L'automazione elettronica nella giurisprudenza e nell"Amministrazione Pubblica

AutoreVittorio Frosini
Pagine63-74

    Il presente articolo riproduce il testo di due conversazioni radiofoniche, tenute al Terzo Programma della RAI nei giorni 15 e 19 marzo 1973.

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Il settore della vita civile, in cui l'introduzione dell'elaboratore elettronico ha destato forse maggiore interesse di novità teorica e aspettativa di sviluppi pratici, è quello dell'amministrazione della giustizia. In particolare, si è andato delineando il tentativo, che ha già preso qualche consistenza, di servirsi dei circuiti elettronici nel vivo stesso del procedimento giudiziario, ossia di fare ricorso all'automazione per disciplinare ed agevolare l'emanazione della sentenza. Lasciando da parte i progetti fantascientifici di quella che è stata chiamata la «macchina sputasentenze», l'aspetto più rilevante del problema si riferisce all'impiego dei sistemi di memorizzazione e di elaborazione cibernetica nel campo della ricerca dei precedenti giudiziari, ossia delle sentenze che sono state già pronunciate in merito ad una determinata questione giuridica.

Il pioniere delle applicazioni nel campo del diritto è stato un giurista, Lee Loevinger, con la sua proposta della «giurimetria». Si può definire Loevinger un «uomo di frontiera» nel campo degli studi giuridici, perché egli ha rivolto lo sguardo verso nuovi orizzonti culturali, aperti dallo sviluppo tecnologico. È però da notare che egli ha proceduto sul nuovo cammino mantenendo sempre l'aderenza alla realtà, anche quando sembrava che stesse per sconfinare sul terreno dell'utopia. L'interesse di Loevinger è rimasto sostanzialmente legato ai problemi della informazione, senza eccedere il limite del ragionevole e del possibile. Nel suo articolo su La rivoluzione industriale nel diritto, pubblicato nelPage 64 1960, egli immaginava quale sarebbe stato nel 1985 (e cioè un quarto di secolo dopo) il sistema usato dagli avvocati per compiere le loro ricerche relative alle leggi, alla dottrina ed ai precedenti giudiziari. Si consideri, infatti, che questi ultimi sono specialmente importanti in un ordinamento giuridico di tipo anglosassone, che è basato sul case law, o diritto del precedente giudiziario. Loevinger immaginava che gli avvocati si sarebbero valsi di una Law Digest Machine, in dotazione presso ogni pubblica biblioteca. Esaminata la questione da risolvere, e compiuta la previa necessaria analisi dei testi, l'avvocato farebbe ricorso ad un volume, tenuto costantemente sul suo tavolo di lavoro, e contenente un elenco di numeri-chiave riferiti a problemi giuridici. Compilata la richiesta su una scheda speciale, egli manderebbe un messo a portarla alla Law Digest Machine, che nel giro di pochi secondi fornirebbe una copia fotostatica di tutti i testi concernenti quella questione, seguendo le indicazioni ricevute dallo stesso richiedente. In un suo successivo articolo del 1962, lo stesso Loevinger tornò sull'argomento, per auspicare un collegamento diretto, per mezzo di cavi telefonici, fra lo studio legale e la centrale di ricerche, costituita dal calcolatore elettronico.

Ebbene: la realtà ha superato assai rapidamente la fantasia, a cui pareva affidata la previsione di Loevinger. All'inizio del 1964 veniva fondata negli Stati Uniti una società, chiamata Law Research Service, con lo scopo di fornire precisamente quel servizio di ricerche giuridiche già delineato in sede programmatica da Loevinger; ed anzi il servizio veniva messo in atto adoperando un collegamento diretto con cavi telefonici. La società era fornita di un elaboratore elettronico, che nel giro di un minuto primo era in condizione di rispondere ad una questione giuridica, stampando le citazioni dei testi per un migliaio di righe. V'era un operatore specializzato di servizio, che riceveva lePage 65 richieste per telefono, le traduceva in un codice di linguaggio elettronico e le trasmetteva alla macchina; la macchina replicava immediatamente, rilasciando i testi dattiloscritti, che venivano trasmessi per telescrivente.

A distanza di qualche anno, questo sistema appare già largamente superato. Per valerci dell'esempio più recente in ordine di tempo e più avanzato in ordine di efficienza, ricordiamo che il 13 febbraio 1973 è stato presentato ad un pubblico, composto da magistrati e da studiosi, il sistema «Italgiure» di ricerca della giurisprudenza, che è stato messo a punto e brevettato dall'Ufficio Massimario della Corte Suprema di Cassazione italiana. Per mezzo di tale sistema, il cui uso è peraltro riservato, almeno per ora, ai soli uffici giudiziari, le operazioni di ricerca e di trasmissione dei precedenti giudiziari di una sentenza si svolgono con straordinaria facilità e rapidità, grazie all'impiego del calcolatore elettronico, che è stato «addestrato» a compiere quelle funzioni, che ancora poco tempo prima dovevano essere affidate ad una persona umana. Non occorre più cercare su un libro, che era una specie di registro o di...

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