Ordinanza emessa il 25 ottobre 2006 dal tribunale di Busto Arsizio sul ricorso proposto da Baruzzo Fabrizio contro Carugati Bianca Famiglia - Assegnazione della casa familiare - Istanza di modifica delle condizioni di divorzio - Previsione legislativa della cessazione del diritto al godimento della casa familiare nel caso che l'assegnatario non ...

IL TRIBUNALE

Letti gli atti del procedimento civile n. 754/06 R.G. vol.;

Sciogliendo la riserva formulata all'udienza del 20 ottobre 2006;

Letto il ricorso avanzato da Baruzzo Fabrizio in data 27 luglio 2006, diretto ad ottenere la modifica delle condizioni di divorzio di cui alla sentenza n. 1374 del 2 dicembre/11 gennaio in punto di revoca dell'assegnazione alla resistente della casa coniugale ai sensi del disposto di cui al capoverso dell'art. 155-quater c.c., in considerazione del rapporto di convivenza ivi instaurato dalla Carugati con tale Buomprisco Antonio a decorrere dal giugno 2004;

Ritenuta l'opportunita' di sollevare questione di illegittimita' costituzionale della predetta norma sotto i seguenti molteplici profili;

Preso atto, in primis, che il primo comma della norma sotto esame sancisce il principio secondo cui "il godimento della casa familiare e' attribuito tenendo prioritariamente conto dell'interesse dei figli", in cio' ponendosi sul solco della ratio sottesa alla previgente normativa ed agli indirizzi giurisprudenziali formatisi sulla stessa, ravvisabile nell'esigenza di "preservare per quanto possibile e opportuno la continuita' delle abitudini domestiche" (cosi' Cass. 9 settembre 2002, n. 13065), di tal che' particolare rilievo acquistano l'irrazionalita' e la contraddittorieta' insite nella scelta legislativa di sacrificare in modo pressoche' automatico e perentorio l'interesse stesso che la norma si ripromette di tutelare in via primaria nell'ipotesi di celebrazione di nuove nozze o di inizio di una convivenza more uxorio da parte del genitore assegnatario;

Rilevato, infatti, che l'automatismo stabilito dalla nuova norma ("il diritto al godimento della casa familiare vien meno nel caso..." e non gia' "puo' venire meno") impedisce al giudicante ogni valutazione delle concrete circostanze del caso, nonche' ogni bilanciamento tra l'interesse della prole a conservare il proprio habitat domestico e quello del coniuge non assegnatario a riacquistare la libera disponibilita' del bene, ossia tra il diritto di valenza altamente personalistica dei figli ad usufruire dell'ambiente domestico con cui hanno instaurato un legame affettivo e quello prettamente patrimoniale del titolare di un diritto domenicale sull'immobile;

Osservato che la sottrazione al giudice di ogni margine di discrezionalita' risulta a maggior ragione di dubbia opportunita' e ragionevolezza alla stregua dell'applicabilita' della norma anche in quei casi...

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