Appunti in tema di guard-rail e omicidio colposo

AutorePaolo Veneziani
Pagine79-81

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  1. - Come è noto, le regole cautelari positive in tema di circolazione stradale mirano in prima battuta a impedire ovvero ad eliminare i pericoli che possono derivare dallo svolgimento dell'attività in questione. Esse tendono dunque a prevenire, con un grado di probabilità vicino alla certezza, il verificarsi degli eventi lesivi, che di tali pericoli rappresentino la concretizzazione. Tale quadro emerge sin da una prima lettura delle regole di comportamento cui si deve attenere l'utente della strada, il quale non può adottare nella guida accorgimenti idonei a ridurre il rischio di cagionare incidenti, essendo piuttosto tenuto a manovre che - pur senza recare intralcio alla circolazione - siano ´sicureª.

    Naturalmente, accanto alle regole cautelari ´proprieª, latamente intese (a comprendere anche i doveri di astensione), ossia regole la cui osservanza garantisce (quantomeno tendenzialmente) di eliminare i pericoli, nel settore della circolazione stradale si registra altresì la presenza di regole ´improprieª, la cui finalità preventiva è più limitata: il loro rispetto consente di ridurre il rischio, o di non aumentarlo.

    La contemporanea presenza di regole proprie ed improprie a presidio delle medesime esigenze di sicurezza in un dato settore parrebbe dare luogo ad una contraddizione: se infatti vi sono regole in grado di azzerare il rischio, ci si può chiedere come mai altre norme si propongano di non aumentarlo, o di ridurlo.

    In effetti, le norme di comportamento che si rivolgono all'utente della strada sono molto rigorose, come si è appena visto. Ciò non toglie che, da sole, non vengano reputate sufficienti dall'ordinamento per garantire appieno i molteplici interessi in giuoco.

    Questa valutazione di insufficienza dipende, sostanzialmente, da un duplice ordine di considerazioni.

    In primo luogo, l'azzeramento del rischio che dovrebbe discendere dalla piena osservanza delle regole cautelari ´proprieª è un concetto relativo. L'attività considerata nel settore in esame (circolazione stradale), pur se svolta in modo affatto rispettoso delle cautele de quibus, è comunque sempre un'attività pericolosa.

    Il pericolo è davvero azzerato, infatti, solo in caso di adeguamento ai doveri di astensione strettamente intesi: nel qual caso manca addirittura un comportamento positivo (idoneo a formare oggetto di un giudizio in chiave di pericolosità o meno).

    È naturale, quindi, vista la centrale rilevanza di alcuni dei beni giuridici implicati (si pensi, primariamente, al bene ´vita umanaª), che l'ordinamento preveda un complesso di regole ulteriori, le quali si propongono di arginare quel pericolo in realtà non eliminabile dal complesso (pur ampio ed articolato) delle regole cautelari ´proprieª. È questo il c.d. rischio residuo in astratto, o ´fisiologicoª, che può concretizzarsi in casi eccezionali.

    In secondo luogo, è un dato di comune esperienza che spessissimo le regole cautelari ´certeª sono trasgredite, e che quindi i pericoli che esse mirano astrattamente a prevenire vengono in realtà creati...

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