Il Codice dell'amministrazione digitale nel processo di semplificazione normativa: genesi e criticità

AutoreIsabella D'Elia/Marina Pietrangelo
CaricaPrimo ricercatore/Titolare di un assegno di ricerca presso lo stesso Istituto
Pagine9-30

Isabella D'elia è primo ricercatore e responsabile di gruppi di ricerca presso l'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica del Cnr.

Marina Pietrangelo è titolare di un assegno di ricerca presso lo stesso Istituto. Il § 1 è da attribuirsi a I. D'Elia; il § 2 è da attribuirsi a M. Pietrangelo.

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  1. Nel quadro dell'opera di codificazione in atto in Italia, il Codice dell'amministrazione digitale (emanato con d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82) ha una sua peculiarità e un suo rilievo strategico. Direttamente strumentale alla modernizzazione della pubblica amministrazione, esso allarga ben oltre tale scopo il proprio orizzonte e le proprie potenzialità. Ciò in considerazione del ruolo determinante che la pubblica amministrazione - pur con tutte le sue criticità - è chiamata a svolgere in ordine allo sviluppo sociale ed economico, all'esercizio concreto dei diritti dei cittadini e alla libertà dei rapporti sociali.

    D'altra parte, il nostro Codice s'inserisce in un nuovo corso del processo di semplificazione e riassetto normativo, più attento alla qualità delle regole; e pertanto - date le caratteristiche del settore oggetto di riassetto - si pone di per sé come campo emblematico in cui attuare una "regolazione di qualità": cioè secondo i canoni individuati per la redazione dei codici cosiddetti di "nuova generazione" e con un nuovo approccio, trasversale e intersettoriale, particolarmente idoneo ad affrontare in una visione d'insieme questo fenomeno "globale" (tecnologico, economico, giuridico) e i suoi vari risvolti (istituzionali, culturali, etici).

    Applicata a questo settore, la "qualità delle regole" chiama fortemente in causa la cultura giuridica nel suo complesso - quella più propriamente scientifica e quella operativa - e ne sollecita uno specifico rinnovamento e rafforzamento.

    Alla cultura scientifica si richiede soprattutto di filtrare nella nuova disciplina quei valori costituzionali e sociali di cui tradizionalmente essa si è fatta promotrice, definendo un assetto sistematico della nuova espe-Page 10rienza giuridica nel modo più semplice, chiaro e duttile possibile, oltreché in coerenza col sistema giuridico generale: i suoi articolati confini, i princìpi consolidati ad essa applicabili e i nuovi concetti relativi a soggetti, oggetti e situazioni che in essa affiorano.

    A quanti operano a vario titolo presso la pubblica amministrazione si richiede, peraltro, una partecipazione attiva e creativa in fase sia di elaborazione che di applicazione della nuova codificazione; partecipazione che d'ora innanzi può e deve organizzarsi attraverso adeguate forme di analisi preventive e/o di valutazioni successive d'impatto della regolamentazione (Air e VlR), secondo quanto previsto anche dalla legge di semplificazione per il 20051.

    Sotto questi vari profili, tra loro connessi, il nostro Codice costituisce una condizione significativa per la competitivita del Paese, da misurare soprattutto in termini di tutela dei diritti civili e delle libertà economiche nei rapporti col potere amministrativo2.

    1.1. Il Codice interviene in una fase significativa e al contempo cruciale dell'evoluzione normativa del settore, così come del processo d'informatizzazione pubblica.

    Il fenomeno normativo ha raggiunto in questa "materia" un'estensione e una complessità difficilmente dominabili. Nel tempo - a partire dagli anni cinquanta, ma con un ritmo particolarmente accelerato nel corso degli ultimi vent'anni - si sono stratificati infatti oltre 2.500 atti normativi (in larga parte di livello secondario), aventi ad oggetto in modo settoriale e frammentario tutti i molteplici aspetti e problemi - di vario ordine e grado - emergenti di pari passo con l'evoluzione dello scenario tecno-Page 11logico, con l'estendersi delle applicazioni in ogni ambito sociale, col reiterarsi di tendenze e controtendenze di riforma istituzionale e amministrativa, col rafforzarsi del processo d'integrazione europea.

    Si è naturalmente infittita in questa folta normativa anche la trama dei princìpi e degli interessi in giuoco, di rilievo comunitario e costituzionale, tutti patimenti degni di tutela e quindi oggetto di necessario bilanciamento: la sovranità popolare e il principio democratico; il principio di legalità, l'imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione; la promozione e la libertà della cultura e della ricerca scientifica; la libertà dell'iniziativa economica privata; l'interesse delle istituzioni pubbliche ad assicurarsi le basi informative per le proprie azioni di governo; l'interesse dei singoli a tutelare i diritti della personalità eventualmente incisi dal trattamento dei dati personali.

    Pur non mancando in tale contesto i germi per una regolamentazione più matura e ponderata, si è avvertita tuttavia la necessità di ricomporre questo vasto insieme di interventi e questi vari aspetti, distinti e complementari, in un quadro organico, che soddisfacesse l'esigenza prioritaria di semplificazione e chiarezza delle regole, per garantire più efficacemente i nuovi soggetti, beni e servizi della società dell'informazione e al contempo stimolare lo sviluppo del settore3.

    Parallelamente, anche il processo d'informatizzazione pubblica, pur avendo superato alcune criticità del passato, non riesce tuttavia a far evolvere il meglio dell'esperienza maturata verso un quadro sistemico. Ciò soprattutto perché non è animato da un'adeguata prospettiva istituzionale; senza la quale le vele dell'innovazione non trovano il vento favorevole e rimangono inceppate nei soliti lacci e lacciuoli della cultura burocratica, nei condizionamenti della politica e dei forti interessi economici in giuoco.

    Questa considerazione si applica a ciascuno degli obiettivi più qualificati espressi nelle strategie degli ultimi vent'anni: l'assunzione dello svi-Page 12luppo dei sistemi e dei servizi informativi come funzione strategica delle singole amministrazioni e del Governo nel suo insieme; il collegamento dell'impiego delle ICT col processo di riforma della pubblica amministrazione; il rafforzamento dell'assetto istituzionale per il coordinamento normativo, funzionale e tecnico del settore.

    Il primo di questi obiettivi - la formazione di un patrimonio informativo pubblico, su cui si fonda l'utilizzo sistematico di sistemi e servizi informativi pubblici - trova ostacolo, in particolare: nel terreno culturale dell'amministrazione, laddove tardano a diffondersi nuove competenze e attitudini alla collaborazione interistituzionale e alla gestione dei cambiamenti organizzativi; e, per altro verso, nella carenza di un'infrastnittura telematica della pubblica amministrazione volta a garantire in sicurezza l'interconnessione delle numerose reti pubbliche proprietarie e l'interoperabilità dei sistemi informativi pubblici4.

    Al riguardo, una serie d'interventi normativi in materia di gestione delle informazioni economico-sociali avevano avviato, già sul finire degli anni Ottanta, una nuova disciplina sulla gestione delle informazioni economico-sociali, che ha promosso e attuato lo sviluppo informatico a fini statistici degli archivi gestionali e delle raccolte di dati amministrativi5.

    A tale politica ha fatto poi seguito, nel solco di e.Europe, il programma nazionale di e-government, orientato all'erogazione dei servizi pub-Page 13blici on-line6. Secondo le valutazioni degli organismi sovranazionali e degli stessi nostri referenti nazionali, questo programma è riuscito, sì, a "individuare e realizzare soluzioni innovative in alcuni settori specifici", ma ha lasciato complessivamente immutato il sistema amministrativo; che resta quindi "caratterizzato da bassi livelli di investimenti pubblici in Ict e da un insufficiente grado di informatizzazione dei metodi di lavoro e delle procedure amministrative e di interattività dei servizi"7, nonché dalla "permanenza di disomogeneità tra le diverse amministrazioni"8: insomma un'immagine aggiornata della storica "informatizz azione a macchia di leopardo", che riflette invero - come accennerò qui di seguito - l'attuale fase d'incertezza e di asimmetria del processo di riforma amministrativa.

    Anche l'iniziativa congiunta di Stato, Regioni ed enti locali per la pianificazione e il finanziamento di progetti di e-government, pur avendo registrato un forte protagonismo delle pubbliche amministrazioni locali, non è riuscita tuttavia ad imprimere in questo cammino un disegno nazionale unitario.

    L'elemento politicamente e tecnicamente più rilevante e ricco di potenzialità è dato dalla realizzazione del Sistema pubblico di connettività (Spc), evoluzione della Rete unitaria della pubblica amministrazione (Rupa). Definito dal decreto istitutivo come "l'insieme di strut-Page 14ture organizzative, infrastrutture tecnologiche e regole tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l'integrazione e la circolarità del patrimonio informativo della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l'interoperabilità e la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza e la riservatezza delle informazioni" (art. 2, co. 2, d.lgs. n. 42/2005), il Sistema costituisce un modello interessante di "amministrazione composita" per la collaborazione tra i vari livelli di governo; un modello che sempre più s'impone per superare la difficoltà dei poteri statali di governare i processi economici e sociali in un contesto globalizzato9.

    Il collegamento del processo d'informatizzazione con quello di riforma della pubblica amministrazione - secondo obiettivo strategico per lo sviluppo del settore - risente della minore attenzione che nell'attuale legislatura si è avuta verso questo tema.

    Le riforme istituzionali e amministrative degli anni Novanta avevano perseguito e realizzato, in un'ottica di ampio respiro, alcune innovazioni decisive per la modernizzazione del Paese: dagli interventi di riforma degli enti locali e dalla disciplina generale del procedimento amministrativo a un disegno organico di...

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