Capitolo terzo. L'Italia verso l'innovazione

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@1. Società dell'informazione in Italia

Il dibattito internazionale che si è sviluppato in questi anni e di cui si è dato conto nel capitolo precedente ha visto l'Italia svolgere un ruolo di primo piano, sia nell'elaborare i documenti approvati dall'Unione europea, sia attraverso la promozione nel proprio territorio di progetti volti a favorire l'innovazione e lo sviluppo della società dell'informazione, a partire dalle amministrazioni pubbliche.

Il 5 febbraio 1999 il Presidente del Consiglio dei Ministri emanò un decreto in cui si affermava che il governo italiano riteneva la promozione della società dell'informazione un obiettivo primario per lo sviluppo del paese. Per dare seguito a questa affermazione furono istituiti tre organismi, con il compito di conferire unitarietà e coerenza al programma di governo. Il primo era il Comitato dei ministri, con il compito di dare impulso alle attività di governo per lo sviluppo della società dell'informazione e di assicurare il coordinamento delle azioni delle diverse amministrazioni. Il secondo era un gruppo di studio e di lavoro interministeriale, composto dai rappresentanti di ciascuna delle amministrazioni competenti, che offriva al Comitato dei ministri il necessario supporto tecnico e coordinava i contributi dei ministeri alla stesura del «Rapporto sulla società dell'informazione», della legge finanziaria e dei documenti italiani da presentare alle organizzazioni internazionali.

Fu istituito infine un terzo organismo, il Forum per la società dell'informazione, collocato all'interno del Dipartimento affari economici della Presidenza del Consiglio e concepito come una sede di lavoro aperta ai soggetti pubblici, alle istituzioni (anche territoriali), alle imprese, ai sindacati, alle università e agli enti di ricerca, alle associazioni e ai cittadini.

Durante la sua attività il Forum ha inteso valorizzare il lavoro dei singoli ministeri e ha contribuito alla definizione e all'attuazione delle politiche pubbliche nel settore dell'ICT attraverso la promozione di alcune attività: coordinamento della redazione del «Rapporto sullo sviluppo dellaPage 70 società dell'informazione» in Italia; partecipazione alla definizione di documenti di programmazione economica e finanziaria; realizzazione di specifiche iniziative dirette a diffondere la conoscenza e l'utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione; monitoraggio dell'attività di settore; organizzazione di incontri con soggetti pubblici e privati (rappresentanze sindacali, associazioni di categoria, imprese, enti di ricerca, Università, singoli cittadini); patrocinio di iniziative riguardanti la sensibilizzazione e la diffusione della cultura digitale, con l'obiettivo di favorire l'accesso alle nuove professioni; promozione di studi di fattibilità finalizzati a migliorare la qualità complessiva di interventi da progettare e realizzare nel campo dell'ICT; partecipazione alle iniziative dell'Unione europea e delle organizzazioni internazionali in materia di società dell'informazione

Tale attenzione si è concretizzata, in particolar modo, in occasione della promulgazione della legge 23 dicembre n. 488/1999, ovvero la legge finanziaria 2000, che ha destinato notevoli risorse a progetti innovativi volti all'introduzione delle tecnologie informatiche nei vari settori della società italiana, a partire dallo sviluppo delle reti telematiche, dal commercio elettronico, dalla promozione dell'informatica nelle scuole e nelle agenzie formative, alla donazione di strumenti informatici ai lavoratori dipendenti, alle scuole e agli istituti penitenziari, fino allo sviluppo della ricerca scientifica nel settore ICT.

A consolidare questo processo ha contribuito l'adozione del piano d'azione per la società dell'informazione, varato dal governo il 16 giugno 2000 (v. cap. IV, par. 1 e Appendice, All. 3), che propone di muoversi secondo quattro aree principali: innanzitutto la valorizzazione del capitale umano, con il relativo impulso alla formazione, all'istruzione e alla ricerca; in secondo luogo l'adozione del Piano e-government, il primo piano organico di innovazione della P.A. (23 giugno 2000); in terzo luogo lo sviluppo dell'e-commerce, con l'individuazione delle strategie di coordinamento con gli altri paesi e l'impulso alla stesura di regole e procedure comuni; infine, ma non per importanza, la realizzazione di un'adeguata rete infrastnitturale con la definizione della normativa che regola la concorrenza e l'accesso alla rete.

Nelle pagine che seguono si descriveranno gli interventi che hanno avuto luogo in questi anni e si tenterà di individuare il filo conduttore delPage 71 cammino intrapreso dal nostro paese sulla via dell'innovazione, indicando gli strumenti e le norme che hanno reso possibile questo percorso e l'evolversi della domanda da parte dei soggetti sociali.

@2. Organi di indirizzo e di controllo

Gli organismi che sono stati predisposti dal governo italiano nello scorso quindicennio, con il compito di favorire il processo di modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, hanno avuto difficoltà ad affermare il proprio ruolo, in quanto si sono dovuti confrontare con una cultura amministrativa fortemente arretrata, del tutto restia al cambiamento (v. cap. I, par. 3).

L'Autorità per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (AIPA), istituita dal d.lg. 12 febbraio 1993, n. 39, oggi sostituita nelle sue funzioni dal CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione)1, nuovo organismo che fa capo alla Presidenza del Consiglio, ha avuto negli anni il compito di effettuare un'attività di indirizzo e controllo nei confronti delle amministrazioni pubbliche nei settori dell'informatica e della telematica, al fine di migliorare l'efficienza e la qualità dei servizi...

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