Sentenza nº 209 da Constitutional Court (Italy), 06 Luglio 1983

RelatoreOronzo Reale
Data di Resoluzione06 Luglio 1983
EmittenteConstitutional Court (Italy)

SENTENZA N. 209

ANNO 1983

REPUBBLICA ITALIANA

In nome del Popolo Italiano

LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori:

Prof. LEOPOLDO ELIA, Presidente

Dott. MICHELE ROSSANO

Prof. ANTONINO DE STEFANO

Prof. GUGLIELMO ROEHRSSEN

Avv. ORONZO REALE

Dott. BRUNETTO BUCCIARELLI DUCCI

Avv. ALBERTO MALAGUGINI

Prof. LIVIO PALADIN

Dott. ARNALDO MACCARONE

Prof. ANTONIO LA PERGOLA

Prof. VIRGILIO ANDRIOLI

Prof. GIUSEPPE FERRARI

Dott. FRANCESCO SAJA

Prof. GIOVANNI CONSO

Prof. ETTORE GALLO, Giudici,

ha emesso la seguente

SENTENZA

nei giudizi riuniti di legittimità costituzionale degli artt. 519 e 539 cod. pen. (Violenza carnale - Età della persona offesa) promossi con le ordinanze emesse il 12 novembre 1976 dal tribunale di Bologna e il 16 settembre 1980 dal giudice istruttore del tribunale di Milano rispettivamente iscritte al n. 731 del registro ordinanze 1976 e al n. 126 del registro ordinanze 1981 e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 31 del 1977 e n. 151 del 1981.

Visti l'atto di costituzione di Bianchi Gianluigi e l'atto di intervento del Presidente del Consiglio dei ministri;

udito nell'udienza pubblica del 12 aprile 1983 il Giudice relatore Oronzo Reale;

udito l'avvocato dello Stato Franco Chiarotti, per il Presidente del Consiglio dei ministri.

Ritenuto in fatto

Con ordinanza in data 12 novembre 1976 (n. 731 del reg. ord. l976), emessa nel corso di procedimento penale per violenza carnale presunta a carico di Bianchi Pierluigi, il giudice istruttore del tribunale di Bologna ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 539 del codice penale con riferimento agli artt. 3, primo comma, e 27, primo comma, della Costituzione.

Ad avviso del giudice a quo il contrasto dell'art. 539 c.p. con l'art. 3 della Costituzione consisterebbe nel fatto che sarebbero trattati alla stessa stregua colui che abbia dato corso a rapporto sessuale con un minore degli anni 14 nella consapevolezza dell'età del predetto e chi invece, relativamente al dato dell'età, sia stato tratto in inganno dalle mendaci dichiarazioni del minore stesso al riguardo.

Del pari, il citato art. 539 c.p. sarebbe in contrasto con l'art. 27, primo comma, della Costituzione, in quanto la previsione sanzionatoria ivi contenuta si estenderebbe a comportamenti dolosi in cui il momento conoscitivo non si é esteso a tutti gli elementi concreti della fattispecie. Da ciò deriverebbe l'inapplicabilità del fondamentale precetto di cui all'art. 47 c.p., che impone la valutazione dell'elemento psicologico del reato ai fini della configurabilità della responsabilità penale e, conseguentemente, la violazione della norma costituzionale di cui all'art. 27, relativa alla personalità della responsabilità penale, sotto il profilo della necessaria valutazione dell'atteggiamento psicologico del reo all'atto della realizzazione del fatto criminoso.

Si é costituito l'imputato Pierluigi Bianchi, chiedendo che la questione sollevata dal giudice istruttore sia accolta e rifacendosi, quanto alle argomentazioni, alla memoria presentata nel corso del giudizio a quo. In essa, si rileva sostanzialmente che la presunzione assoluta di conoscenza dell'età del soggetto passivo implica la equiparazione sotto una identica disciplina di casi che eguali non sono non potendo attribuirsi il medesimo disvalore al fatto di chi si congiunga carnalmente con un soggetto minore degli anni 14 ignorandone, in ipotesi in maniera scusabile, l'età e "la fragilità psichica che ne segue", e il fatto di chi di tale elemento sia perfettamente cosciente. Da ciò la violazione dell'art. 3 della Costituzione.

Con riferimento alla prospettata violazione dell'art. 27 della Costituzione, si osserva che dal...

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