agevole, in considera-
zione della spesso imprecisa indicazione delle fonti richiamate, per
il quale si è reso necessario il confronto con le relative note delle
altre versioni consultate all’inizio della ricerca: il manoscritto latino
del XV secolo2, conservato nella Biblioteca del Convento di Assisi3;
due edizioni latine a stampa rispettivamente pubblicate a Vicenza
1 L’edizione in volgare dal titolo di Beliale volgare intitolato Consolatione de
peccatori, quale narra la quistione in forma di lite mossa al nostro signor messer
Giesu Christo dal Dimonio infernale fu stampata, per conto dell’editore Melchior-
re Sessa, a Venezia nel 1544 dalla Società tipografica di Bartolomeo l’Imperatore
e suo genero Francesco. Il testo è disposto a tutta pagina su centosettantasette
carte numerate ed è suddiviso in settantacique capitoli. Il testo è preceduto da un
indice e da una dedica ad Eleonora Gonzaga Duchessa di Urbino da parte del frate
veneziano Cristoforo Dolfino. Questa versione è l’unica in volgare e l’ultima in
ordine cronologico rispetto alle altre tre (una manoscritta del XV secolo e due a
stampa rispettivamente del 1506 e 1533) rinvenute in Italia. Sull’argomento rinvio
ai saggi di F. MASTROBERTI e M. PEPE pubblicati in questo volume.
2 Sulla datazione del manoscritto cfr. G. MAZZATINTI (cur.), Inventari dei ma-
noscritti delle biblioteche d’Italia, Forlì 1894, vol. IV, n. 73.
3 La copia manoscritta, conservata nella Biblioteca del Sacro Convento di Assisi,
è rilegata in un unico volume con l’opera teologico-divulgativa Scrutinium Scriptura-
rum del rabbino spagnolo Salomon Levi, convertitosi al cristianesimo con il nome di
Paolo di Santa Maria. Il codice è cartaceo, con una rilegatura in pergamena e consta
di trecentoventitrè fogli in tutto. Gli ultimi ottanta sono quelli relativi al Liber Belial.
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STEFANO VINCI
nel 1506, conservata nella Biblioteca del Seminario teologico di Go-
rizia4, e a Venezia nel 1533, conservata nella Biblioteca Apostolica
Vaticana5; il testo francese a stampa, conservato nella Bibliothèque
Nationale de France, tradotto da Pierre Ferget e pubblicato presso
Mathias Huss (Lyon) nel 14826; due manoscritti tedeschi conservati
nella Biblioteca dell´Universitá di Heidelberg, rispettivamente del
1443 (in Codex Palatinus Germanicus n. 477)7 e del 1460-70 (ivi,
n. 795)8 e una edizione a stampa, sempre in tedesco, conservata nel-
4 Il riferimento è all’edizione vicentina del 1506. Secondo i dati dati raccolti,
esistono altre tre copie conservate nella Biblioteca della Porziuncola di Assisi, nel-
la Biblioteca della Facoltà di giurisprudenza di Teramo e nella Biblioteca Civica
bertoliana di Vicenza.
5 Allo stato, risultano tre copie dell’edizione del 1533, una conservata nella
Biblioteca Nazionale di Firenze e altre due nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
Nel 1985 è stata pubblicata una ristampa del testo, a cura di Angelo Lettieri per
l’Ente Provinciale del Turismo di Teramo.
6 Questa edizione del Liber Belial ha costituito il punto di partenza della pre-
sente ricerca. Il testo, molto vicino a quello volgare, ha rappresentato un aiuto im-
portante per lo scioglimento delle note, in quanto le citazioni delle fonti giuridiche
risultano più complete e precise rispetto alle altre versioni.
7 Riporto la schedatura effettuata nel 2007 da K. ZIMMERMANN, Universitäts-
bibliothek Heidelberg: «Herkunft: 2va Datierung, s.d. Lokalisierung nach der
Schreibsprache. Hs. der älteren Schloßbibliothek, verzeichnet bei der Katalogi-
sierung 1556/59: Vatikan BAV Cod. Pal. lat. 1932, 14r [Theologie, dt., 2°]: Belial
zu Teutsch auf Papir geschrieben. 1r der im Zuge dieser Katalogisierung einge-
tragene Bibliothekstitel: Belial. Danach bei der Katalogisierung 1581 im Inventar
der Heiliggeistbibliothek verzeichnet: Vatikan BAV Cod. Pal. lat. 1930, S. 227
[Theologici]: Belial teutsch geschrieben papir, Klein Fol. bretter, rott leder, buck-
len (gleichlautend Cod. Pal. lat. 1931, 84r). 4r Capsanummer: C. 70; alte römische
Signatur: 2088». Cfr. anche OTT, op. cit., p. 304.
8 Riporto la schedatura effettuata nel 2009 da K. ZIMMERMANN, Universitäts-
bibliothek Heidelberg: «Herkunft: Datierung aufgrund des Wasserzeichen- und
Stilbefundes, Lokalisierung nach der Schreibsprache. Wegener vermutet, S. VII
und 112, ohne nähere Angabe von Gründen eine Auftragsarbeit für Margarete von
Savoyen, Ehefrau Graf Ulrichs V. von Württemberg und Witwe Kurfürst Ludwigs
IV. von der Pfalz, die nach ihrem Tod 1479 als Erbe ihres Sohnes Philipp nach
Heidelberg gekommen sei (Ott und KDIHM, beide s. Lit., folgen ihm). 1r Exli-
bris Kurfürst Maximilians von Bayern, vgl. Bibliotheca Palatina, Textbd., S. 472;
Bildbd. (mit Abb.; H 2.8), Variante. 1r Capsanummer: C. 92; alte römische Signa-
turen: 364; P. 795. Vorderspiegel Inhaltsangabe (20. Jh., Bibliothekar Hermann
Finke)». Cfr. anche OTT, op. cit., p. 305.
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Le citazioni delle fonti giuridiche nella Consolatione de peccatori
la stessa biblioteca, pubblicata ad Augsburg da Johann Bämler nel
1472 (ivi, n. 154)9.
La prima summa divisio effettuata sulle 844 note10 richiamate nel
testo volgare è stata quella tra le fonti teologiche e giuridiche, al fine
di individuare l’oggetto della presente ricerca11. Tra queste ultime –
ben 249 pari a quasi un terzo rispetto al totale12 – si è poi proceduto a
distinguere le citazioni dottrinarie (intendendo i richiami alle glosse
a fonti canonistiche e ad opere di dottrina quale lo Speculum Iudicia-
le di Guglielmo Durante) da quelle normative, a loro volta suddivise
in canonistiche13 e romanistiche14. Si è infine cercato di individuare
le possibili edizioni delle compilazioni utilizzate dall’autore.
9 Preciso che queste versioni tedesche inizialmente consultate per facilitare il la-
voro di ricerca rivolto esclusivamente allo scioglimento delle note del Belial volgare,
sono state poi sostituite, nel confronto tra le edizioni riportato nella tavola sinottica,
con quella di Bamberga, stampata dal tipografo Albrecht Pfister nel 1464, che risulta
essere la prima pubblicata in Germania e la più antica edizione a stampa rinvenuta in
Europa. Sulla diffusione del Liber Belial in Germania cfr. J.R. STINTZING, Geschich-
te der populären Literatur des römischkanonischen Rechts in Deutshland, Leipzig
1867; D. HEUBACH, Der Belial: kolorierte Federzeichnungen aus einer Handschrift
des XV. Jahrhunderts, in Studien zur deutschen Kunstgeschichte, Strassburg 1925;
F. NEUGASS, Studien zur Deutchen Kunstgeschichte. Mittelalterliches Chorgesthühl
in Deutschland, Strassburg 1927; H.R. HAGEMANN, Der Processus Belial, in Basler
Studien zur Rechtswissenschaft, heft 55, Basel 1960, pp. 55-83; N. H. OTT, Recht-
spraxis und Heilsgeschichte: zu Überlieferung, Ikonographie und Gebrauchssituati-
on des deutschen “Belial”, München 1983; J. MÜLLER, Belial, in «Handwörterbuch
zur deutschen Rechtsgeschichte», , Bd. 1, 2. Aufl., Berlin 2008, pp. 519-520.
10 Con l’espressione “note” intendo indicare ciascuna annotazione (o “strin-
ga”) di riferimento posta ad esplicazione di un passo di BV (quindi semplice,
contenente un’unica citazione, complessa, contenente più passi della stessa fonte
o di fonti diverse).
11 Sulla “close identity” tra le fonti teologiche e canonistiche cfr. K. SHOEMA-
KER, When the devil went to law school, in S. E. YOUNG (cur.), Crossing Bounda-
ries at Medieval Universities, Boston 2011, pp. 255-275; ID., The Devil at Law in
the Middle Ages, in «Revue de l’histoire des religions», 228 – 4/2011), pp. 567-86.
12 Se si contano tutte le citazioni (cumulate in una stessa nota che può conte-
nere, ad esempio, anche più frammenti del Digesto o capitoli del Liber Extra) esse
ammontano a 462 (contando anche l’unica citazione dello Speculum Iudiciale, che
possiamo accorpare al gruppo delle citazioni dottrinarie).
13 Tra le fonti normative canonistiche sono ricomprese quelle raccolte nel
Corpus Iuris Canonici. Pertanto in questo gruppo sono confluite le citazioni al
Decretum di Graziano, al Liber extra di Gregorio IX, al Liber sextus di Bonifacio
VIII e alle Constitutiones Clementinae di Clemente V.
14 Nel gruppo delle fonti normative romanistiche sono ricomprese tutte le
opere della compilazione giustinianea citate nel Liber Belial ovvero il Codex, il

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