Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Processo penale - Imputato minorenne - Custodia cautelare - Applicabilita' per il reato di tentato furto aggravato da violenza sulle cose e non per il reato di tentato furto in abitazione, aggravato dalla medesima circostanza - Denunciata irragionevolezza e violazione del principio di e...

LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori:

Presidente: Franco BILE;

Giudici: Giovanni Maria FLICK, Francesco AMIRANTE, Ugo DE SIERVO, Paolo MADDALENA, Alfio FINOCCHIARO, Franco GALLO, Luigi MAZZELLA, Gaetano SILVESTRI, Sabino CASSESE, Maria Rita SAULLE, Giuseppe TESAURO;

ha pronunciato la seguente

Ordinanza nel giudizio di legittimita' costituzionale dell'art. 23 del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni) e 380, comma 2, lettera e), del codice di procedura penale, promosso con ordinanza del 18 agosto 2005 dal Tribunale per i minorenni di Firenze nel procedimento penale a carico di B. F., iscritta al n. 46 del registro ordinanze 2006 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 9, 1ª serie speciale, dell'anno 2006.

Udito nella Camera di consiglio del 20 giugno 2007 il giudice relatore Giovanni Maria Flick.

Ritenuto che, con l'ordinanza indicata in epigrafe, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Firenze ha sollevato, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione di legittimita' costituzionale dell'art. 23 del d.P.R. 22 settembre 1988, n. 448 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni) e dell'art. 380, comma 2, lettera e), del codice di procedura penale, nella parte in cui ammettono l'applicazione della custodia cautelare per il reato di cui agli artt. 56, 624 e 625, primo comma, n. 2, prima ipotesi, del codice penale, "confrontati con la disciplina cautelare penale prevista dall'art. 23 d.P.R. 448/1988 per il tentativo di furto in abitazione aggravato"; reato, quest'ultimo, in ordine al quale - ancorche' "sicuramente piu' grave" del primo - non potrebbe essere applicata la misura della custodia "in istituto penale minorile";

che il giudice a quo premette di essere stato investito della richiesta di convalida dell'arresto e di applicazione della misura della custodia cautelare nei confronti di un minorenne, tratto in arresto nella quasi flagranza del delitto di tentato furto in concorso di una autovettura, aggravato anche dalla violenza esercitata sulle cose; e che, nella specie, sussisterebbero tutti i presupposti per l'applicazione della piu' grave misura coercitiva;

che, tuttavia, ponendo a raffronto la fattispecie oggetto di delibazione cautelare con quella del furto in abitazione previsto dall'art. 624-bis cod. pen. (in...

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