Apporti ad una metodologia per la rappresentazione della conoscenza giuridica: due esperienze di trattamento della normativa ambientale

AutorePaola Mariani/Daniela Tiscornia/Fabrizio Turchi
CaricaInstituto per la documentazione giuridica del CNR
Pagine305-326

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@Introduzione

Nel campo dell'Intelligenza Artificiale, larga parte della letteratura è dedicata allo sviluppo di metodologie di rappresentazione della conoscenza ed alla teorizzazione dei requisiti fondamentali di linguaggi di rappresentazione efficaci ed efficienti.

Largo accordo è stato raggiunto sul l'atto che la rappresentazione della conoscenza general-purpose debba essere «sound» e completa, il che, in termini logici significa che è necessario che ogni risposta sia correttamente dedotta dagli assiomi (la conoscenza), e che, al tempo stesso, sia possibile calcolare tutta la nuova conoscenza deducibile dalla conoscenza nota. Tale requisito di rigore, per lo meno teorico, è influenzato dalla esplicitazione e definizione dei concetti del linguaggio, che, organizzati in alberi tassonomici, consentono, attraverso la classificazione negli alberi, la comprensione dei nuovi concetti e la effettuazione di operazioni logiche quali sussunzione, implicazione, riconoscimento di equivalenza.

Per ovviare agli inconvenienti sul piano dell'efficenza computazionale si è proposto di operare restrizioni al linguaggio sia a livello del numero di entità linguistiche definite, sia a livello di classificazioni, restrizioni che, comunque, limitano notevolmente la capacità espressiva del linguaggio1.

In generale i due aspetti (la ricchezza espressiva e l'efficenza computazionale) sono difficili da bilanciare, e sembra quindi arduo raggiungere una metodologia generale di rappresentazione della conoscenza in grado di definire in astratto il prezzo da pagare in termini di espressività in nome dell'efficenza o viceversa.

Con il presente articolo si intende commentare il dibattito teorico de-Page 306scrivendo esperienze applicative concrete e localizzando in particolare alcuni aspetti:

- le particolarìtà dei linguaggi settoriali (nel nostro caso il linguaggio giuridico) rispetto all'approccio globale;

- l'incidenza delle prospettive di utilizzo nel processo di definizione del linguaggio di rappresentazione;

- le differenze di scelte generate dall'uso di strumenti diversi: nel primo progetto la rete semantica è stata formalizzata utilizzando la logica del primo ordine ed implementata in Prolog; nel secondo si è adottato un tool precostituito, il che permette di utilizzare formalismi diversi all'interno della stessa struttura.

Le due esperienze di lavoro descritte si collocano nell'ambito dei Kwnoledge-Based Systems, cioè, secondo la terminologia diventata tradizionale [Sergot 1988], nell'ambito dei sistemi che utilizzano conoscenza formalizzata per fornire aiuto alla decisione, planning, soluzione di problemi, diagnosi, ecc. I progetti hanno in comune l'ambito giuridico di applicazione; infatti entrambi si basano su conoscenza tratta dalla normativa comunitaria e italiana in materia ambientale, ma con obiettivi di utilizzo diversi; in un caso si tratta di fornire consulenza, nell'altro di reperire informazioni documentarie.

L'identità della materia si presta a mettere in luce diversità e convergenze fra i due progetti, e quindi ad astrarre considerazioni di carattere generale sulla metodologia di rappresentazione della conoscenza, in particolare sul ruolo svolto dalla rappresentazione dei concetti (giuridici e no) rilevanti.

Gli aspetti che verranno focalizzati riguardano:

- la necessità di trattare il livello concettuale, non solo quello sintattico/ strutturale nella rappresentazione della conoscenza giuridica;

- la correlata necessità di organizzare i concetti in strutture per consentirne l'interpretazione da parte del programma;

- la necessità di curare l'accessibilità dei dati e di consentire un'ampia navigazione all'interno di essi;

- la distinzione fra tipi di conoscenza: conoscenza tenninologica e conoscenza relazionale; conoscenza tecnica e conoscenza giuridica; conoscenza statica e conoscenza dinamica;

- l'esigenza di distinguere, anche nella fase di rappresentazione della conoscenza, gli utilizzi del sistema, ad es.: il livello di dettaglio sarà più profondo nel sistema di consulenza, che non nel sistema di reperimento,

L'articolo è così strutturato: 1) vengono esaminate le caratteristiche del la conoscenza giuridica (in particolare le fonti legislative) alla luce del tratta-Page 307mento formale; 2) viene descritto il sistema di reperimento concettuale, con particolare enfasi sulla organizzazione dei concetti e sulla funzione da essi svolta nel processo di costruzione della domanda; 3) viene descritto il sistema esperto di consulenza, distinguendo il trattamento degli aspetti tecnici e descrittivi (frames) dal trattamento degli aspetti dinamici prescrittivi (regole).

@1. La formalizzazione della legislazione

La strutturazione della conoscenza giuridica richiede dei criteri per estrarre dai testi legislativi i concetti rilevanti, e per organizzarli; si tratta di associare gli oggetti della conoscenza ai termini che li esprimono e di correlare i concetti fra di loro. Poiché il medesimo concetto può essere messo in relazione con altri concetti, o con gli oggetti del dominio in riferimento ad ognuna delle sue caratteristiche rilevanti, uno dei problemi centrali sembra essere quello di riuscire ad esplicitarne tutte le proprietà necessaria alla generazione di conoscenza più complessa.

Metodologicamente i problemi più spinosi si incontrano al momento della individuazione dei concetti primitivi? cioè nella scelta, dato un dominio di conoscenza, di tutti gli elementi (si potrebbero definire atomici da un punto di vista semantico) in grado di generare la conoscenza necessaria alla comprensione del dominio. Una seconda difficoltà sta nella individuazione del livello di dettaglio a cui si intende arrivare. Un terzo aspetto, al quale abbiamo già accennato, è legato alla definizione formale (soprattutto sul piano semantico) delle relazioni.

Nell'individuazione dei concetti, o classi di concetti (tipi), quattro «iteri pragmatici potrebbero soccorrere:

- individuare gli obiettivi che il legislatore intende ottenere cioè, data una serie di circostanze ed eventi del mondo, la situazione ideale che si intende raggiungere (in parole più semplici: l'oggetto delle norme);

- espandere i collegamenti semantici fra ì termini giuridici utilizzati dal legislatore in una struttura (tassonomica) più ampia, basata sull'organizzazione dei concetti giuridici ricavabile, oltre che dallo stesso testo, da altre fonti normative scritte, o dalie elaborazioni sistematiche delia dottrina;

- basare sulle elaborazioni della teoria giuridica la definizione delle entità, dei loro attributi e delle relazioni fra esse;

- tener conto delle caratteristiche degli utenti (giuristi e no) e degli scopi di utilizzo,

Il diritto ha il vantaggio di offrire una consolidata (anche se non univo-Page 308ca) elaborazione teorica della sua struttura sistematica: partendo daie sue componenti più generali i fenomeni (o le componenti dei fenomeni) giuridici possono essere distinti in quattro grandi sotto classi: soggetti, oggetti, atti, fatti. Oggetti e fatti rappresentano l'aspetto più immediatamente reale, mentre soggetti, e atti rappresentano l'aspetto più propriamente umano. Soggetto ed oggetto sono fenomeni spaziai: essi costituiscono il punto di collegamento fra fattispecie successive (ad es.: trasferimento di proprietà di un bene può essere visto come un cambiamento del soggetto proprietario, o come il cambiamento di status del soggetto da titolare del diritto di proprietà a creditore della controprestazione); mentre i fatti e gli atti appartengono alla categoria dei fenomeni temporali: essi caratterizzano fattispecie collegate e temporalmente differenziate.

Nella struttura logica della norma questa bipartizione dei fenomeni giuridici si traduce in una identificazione dei soggetti ed oggetti in individual e quindi in soggetti logici mentre atti e fatti sono relazioni o. proprietà ad essi attribuibili, e quindi predicati logici; il concetto di individui va sempre inteso come denotante classi di elementi all'interno dell'universo ' logico preso in considerazione2.

I fatti sono il contenuto sia della conseguenza (effettuali) che della fattispecie -(causali), con un'ulteriore specificazione: un l'atto effettuale consisterà -comunemente in un atto, cioè in un comportamento, e sarà sempre riferibile ad un soggetto: "non avrebbe infatti senso prevedere come effetto giuridico un, fenomeno naturale, ed in quanto tale indipendente dalla volontà umana, né tanto meno non individuare un soggetto destinatario della norma.

Tale distinzione è affine a quella che i teorici dell'Intelligenza Artificiale stabiliscono fra conoscenza termmologica (entità, concetti) e conoscenza relazionale (rapporti di significato o fattuali fra entità): o quella più tecnica fra concepts e roles3. Su tale distinzione, sia pur in modo semplificato, è basata l'organizzazione della conoscenza nel sistema descritto al cap. 2.

@2. Il sistema di supporto al reperimento

@@2.1. Il dominio: descrizione delia materia

La materia ambientale e in particolare il diritto ambientale è, nel diritto italiano, costituito da un numero notevole di pravvedimenti, spesso etero-Page 309genei e di diverso livello, non sempre ben individuabili in relazione al settore protetto. Si tratta, infatti, di una legislazione spesso settoriale e frammentaria diretta a regolare solo alcuni dei più frequenti fattori inquinanti. Inoltre la più recente legislazione è andata a integrare e a sovrapponi a una precedente normativa, ancora pienamente vigente, contenente una disciplina spesso anche organica ma tuttavia sempre e solo settoriale su alcuni fenomeni riguardanti l'ambiente e la salute4. Questa situazione di proliferazione abnorme di leggi è aggravata da un'eccessiva proliferazione degli organi centrali e periferici competenti a diverso livello (Stato, Regioni, -Province, Comuni, U.S.L. ecc.) per la tutela dell'ambiente con conseguente incertezza su chi deve, ad esempio, esercitare il controllo ed intervenire in concreto.

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