DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 18 aprile 2011 - Affidamento della gestione del consiglio comunale di Castrofilippo, ad una commissione straordinaria. (11A06231)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto il decreto, in data 18 novembre 2010, con il quale il Presidente della Regione Siciliana ha preso atto della decadenza del consiglio comunale per mancanza del numero legale minimo per la funzionalita' dell'organo, nonche' della cessazione dalla carica del sindaco e della giunta municipale del comune di Castrofilippo (Agrigento), ed ha nominato un commissario per la provvisoria gestione dell'ente;

Considerato che dall'esito di approfonditi accertamenti, condotti dalla commissione di indagine nominata con decreto prefettizio del 23 settembre 2010, gia' in corso all'atto dell'adozione del decreto del Presidente della Regione Siciliana, sono emersi collegamenti diretti ed indiretti tra ex componenti del consesso e la criminalita' organizzata locale;

Considerato, altresi', che la permeabilita' dell'ente ai condizionamenti esterni della criminalita' organizzata ha arrecato grave pregiudizio allo stato della sicurezza pubblica e determina lo svilimento delle istituzioni e la perdita di prestigio e di credibilita' degli organi istituzionali;

Ritenuto che, al fine di rimuovere la causa del grave inquinamento e deterioramento dell'amministrazione comunale, si rende necessario l'intervento dello Stato mediante un commissariamento di adeguata durata, mirato al ripristino dei principi democratici e di liberta' collettiva;

Visto l'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;

Vista la proposta del Ministro dell'interno, la cui relazione e' allegata al presente decreto e ne costituisce parte integrante;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 15 aprile 2011 alla quale e' stato debitamente invitato il Presidente della Regione Siciliana;

Decreta:

Art. 1

La gestione del comune di Castrofilippo (Agrigento), il cui consiglio comunale e' stato dichiarato decaduto con il sopracitato decreto del Presidente della Regione Siciliana, e' affidata, per la durata di diciotto mesi, alla commissione straordinaria composta da:

dott. Baldassare Ingoglia - viceprefetto;

dott. Massimo Signorelli - viceprefetto aggiunto;

dott. Carmelo Fontana - direttore amministrativo contabile.

Art. 2

La commissione straordinaria per la gestione dell'ente esercita, fino all'insediamento degli organi ordinari a norma di legge, le attribuzioni spettanti al consiglio comunale, alla giunta ed al sindaco nonche' ogni altro potere ed incarico connesso alle medesime cariche.

Dato a Roma, addi' 18 aprile 2011

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del

Consiglio dei Ministri

Maroni, Ministro dell'interno

Registrato alla Corte dei conti il 21 aprile 2011 Ministeri istituzionali Interno, registro n. 9, foglio n. 222

Allegato

Al Presidente della Repubblica

Il comune di Castrofilippo (Agrigento), i cui organi elettivi sono stati rinnovati nelle consultazioni amministrative dell'11 giugno 2006, presenta forme di ingerenza da parte della criminalita' organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l'imparzialita' degli organi elettivi, il buon andamento dell'amministrazione ed il funzionamento dei servizi con grave pregiudizio per lo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica.

All'esito di specifica attivita' investigativa condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo, sono state tratte in arresto, in esecuzione di un'ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo in data 20 settembre 2010, cinque persone tra cui il sindaco del comune di Castrofilippo.

A seguito dell'applicazione della suddetta misura cautelare ha operato, ai sensi dell'art. 59, comma 1, lettera c) del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, per il sindaco la sospensione dalla carica; il medesimo ha successivamente rassegnato le dimissioni.

In tempi diversi hanno rassegnato le dimissioni tutti gli assessori e la maggior parte dei consiglieri, conseguentemente il Presidente della Regione Siciliana, con decreto in data 18 novembre 2010, ha preso atto della decadenza del consiglio comunale per mancanza del numero legale minimo per la funzionalita' dell'organo, nonche' della cessazione dalla carica del sindaco e della giunta municipale del comune di Castrofilippo, ed ha nominato un commissario per la provvisoria gestione dell'ente.

Nell'ambito del suddetto procedimento giudiziario il primo cittadino, che ha ricoperto tale carica ininterrottamente dal 2001, risulta indagato per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, per la sua appartenenza alla famiglia mafiosa locale, nonche' per aver favorito imprese riconducibili ad esponenti mafiosi di vertice della provincia di Agrigento, mediante l'affidamento di appalti di opere pubbliche e private.

In conseguenza alla suddetta ordinanza di custodia cautelare ed al fine di verificare la sussistenza di forme di condizionamento e di infiltrazione delle locali consorterie nei confronti degli amministratori dell'ente, il Prefetto di Agrigento, con decreto del 23 settembre 2010, ha disposto l'accesso presso il suddetto comune, ai sensi dell'art. 59, comma 7, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267.

All'esito degli accertamenti svolti, la commissione incaricata dell'accesso ha depositato le proprie conclusioni, le cui risultanze sono state esaminate in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento e di un delegato della Procura della Repubblica di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia; il Comitato ha espresso l'avviso concorde circa la sussistenza dei presupposti utili alla proposta di avvio del procedimento finalizzato all'adozione della misura di rigore prevista dall'art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Il Prefetto di Agrigento, con l'allegata nota in data 15 marzo 2011, che costituisce parte integrante della presente relazione, ha pertanto formulato la relativa proposta di applicazione delle misure di cui al citato art. 143 per aver riscontrato concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali con la criminalita' organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi.

Sia gli accertamenti svolti in sede amministrativa che l'inchiesta giudiziaria hanno posto in evidenza l'assoluta e strumentale vicinanza dell'ex sindaco alla associazione mafiosa agrigentina, nei cui confronti si poneva in un atteggiamento di "totale subordinazione", consentendo alla criminalita' organizzata di attuare un vero e proprio monopolio nelle scelte delle imprese aggiudicatarie e nella distribuzione dei lavori, e venendo ricompensato anche con somme di danaro per i favori resi.

Anche alcuni assessori e consiglieri dimissionari risultano legati da vincoli di parentela con soggetti tratti in arresto, o raggiunti da informazione di garanzia per il delitto di cui all'art. 416-bis c.p., nell'operazione di polizia sopracitata, o hanno frequentazioni con affiliati alle locali organizzazioni criminali.

Indizi sintomatici della permeabilita' dell'amministrazione comunale nei confronti degli interessi della criminalita' organizzata emergono dalle numerose irregolarita' e violazioni di legge che la commissione di indagine ha riscontrato e che confermano che gli organi dell'ente hanno sviato la propria azione per favorire, soprattutto nel settore degli appalti, ditte riconducibili alle consorterie criminali. In particolare, i titolari di tre ditte aggiudicatarie di molti lavori e servizi sono fratelli di un soggetto che, prima di essere tratto in arresto nel 2010 nella inchiesta giudiziaria soprarichiamata, era gia' stato condannato con sentenza irrevocabile del dicembre 2000 per favoreggiamento di un latitante di mafia.

Benche' l'amministrazione comunale non potesse ignorare tale...

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