Allegato 9. Stato di avanzamento del progetto speciale e.Toscana 2003-2005 (aprile 2006)

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@Premessa

Le necessità e le urgenze manifestate in questi anni dai cittadini e dalle aziende del Paese hanno spesso trovato nella scala e nella dimensione regionale l'adeguato ambito di intervento per ottenere risposta alle proprie richieste, ciò anche grazie alla capacità degli enti istituzionali di saper cogliere la domanda del sistema, attivando politiche pubbliche mirate al loro soddisfacimento.

Nel recente passato, si è così assistito ad un progressivo spostamento del baricentro delle decisioni e delle politiche all'interno delle regioni ed al contemporaneo aumento delle materie d'interesse pubblico seguite, sviluppate e realizzate dagli enti istituzionali che in esse vi operano.

Tale accrescimento non ha riguardato solo le sfere tradizionali di interesse (quali la sanità, i trasporti, il turismo, ecc.), ma ha anche toccato tematiche che segnano il distinguo tra le regioni ad alto tasso di competitività, livello di integrazione ed innovazione e quelle ove è presente uno sviluppo basato su fattori produttivi tradizionali e talvolta poco armonici.

L'interesse pubblico per le nuove materie è stato certamente sollecitato, sostenuto e suggerito da quei soggetti del mondo produttivo e della società civile che caratterizzano il tessuto di un territorio e che conferiscono quel colore e quel profilo distintivo che distingue una realtà da un'altra. La progressiva necessità dei cittadini europei, poi, di aumentare il proprio bagaglio di conoscenze, il desiderio di allargare i confini informativi, di comunicazione ed interrelazione con le altre persone, il bisogno, da sempre avvertito, dei sistemi imprenditoriali di ottimizzare le proprie capacità produttive e di presentare i propri prodotti ai mercati nazionali ed esteri, hanno posto sull'agenda politica l'urgenza di individuare politiche trasversali, grazie alle quali dare riscontro e soddisfacimento alle richieste emergenti.

Tra le materie entrate nella sfera di interesse delle regioni e che hanno dato immediata risposta alle urgenze succitate, compare certamente la "società dell'informazione" (SI), settore di interesse strategico per la crescita di un sistema territoriale. La società dell'informazione infatti abilita una complessa e rilevante geometria di scelte per investire sullo sviluppo dei sistemi economici e sulla qualità e disponibilità dei "servizi" erogati dal sistema pubblico e privato. Essa interviene altresì direttamente, mediante azioni di carattere tecnico-organizzativo, sul potenziamento del sistema per la formazione e l'addestramento, sulla crescita e sulla diffusione della ricerca, sulla convergenza e sullo sviluppo dell'industria delle telecomunicazioni, del software e dei contenuti.

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Per tali ragioni, con la fine degli anni novanta, alla materia "società dell'informazione" vengono dedicate progressive attenzioni. Se ne comprende e riconosce infatti la rilevanza e la capacità di dar risposta, grazie all'utilizzo ed allo sviluppo "guidato" delle nuove tecnologie, alle esigenze effettive sollevate dagli operatori del mercato, dalla pubblica amministrazione e dal mondo della formazione e della ricerca.

Snodo centrale delle politiche europee e delle azioni nazionali per la programmazione ed attuazione di tali misure diventano i territori regionali, in quanto ambiti territoriali riconosciuti come "ottimali" per la definizione delle strategie, la realizzazione degli interventi e la creazione di una rete di supporto ed assistenza agli enti pubblici e privati locali.

Anche grazie a questa importante "investitura" le regioni europee hanno avviato negli nel recente passato interventi rivolti a sostenere l'impiego e la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), nella pubblica amministrazione, nella scuola, nelle attività promosse dalle categorie economiche e dalle famiglie. Le regioni hanno inteso diffondere, mediante tale politica, i metodi, le soluzioni, gli strumenti offerti dalla società dell'informazione per dare una risposta più completa e di lungo periodo alle richieste dell'utenza, disegnando così un percorso di lungimiranza e modernità e proseguendo nel percorso di valorizzazione e crescita del proprio ruolo.

@La nascita della Rete Telematica Regionale Toscana

La Toscana comprende e riconosce la centralità della società dell'informazione già nel 1997. Nasce infatti in quell'anno la Rete Telematica Regionale Toscana (RTRT)1 , soggetto che ha quale obiettivo prioritario "la costruzione di un sistema integrato delle amministrazioni pubbliche quale elemento connaturato alla revisione dei processi finalizzato alla trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione pubblica e quindi elemento determinante rispetto alla competitività del sistema socio economico toscano".

Sin dal suo avvio la RTRT ha attivato interventi finalizzati allo sviluppo economico e sociale della Toscana, sfruttando le possibilità offerte dalla nuove tecnologie per potenziare l'offerta di servizi della PA e delle imprese. Essa ha inoltre promosso politiche attive per permettere ai toscani di accedere al patrimonio di conoscenze e di saperi che la "rete" metteva a disposizione della società mondiale, realizzando così una effettiva modernizzazione della realtà regionale anche tramite un attento utilizzo della domanda pubblica.

Alla base della Rete Telematica Regionale toscana c'è stata un'idea che si è rivelata di successo ed è divenuta un modello a livello regionale e nazio-Page 295nale, ovvero la "Comunità della Rete", soggetto costituito da enti (Regione, Enti Locali, Articolazioni Locali della Pubblica Amministrazione centrale, Associazioni, ecc.) che partecipano a pari livello alla Rete e che concorrono alla creazione di un sistema di governance sui temi dalla società dell'informazione, finalizzato allo sviluppo dei servizi, delle conoscenze e, non ultime, delle capacità competitive nel mondo produttivo.

Oltre alla creazione di una infrastruttura fisica di collegamento che connette i soggetti aderenti ed alla produzione di un complesso di servizi telematici, la RTRT investì molto proprio nel potenziamento e nell'affermazione di tale Comunità, poiché essa era il contesto di comunicazione e cooperazione, di sperimentazione e innovazione delle strategie operative a beneficio dell'intera società regionale. Tale modello organizzativo era governato dalla Direzione Strategica della Rete, organo interistituzionale a cui partecipavano le Amministrazioni e gli Enti aderenti alla RTRT e che definiva il Piano di attività annuale, le strategie di finanziamento e la verifica dei risultati.

La partecipazione degli enti pubblici toscani fu subito di alto livello. Aderirono infatti alla Rete più di 540 soggetti, tra i quali pressoché tutti i comuni della Toscana, per una copertura della popolazione pari a circa il 98%. Ad oggi tutti gli enti territoriali della regione aderiscono alla RTRT.

La Rete Telematica Regionale Toscana consentì di raggiungere significativi passi avanti nell'armonizzazione ed ottimizzazione delle attività della macchina pubblica, tramite la creazione di luoghi istituzionali nei quali venivano concertate e condivise le azioni per il potenziamento dei servizi pubblici e privati, mediante l'impiego delle ICT. Essa ha inoltre raggiunto l'obiettivo da una parte di mettere in rete tutta la PA toscana, con un importante investimento in infrastrutture di collegamento e, dall'altra, di avviare quel percorso di offerta di servizi comuni e "centralizzati" per tutte le amministrazioni aderenti.

La Rete è divenuta in tal modo uno dei punti nevralgici e di riferimento anche a livello nazionale, poiché ha saputo proporre una modalità di interscambio ed interrelazione tra la PA e le categorie economiche e del terzo settore. Veniva così creata una nuova "espressione e missione" della PA, nella quale le nuove tecnologie divenivano strumento delle comuni strategie di sviluppo. Tale modello viene, ancor oggi, indicato come un riferimento a livello nazionale, poiché ha saputo sorreggere e sostenere gli sviluppi delle politiche sulla società dell'informazione, in contesto di cooperazione e "solidarietà" istituzionale non dettata dalle logiche gerarchiche ma da quelle della Rete.

@Il Piano regionale per la società dell'informazione: e.Toscana

In considerazione della positiva esperienza maturata nei primi anni dalla nascita della RTRT e delle significative realizzazioni sviluppate, i soggetti della Rete intesero proseguire nel percorso avviato strutturandone ed accrescendone gli obiettivi all'interno di un piano organico per lo sviluppo dellaPage 296 società dell'informazione in Toscana. Tale piano avrebbe dovuto, negli intenti originari, mettere a sistema e potenziare, in coerenza con le linee guida europee e nazionali di settore, le progettualità sviluppate nel periodo precedente, accrescendo la governance regionale.

A partire dal 2001, vennero così individuati dalla Rete gli interventi e le modalità organizzative utili a raggiungere gli obiettivi congiuntamente definiti e che miravano ad accrescere il livello di competitività del sistema economico regionale, la capacità di partecipazione ed accesso alle informazioni da parte dei cittadini, il potenziamento del sistema della ricerca e delle sue attività di studio e sviluppo di nuove soluzioni.

Con la finalità di creare un sistema diffuso di pubbliche amministrazioni on-line e di offrire all'utenza servizi avanzati, il 20 maggio 2002 venne approvato il Piano e.Toscana, azione che ha dato "una scala regionale alle dinamica della società dell'informazione e della conoscenza". Il Piano, partendo dalle importanti esperienze maturate in sede di RTRT, intese migliorare la cooperazione e la comunicazione fra le organizzazioni pubbliche e private della regione nel loro rapporti con l'utenza, attraverso tre linee di intervento principali:

- L'estensione della Infrastruttura di Rete in termini di una più capillare diffusione sul territorio, di una migliore funzionalità (capacità di...

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