Capitolo secondo. Origine e sviluppo dell'Informatica giuridica

AutoreGiancarlo Taddei Elmi
Pagine57-82

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@1. Le origini dell'Informatica giuridica

Se con "Informatica giuridica" s'intende l'uso dei calcolatori elettronici nel campo del diritto, la nascita di questa disciplina va formalmente collocata intorno alla metà degli anni Quaranta. Fino a quel momento le applicazioni elettroniche erano state indirizzate verso scopi industriali o verso domini propri delle scienze esatte e non avevano mai investito aree tradizionalmente umanistiche. Nel 1946 lo stesso Norbert Wiener, padre fondatore della Cibernetica, accennava ad una possibile applicazione della teoria dei servomeccanismi al funzionamento del diritto e, nel 1949, Lee Loevinger, un manager-giurista americano, proponeva di sfruttare i vantaggi offerti dalle tecniche elettroniche per studiare e risolvere i problemi giuridici. A questo nuovo ambito d'indagine fu dato il nome di Giurimetria, con cui s'intendeva indicare la Scientific Investigation of Legal Problems1. Da quel momento si diparte il lungo itinerario che l'Informatica giuridica ha percorso e percorre ancora oggi.

Se per "Informatica giuridica" s'intende invece un fenomeno più ampio che coinvolge l'insieme dei rapporti tra diritto e scienze formali, allora la storia dell'Informatica giuridica affonda le sue origini molto più indietro nel tempo e tende a identificarsi con la storia del diritto stesso; tutta l'evoluzione del pensiero giuridico mostra una continua oscillazione tra ten-Page 58denze formalistiche e tendenze realistiche e tra metodologie logiciste e metodologie storiciste, le prime sicuramente pre/pro-informatiche, le seconde certamente resistenti all'informatizzazione2. Così intesa, l'Informatica giuridica non rappresenta nulla di veramente nuovo, ma solo l'ultimo stadio, indubbiamente eclatante, di una concezione logico-formale del diritto già presente lungo l'intero sviluppo del pensiero giuridico.

La ricerca giurimetrica inizialmente non coinvolge tutto il dominio giuridico, ma si concentra prevalentemente su tre aree: l'archiviazione e il reperimento elettronico delle informazioni giuridiche, la previsione delle decisioni giuridiche sulla base di analisi comportamentali e la formalizzazione del diritto e della scienza giuridica mediante la logica simbolica.

Il trattamento elettronico delle informazioni era la risposta naturale all'esplosione delle fonti giuridiche, soprattutto di tipo legislativo. L'indagine statistico-informatica sul comportamento dei giudici nei processi decisionali rifletteva l'impostazione dello scientismo sociale americano. L'uso dei metodi logici nell'analisi dei problemi giuridici era il risultato della diffusione di un approccio epistemologico proprio della filosofia della conoscenza logicopositivista delineato da Ludwig Wittgenstein.

Le tre aree, indipendenti sia per l'oggetto sia per il metodo, erano legate da un unico denominatore comune, la tecnologia informatica. Il calcolatore rappresentava lo strumento tecnico che consentiva di sviluppare le varie applicazioni. Il calcolatore sembrava il mezzo più idoneo sia per gestire la continua valanga legislativa, sia per effettuare i complicati calcoli necessari all'analisi behavioristica delle probabilità come pure per discernere la logica coerente dalla pseudo-logica.

I tre approcci giurimetrici si sviluppano negli Stati Uniti e risentono fortemente dell'ambiente giuridico-culturale anglosassone, dove il diritto giurisprudenziale, basato sul principio dello stare decisis, gioca un ruolo determinante. Questo spiega il forte impulso che riceve negli anni Cinquanta il secondo ambito di applicazioni, quello behavioristico-decisionale: la previsione computerizzata dei comportamenti decisionali dei giudici (Judicial Prediction) appare al mondo giuridico americano come uno strumento di fondamentale utilità pratica e teorica3. D'altro canto, ciò spiega anche il fatto chePage 59 questo filone di ricerche, inizialmente molto in auge, resterà confinato all'ambiente americano, dove il principio del precedente vincolante è molto più rigido rispetto all'applicazione che ne viene fatta nel mondo giuridico britannico; a maggior ragione, poi, spiega perché il behaviorismo giudiziale non troverà alcun seguito nei sistemi continentali di Civil Law, dove il precedente giurisprudenziale ha puro valore indicativo.

Gli altri due approcci, sia quello informativo (Legal Information Retrieval)4, sia quello logico (Judicial Decision-making)5, avranno larga fortuna in Europa, dove l'inflazione legislativa renderà arduo, se non impossibile, discernere il diritto vigente da quello non vigente e sempre più difficile la consulenza e la decisione sul caso concreto.

Il filone behavioristico proseguirà nella dottrina informatico-giuridica anglosassone e si svilupperà nei sistemi esperti basati sui casi (Case-based Reasoning), che si contrapporranno a quelli classici, basati sulle regole (Rule-based Reasoning), meglio adatti ai sistemi di Civil Law.

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Nella Giurimetria si delineano i tre filoni di ricerca in cui si svilupperà l'Informatica giuridica, vi sono in nuce le tre anime della disciplina, quella documentaria, quella metadocumentaria o decisionale e quella statistico-previsionale. L'ultima, come già accennato, si esaurirà presto e resterà confinata alla cultura americana.

Il periodo delle applicazioni giurimetriche va dalla fine degli anni Quaranta agli inizi degli anni Sessanta. Dal punto di vista della letteratura scientifica il momento iniziale è segnato dall'articolo di Loevinger del 1949, mentre il momento finale è segnato dall'opera collettiva pubblicata nel 1963 a cura di H. Baade e intitolata Jurimetrics6. Questo volume rappresenta la consolidazione scientifico-sistematica delle varie applicazioni informatico-giuridiche sviluppatesi in modo frammentario fino a quell'epoca7.

@2. Le linee di sviluppo dell'Informatica giuridica: I sistemi informativi, i sistemi cognitivi, i sistemi manageriali o gestionali, i sistemi redazionali e i sistemi didattici

Intorno alla metà degli anni Sessanta si diffonde anche in Europa l'idea di utilizzare i calcolatori nell'area giuridica. Il diritto europeo presenta caratteri teorici e pratici del tutto diversi rispetto al diritto americano. La grande maggioranza dei sistemi giuridici si basa sul principio fondamentale del Civil Law, mentre solo i sistemi inglese e norvegese si rifanno al principio americano del Common Law. Il sistema di Civil Law pone al centro delle fonti giuridiche il diritto scritto, ossia i codici e le leggi formalmente promulgate, mentre il sistema di Common Law attribuisce valore predominante al diritto extralegislativo, ossia alla consuetudine e alle decisioni giurisprudenziali.

Questo diverso modo di concepire le fonti del diritto si riflette anche sulle applicazioni informatiche al diritto.

Acquista molto rilievo l'Informatica che ricerca, raccoglie e organizza le informazioni giuridiche rispetto all'Informatica destinata a prevedere in anticipo i comportamenti giudiziali. Parallelamente, l'Informatica che abbiamo chiamato logica si orienta verso la formalizzazione del linguaggio del testo normativo scritto e dei procedimenti intellettuali interpretativi piuttosto che verso l'analisi delle operazioni che conducono alla decisione giudiziale.

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L'Informatica giuridica europea, soprattutto quella continentale, si specializza nella costruzione di banche dati e di sistemi di formalizzazione delle norme giuridiche, più che nella progettazione di sistemi per la decisione del caso concreto. La diffusione in Europa delle applicazioni elettroniche al diritto segna l'inizio dell'Informatica giuridica vera e propria.

Lo sviluppo dell'Informatica giuridica può essere scandito secondo due profili: uno tecnologico e uno funzionale.

Secondo il punto di vista tecnologico il percorso dell'Informatica giuridica può essere diviso in tre momenti, quello concentrato e dei mainframe, quello individuale e delle reti locali e quello integrato e delle reti globali. Il primo è il momento dell'informazione distribuita attraverso terminali c.d. stupidi, il secondo quello dello sviluppo dei calcolatori individuali e dei dischi compatti (informazione personale non integrata), il terzo è quello telematico e dell'informazione diffusa, integrata o globale.

[NO INCLUYE FIGURA]

Fig. 1 - Evoluzione dell'Informatica giuridica

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Il criterio funzionale divide le applicazioni informatiche secondo la funzione o il fine che queste si propongono. Possiamo individuare cinque ambiti applicativi: quello informativo, quello conoscitivo, quello gestionale, quello redazionale e quello didattico. A questi ambiti corrispondono altrettanti gruppi di sistemi informatici: informativi, cognitivi, manageriali o gestionali, redazionali e didattici.

Verrà utilizzata questa classificazione per descrivere i sistemi informatici che si sono sviluppati nel periodo che va dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Novanta.

I sistemi informativi producono informazione. A partire da una conoscenza di base forniscono informazioni su questa conoscenza. Hanno la caratteristica di essere isomorfi nel senso che non vi è differenza tra dati in entrata e dati in uscita; sono sistemi che reperiscono e immagazzinano le informazioni e vengono comunemente chiamati "banche dati". Sono lo sviluppo dell'ambito giurimetrico informativo.

I sistemi cognitivi producono conoscenza. A partire da una conoscenza di base forniscono una nuova conoscenza, diversa da quella di partenza. Per questo possiamo chiamarli eteromorfi. Sono i sistemi che immagazzinano conoscenza giuridica formalizzata e che, attraverso inferenze logiche, restituiscono conoscenza in forma di decisione. Sono lo sviluppo dell'ambito giurimetrico logico e vengono chiamati "sistemi esperti".

I sistemi manageriali producono procedure di gestione. Sono sistemi che automatizzano l'attività burocratico-amministrativa degli uffici giudiziari e legali (ad es., delle cancellerie, degli studi forensi, notarili, ecc.).

I sistemi redazionali produco...

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