Capitolo quattordicesimo. Informatica e didattica del diritto

AutoreRoberta Nannucci
Pagine479-514

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@1. Le tecnologie multimediali per la formazione

L'impiego dell'informatica e delle tecniche ipertestuali e ipermediali nell'attività di formazione, in generale, e nell'insegnamento del diritto, in particolare, risulta di notevole importanza. Le nuove tecnologie consentono, infatti, di migliorare l'ambiente educativo, sia che si tratti della scuola di base che dell'Università, poiché mettono a disposizione strumenti che fino a pochi anni fa non esistevano e che, se, adeguatamente utilizzati, possono modificare in maniera sostanziale il modo d'insegnare e di apprendere; ciò soddisfa anche le esigenze delle generazioni più giovani, desiderose d'imparare con strumenti avanzati e di acquisire presto quella consapevolezza informatica che consente di muoversi agevolmente in ogni settore del vivere sociale.

Sono oggi disponibili numerosi materiali didattici multimediali su CD-Rom e su Web, biblioteche e riviste elettroniche, collegamenti remoti tra studenti e docenti e molte opportunità di lavoro cooperativo tra discenti, anche distanti tra loro. Le nuove tecnologie possono esercitare un notevole impatto sul processo formativo in tutti i suoi aspetti (dalle lezioni alle esercitazioni, dalle ricerche bibliografiche all'autoapprendimento), in quanto tendono a valorizzare l'importanza dell'apprendimento esplorativo rispetto all'insegnamento tradizionale, con un conseguente spostamento del ruolo del docente che, da "oracolo onnisciente", diventa guida (tutor) e sostegno di un'attività in cui protagonista è comunque il discente. Soprattutto l'accessoPage 480 ad una cultura mondiale, presente nella Rete, fornisce continui stimoli e arricchimenti e consente aperture a conoscenze planetarie finora impossibili.

Maragliano esplicita con molta chiarezza il valore innovativo della cultura multimediale applicata al mondo della scuola, quando spiega cosa debba intendersi per media education. Si possono identificare tre significati: insegnamento con i media, insegnamento sui media, insegnamento dentro i media; ad ognuno di essi corrisponde un preciso orientamento teorico-pratico per l'utilizzabilità degli strumenti tecnologici nell'ambito della didattica.

La prima espressione (insegnamento con i media) è quella che ha radici più profonde nella pedagogia tradizionale, secondo la quale i media sono considerati dei sussidi, cioè degli strumenti che aumentano l'efficacia dell'attività dei docenti, senza mettere in discussione la qualità dei contenuti dell'insegnamento, ma rendendoli semplicemente più ricchi e motivanti per le esigenze dei discenti. Ancora oggi ci sono docenti che si avvalgono di strumenti quali la televisione o il computer, senza, però, modificare i contenuti del sapere per adattarli agli strumenti utilizzati.

Con la seconda formula (insegnamento sui media) deve intendersi l'approccio secondo il quale i media divengono un contenuto dell'insegnamento e si tende a riservare, dentro il curricolo, uno spazio autonomo alle forme della comunicazione tecnologica, facendone una materia a se stante. Secondo questo approccio ci si propone di valutare l'importanza dei media per aggiungere un'esperienza emotiva alle lezioni teoriche.

Con la terza espressione (insegnamento dentro i media) s'intende la possibilità di ridisegnare l'intera realtà scolastica attraverso la multimedialità: non solo le forme e i mezzi, ma il collegamento tra mezzi e saperi, l'intreccio inestricabile tra contenuti e strumenti della comunicazione. "... Le macchine per un verso mettono in scena alcuni degli ingredienti del sapere scolastico e quindi possono essere usate come specchi che ne moltiplicano le immagini; per un altro verso mettono in forma i saperi, indipendentemente dalla loro origine, calandoli dentro gli spazi della comunicazione, del dialogo, del gioco, della scomposizione, ... e quindi possono diventare l'ambiente entro il quale gli stessi saperi scolastici correnti mettono in gioco la loro immagine e la loro identità, interloquendo con il mondo ... Gli strumenti forniti dalla tecnologia multimediale non si rivolgono all'insegnante esperto di tecnologie o incaricato d'insegnare tecnologie, ... ma sono destinati a tutti gli insegnanti desiderosi di mettere la loro cultura alla prova dentro gli spazi conoscitivi della tecnologia digitale" con l'obiettivo d'iniziare ad adottarli per laPage 481 preparazione dei materiali per l'insegnamento e per lo svolgimento in classe delle attività didattiche assieme agli allievi1.

Nonostante l'apporto di novità e l'introduzione di nuovi modelli organizzativi nella didattica tradizionale, il mondo della scuola, - e, in particolare, quello accademico - stanno adeguando con lentezza le loro strutture e il loro modo di operare. Anche l'ambiente giuridico - sia quello professionale che quello accademico - si mostra poco sensibile alla rivoluzione informatica in corso e poco attratto dalle nuove prospettive che essa determina.

Rispetto ad alcune realtà extraeuropee ed europee il sistema educativo italiano è in ritardo di alcuni anni sia nel dotarsi d'infrastrutture che nell'affrontare il problema sul piano dei contenuti, mentre è da più parti sentita l'esigenza d'introdurre forme di didattica rinnovata, mettendo in pratica quanto viene indicato dalla ricerca e dalla teoria pedagogica e ridisegnando gli assetti culturali e organizzativi ormai da tempo consolidati.

Si tratta di sperimentare le innovazioni collegate all'uso degli ipermedia nella formazione. Gli studi e i progetti che si riferiscono a queste problematiche sono numerosi, anche se non è facile averne notizia, dal momento che non tutte le sedi scolastiche e universitarie sono attrezzate con sistemi di telecomunicazione. A titolo esemplificativo si può citare, per la sua interessante impostazione metodologica, anche se per ora non riguarda specificamente l'insegnamento del diritto, il progetto Discetech, avviato già da qualche tempo per verificare l'efficacia dell'introduzione della tecnologia telemediale (multimedia, hypermedia e telematica) nella scuola2. Il progetto si fonda su un presupposto che risulta valido per qualunque tipo di scuola (e quindi anche per l'Università) e per qualunque materia di studio (e quindi anche per il diritto): le nuove tecnologie, infatti, impongono una impostazione nuova, che focalizza l'attenzione sul processo di apprendimento del discente, valorizzando la sua capacità ad orientarsi nella sterminata vastità d'informazioni disponibili in rete, con l'aiuto dell'insegnante, che si trasforma egli stesso in utente multimediale3.

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Progettato e coordinato dal Politecnico di Milano, Discetech si articola in più realtà sperimentali4, ciascuna delle quali comprende un gruppo di scuole supportate da esperti per la messa a punto di materiale didattico e da tutors di aiuto agli insegnanti. Il metodo di lavoro consiste nella sensibilizzazione e formazione degli insegnanti relativamente alle nuove tecnologie, nella realizzazione di strumenti didattici multimediali, in un lavoro di équipe su temi specifici con programmi da svolgere nelle classi (fatto in collaborazione con altre scuole o realtà culturali importanti del territorio) e in una valutazione periodica dei risultati didattici così ottenuti.

Per condurre in porto una così vasta impresa occorrerebbe muovere l'intera azione didattica su linee informatiche: ciò soltanto trasformerebbe l'educazione, anche se potrebbe risultare difficilmente realizzabile, non solo per l'impegno economico richiesto, ma perché una simile impresa dovrebbe affrontare l'interiorizzazione dello studio tramite le nuove tecnologie, un elemento essenziale su cui si costruiscono le basi del sapere.

@2. I Nuovi strumenti per la didattica

In passato l'insegnamento o l'addestramento professionale assistito dalla tecnologia consisteva nell'utilizzo di video tradizionali (videocassette o broadcast) o di applicazioni a carattere interattivo (CBT - Computer Based Training). Mentre l'uso del video sfrutta efficacemente l'impatto psicologico della comunicazione multimediale, al prezzo di una certa rigidità, il CBT consente molta flessibilità, al prezzo di una mediocre comunicazione.

Nelle applicazioni multimediali si combinano tra loro comunicazione e interattività, sfruttando anche contenuti informativi di vario genere (immagini, grafica, suono, video, realtà virtuale, ecc.); inoltre, grazie ai recenti progressi delle telecomunicazioni e all'interoperatività offerta da Internet e dal Web, è possibile anche la fruizione remota di tali applicazioni. Così, accanto a sistemi tipicamente implementati su CD-Rom, si possono oggi realizzare sistemi in linea, sviluppati come siti Web, di pubblico dominio (Internet) oPage 483 ad accesso limitato a una singola organizzazione (Intranet). A differenza dei primi questi ultimi richiedono postazioni di lavoro di costo minimo, ma con una connettività adeguata alla quantità e qualità delle informazioni che si vogliono rendere disponibili. Infine, le applicazioni dal vivo, quali le video-conferenze e le attività in cooperazione, consentono una immediata interazione fra due o più soggetti remoti.

Quali sono gli aspetti che costituiscono una novità nel processo formativo? Innanzitutto, con le nuove tecnologie, la lezione in classe può essere sostituita e/o affiancata dalla fruizione (isolata o telematica) della stessa in versione interattiva, con esercitazioni estremamente modulari, che permettono allo studente di valutare continuamente il proprio rendimento. La lezione diventa così un'esplorazione personale in cui lo studente si sente protagonista, fautore principale delle proprie acquisizioni conoscitive; egli può, inoltre, interagire in maniera più ricca ed efficace con il docente e con gli altri studenti, all'interno di un processo di apprendimento collaborativo che integra e completa quello svolto da solo. Il materiale didattico tradizionale, inoltre, può essere sostituito da materiale multimediale interattivo, fruibile in maniera isolata o per via...

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