Gli accordi sostitutivi ed endoprocedimentali
Autore | G. Morri - F. Pontrandolfi - S. Tenca |
Pagine | 319-329 |
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GLI ACCORDI SOSTITUTIVI
ED ENDOPROCEDIMENTALI
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Nozione e caratteri
L’art. 11 della L. n. 241/1990 prevede due distinte tipologie di accor-
do tra amministrazione e soggetto privato, suscettibili di perfeziona-
mento in un procedimento in corso:
- gli accordi endoprocedimentali, finalizzati alla determinazione
del contenuto discrezionale di un provvedimento, i quali costituisco-
no una figura generale che non incontra limiti di utilizzazione;
- gli accordi sostitutivi, che tengono luogo del provvedimento am-
ministrativo, ma sono ammessi nelle sole ipotesi tassativamente pre-
viste dalla legge; gli accordi sostitutivi sono tipici e si possono citare
a titolo di esempio la cessione volontaria in sede di procedimento
espropriativo ovvero la convenzione di lottizzazione.
Le ipotesi contemplate corrispondono al recepimento di una prassi
nella quale l’amministrazione dichiara di essere disposta ad adottare
un provvedimento con un certo contenuto, purché l’interessato ac-
cetti certe clausole, e il privato le accetta; oppure, viceversa, il pri-
vato suggerisce che il provvedimento contenga o non contenga certe
clausole, e l’amministrazione aderisce adottando un provvedimento
conforme (Cons. Stato, sez. VI, n. 2636/2002).
L’attivazione e lo svolgimento del procedimento favoriscono il confronto dialettico tra il
privato titolare di pretese individuali e l’amministrazione portatrice di interessi pubblici e
lo scambio può evolversi e sfociare in un accordo endoprocedimentale o in un accordo
sostitutivo del provvedimento ove previsto dalla legge.
L’art. 11 poi - secondo un’impostazione dottrinale autorevole - minus dixit quam voluit:
esso, in tale prospettiva, non servirebbe solo a determinare una delle opzioni possibili per
l’amministrazione sul piano contenutistico, ma avrebbe proprio la funzione di consen-
tire delle deroghe al principio di tipicità degli atti amministrativi con ciò risultando uno
strumento per far conseguire alle parti un’utilità ulteriore rispetto a quella che sarebbe
consentita dal provvedimento finale.
Le due fattispecie condividono un identico presupposto oggettivo, os-
sia un procedimento in corso, ed un analogo presupposto soggettivo,
per cui legittimati a negoziare con la P.A. in vista di un’intesa sono
Tipologie
di accordo
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