Sentenza nº 248 da Constitutional Court (Italy), 23 Luglio 1974

RelatoreGiulio Gionfrida
Data di Resoluzione23 Luglio 1974
EmittenteConstitutional Court (Italy)

SENTENZA N. 248

ANNO 1974

REPUBBLICA ITALIANA

In nome del Popolo Italiano

LA CORTE COSTITUZIONALE

composta dai signori:

Prof. FRANCESCO PAOLO BONIFACIO, Presidente

Dott. GIUSEPPE VERZì

Avv. GIOVANNI BATTISTA BENEDETTI

Dott. LUIGI OGGIONI

Avv. ANGELO DE MARCO

Avv. ERCOLE ROCCHETTI

Prof. ENZO CAPALOZZA

Prof. VINCENZO MICHELE TRIMARCHI

Prof. VEZIO CRISAFUELI

Dott. NICOLA REALE

Prof. PAOLO ROSSI

Avv. LEONETTO AMADEI

Dott. GIULIO GIONFRIDA

Prof. EDOARDO VOLTERRA

Prof. GUIDO ASTUTI, Giudici,

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

nei giudizi riuniti di legittimità costituzionale degli artt. 246 e 247 del codice di procedura civile, promossi con le seguenti ordinanze:

1) ordinanza emessa il 1S maggio 1972 dal tribunale di Bari nel procedimento civile vertente tra Pavone Vito, Vescovo Pia, Pascazio Francesco, Poliseno Pietro ed altri, iscritta al n. 286 del registro ordinanze 1972 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 247 del 20 settembre 1972;

2) ordinanza emessa il 2 ottobre 1972 dal pretore di Martina Franca nel procedimento civile vertente tra Semeraro Giuseppe e Chimenti Gaetano ed altro, iscritta al n. 381 del registro ordinanze 1972 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 21 del 24 gennaio 1973;

3) ordinanza emessa il 20 giugno 1973 dal pretore di Martina Franca nel procedimento civile vertente tra Casavola Antonia e Delfini Giuseppina, iscritta al n. 283 del registro ordinanze 1973 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 223 del 29 agosto 1973;

4) ordinanza emessa l'11 ottobre 1973 dal pretore di Portoferraio nel procedimento civile vertente tra Ciacci Ulisse e Capuano Franco ed altro, iscritta al n. 33 del registro ordinanze 1974 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 69 del 13 marzo 1974.

Visto l'atto di costituzione di Pascazio Francesco e Poliseno Pietro;

udito nell'udienza pubblica del 26 giugno 1974 il Giudice relatore Giulio Gionfrida;

udito l'avv. Giuseppe Luisi, per Pascazio e Poliseno.

Ritenuto in fatto

  1. - Nel corso di un giudizio civile vertente tra Vito Pavone, Pia Vescovo ed altri, il tribunale di Bari - rilevato che la teste Maria Mangarelli, di cui era stata richiesta l'escussione in quanto "presente ai fatti", risultava essere moglie di una delle parti, onde era incapace a deporre ai sensi dell'art. 247 c.p.c. - con ordinanza 15 maggio 1972, ritenutane previamente la rilevanza in causa e la non manifesta infondatezza, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 247 citato, secondo cui, appunto, "non possono deporre il coniuge ancorché separato, i parenti ed affini in linea retta e coloro che sono legati ad una delle parti da vincoli di affiliazione, salvo che la causa verta su questioni di stato, di separazione personale o relative a rapporti di famiglia".

    Ha indicato a parametri gli artt. 24 e 3 della Costituzione e ne ha motivato la prospettata violazione:

    a) quanto all'art. 24, in base alla considerazione che "essendo la testimonianza un mezzo di prova e la prova essendo il mezzo concreto per dimostrare in giudizio la fondatezza della pretesa, il divieto di sentire come testimoni determinate persone limita di fatto la possibilità di far valere il proprio diritto";

    b) quanto all'art. 3, sul rilievo della discriminazione che, in duplice direzione, si realizza da una parte "tra il giudizio civile, nel quale solo opera il divieto dell'art. 247 c.p.c., ed il giudizio penale nel quale pure é ordinariamente innestato il processo civile avente ad oggetto il risarcimento del...

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