La caccia alle streghe

AutoreMichele Nardi
Pagine69-85
CAPITOLO VI
LA CACCIA ALLE STREGHE
I
Una particolare e separata trattazione merita il capitolo della caccia alle
streghe e dei rapporti fra la Chiesa e la pratica della magia.
Per secoli la Chiesa conservò un atteggiamento piuttosto confuso nei ri-
guardi di questo fenomeno.
La maggior parte dei sacerdoti, soprattutto nelle zone rurali, era poco istru-
ita e assai simile ai loro parrocchiani, dei quali condividevano la fede indi-
scussa nella realtà della stregoneria, nella possibilità che un’anziana donna del
villaggio esercitasse poteri occulti, mandasse in rovina un raccolto, causasse
malattie al bestiame e, addirittura, che fosse responsabile di tutte le morti ap-
parentemente senza spiegazione.
Che osservassero o no il voto di celibato, non dovevano sapere granché
in tema di ginecologia e molti provavano repulsione per quelle che dovevano
sembrar loro le impure complicanze del corpo femminile.
Nel 1260, una bolla di Alessandro IV stabilì i rapporti tra eresia e strego-
neria e denì tutte le categorie dei sortilegi mediante una elencazione delle
condotte che distinguevano coloro che praticano magia dal semplice eretico.
In pratica gli adoratori di satana si distingueva da un semplice eretico per-
ché tengono una di queste condotte:
1. Rinnegano Dio;
2. Lo bestemmiano;
3. Adorano il diavolo;
4. Gli consacrano i loro bambini;
5. Spesso glieli sacricano;
6. Li consacrano a satana nel ventre materno;
7. Gli promettono di attirare al suo servizio tutti coloro che potranno;
70 Brevi note sull’inquisizione
8. Giurano nel nome del demonio e se ne vantano;
9. Non rispettano alcuna legge e commettono perno incesto;
10. Uccidono le persone, le fanno bollire e le mangiano;
11. Si nutrono di carne umana ed anche di impiccati;
12. Fanno morire la gente con veleni e sortilegi;
13. Fanno crepare il bestiame;
14. Fanno perire i frutti e causare la sterilità;
15. Diventano in tutto schiavi del diavolo.
Fino al XV secolo il dogma ufciale della Chiesa negò la realtà della stre-
goneria considerata una menzogna divulgata dal diavolo8.
Chiunque credesse nella realtà della stregoneria, era accusato di allonta-
narsi dalla fede e, quindi, considerato “infedele e pagano”.
Si riteneva che chi credeva nella stregoneria avesse perso la fede e ceduto
a un inganno e, dunque, doveva essere considerato eretico.
Intorno alla metà del XV secolo la posizione della Chiesa cominciò a cam-
biare radicalmente.
Nel 1458 un inquisitore, certo Nicholas Jaquerius, sostenne che “la setta
delle Streghe” dell’epoca non aveva niente a che vedere con gli eretici citati
nei relativi articoli della legge canonica; perché il potere che aveva era concre-
to e non doveva essere semplicemente archiviato come una fantasia9.
Nel 1484 la Chiesa fece un radicale mutamento dogmatico: una Bolla pa-
pale capovolse la posizione precedente e riconobbe ufcialmente la stregone-
ria come entità reale10.
8 Il peccato, perciò, consisteva non nella stregoneria, ma nel credere a essa e nelle pratiche
legate a tale credenza, poiché era a causa di questa che la strega ha abbandonato il cristianesi-
mo, ha rinnegato il battesimo, ha adorato Satana come suo Dio, si è concessa a lui anima e
corpo e vive unicamente per essere il suo strumento nel compiere il male [...] che egli può at-
tuare soltanto tramite un agente umano (Lea, H.Ch., A History of the Inquisition of the Middle
Ages).
9 Secondo uno storico moderno: Insoddisfatti delle semplici accuse di stregoneria, e del
fatto che a essa si facesse risalire qualsiasi pratica di magia, i giudici volevano ora rappresenta-
re lo stregone come appartenente a una cospirazione demoniaca contro la religione e i suoi fe-
deli. Lo stregone, dedito a mirate e singole azioni di malvagità rivolte nemici particolari, cedeva
il passo a una confraternita di streghe impegnata nella distruzione della cristianità (Kieckhefer,
Magic of the Middle Ages).
10 Nella Bolla, il pontefice dichiarava: [...] Recentemente, è infatti arrivato alle nostre orec-
chie, non senza procurarci grande pena, che in certe regioni della Germania settentrionale,
come pure nelle province, città e territori di Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo e Brema,
numerose persone dell’uno e dell’altro sesso, incuranti della loro salvezza e deviando dalla
fede cattolica, si sono abbandonati a demoni, succubi e incubi, e facendo ricorso ad incantesi-
mi, sortilegi, congiure, altre infami attività superstiziose e pratiche magiche, hanno sgozzato
bambini ancora nel grembo della madre, vitellini e bestiame, hanno fatto seccare i raccolti,
reso uomini impotenti e donne sterili, di modo che i mariti non potessero andare con le mogli e

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